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Incidente di Roma, la ricostruzione: cosa sappiamo finora | La morte di Gaia e Camilla, le indagini e le testimonianze

Immagine di copertina
Gaia e Camilla, le due ragazze di 16 anni investite a Roma

Tutte le principali informazioni sulla tragedia di Corso Francia, nella notte tra sabato 21 e domenica 22 dicembre

Gaia e Camilla, ragazze investite e uccise a Roma: la ricostruzione

In un incidente nella notte tra sabato 21 e domenica 22 dicembre 2019, a Roma, due ragazze di 16 anni (Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli) sono morte dopo essere state travolte da un’auto. L’incidente è avvenuto intorno a mezzanotte e mezza nel quartiere di Ponte Milvio, a nord della città, precisamente in Corso Francia, all’altezza dell’incrocio con la via Flaminia Vecchia e con una rampa di accesso all’Olimpica. Si tratta di una zona di locali a poca distanza da una delle aree della movida capitolina.

Gaia e Camilla frequentavano la classe terza Cl del Liceo Gaetano De Sanctis, la cui sede si trova in via Serra, nel quartiere Fleming, non molto lontano da dove è avvenuta la tragedia. Le due sedicenni, inoltre, non abitavano distante dal luogo dove sono state investite e uccise.

La dinamica

Le due ragazze sono state travolte mentre provavano ad attraversare la strada. Sono morte sul colpo. Al momento dell’incidente, inoltre, nella zona si era abbattuto anche un violento nubifragio e la strada era bagnata.

Dalle prime testimonianze raccolte dalla Polizia locale, confermate poi dal gip, sembra che Gaia e Camilla abbiano attraversato la strada con il semaforo rosso per i pedoni e che abbiano cercato di attraversare scavalcando il guard-rail in mezzo alla carreggiata e non sulle strisce pedonali.

L’impatto è stato molto violento e i mezzi del 118, arrivati in breve tempo sul luogo dell’incidente, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di entrambe. Secondo la ricostruzione, le due ragazze sono state colpite anche da altre auto. Camilla aveva con sé i documenti, mentre per il riconoscimento di Gaia è stato necessario l’arrivo del papà.

Secondo le prime ricostruzioni Gaia e Camilla, quando sono state travolte dall’auto, stavano tornando a casa. Le due ragazze avevano trascorso la serata nei pressi di Ponte Milvio con alcuni amici quando hanno deciso di tornare a casa perché richiamate dai genitori. Camilla prima di andare via aveva ricevuto un messaggio sul cellulare dalla mamma, che le aveva scritto: “Hai visto che ore sono?”. “Sto tornando”, avrebbe risposto lei.

L’investitore, 20 anni, figlio del regista Genovese è ai domiciliari

L’investitore è un ragazzo di 20 anni, Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo Genovese, vincitore di due David di Donatello e autore di celebri film come “Perfetti Sconosciuti”, “The Place” e “Tutta Colpa di Freud”. Il giovane era a bordo di una Renault Koleos insieme a due amici. Dopo l’incidente il ventenne si è fermato per soccorrere le persone investite. È stato poi preso in consegna dai vigili urbani di Roma Capitale, che sono stati impegnati nei rilievi insieme con la Polizia.

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Sul posto sono intervenuti gli agenti del Gruppo Parioli della polizia locale di Roma Capitale. Il ventenne è stato poi trasportato all’Umberto Primo in stato di choc ed è stato sottoposto a test di alcol e droga. “Non le ho viste, sono passato con il verde”, avrebbe urlato sotto la pioggia il giovane. È difeso dall’avvocato Gianluca Tognozzi. Entro le 48 ore successive, il gip Bernadette Nicotra ha convalidato l’arresto del 20enne, che adesso si trova ai domiciliari. Nell’ordinanza, si legge che Genovese è “incline a guidare dopo aver bevuto” e che i provvedimenti amministrativi subiti già in passato “non hanno avuto alcun effetto deterrente”.

Pietro Genovese è il più grande dei tre figli del regista Paolo. È un ex studente del liceo Mameli e, come riportato dal quotidiano Il Messaggero, gioca a rugby e proprio come il padre è un appassionato di cinema. Il padre, Paolo, il giorno dopo l’incidente aveva chiesto di incontrare i familiari delle vittime, che però sul momento non si sono sentiti di accettare.

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L’indagine: ipotesi omicidio stradale

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio stradale. Le indagini, coordinate dall’aggiunto Nunzia D’Elia, sono state affidate agli agenti del Gruppo Parioli della polizia locale di Roma Capitale.

Dopo l’incidente è stato sequestrato il cellulare di Genovese. Sono quindi stati effettuati accertamenti per verificare se al momento dell’impatto il giovane di trovava al telefono. È stata sequestrata l’auto. Al vaglio degli agenti della polizia locale di Roma Capitale anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.

Gli agenti hanno poi ascoltato testimoni per ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente. Il pm di Roma, Roberto Felici, ha disposto l’autopsia sui corpi di Gaia e Camilla.

Nei giorni successivi è emerso inoltre che a bordo della Renault guidata da Pietro Genovese c’erano anche due suoi amici, che potrebbero quindi rivelarsi testimoni molto importanti per ricostruire con più precisione cosa è successo quella notte.

Se nelle motivazioni della convalida dell’arresto per Genovese il gip aveva scritto che “Gaia e Camilla hanno attraversato con il semaforo rosso”, nei giorni successivi l’avvocato della famiglia di Camilla ha invece presentato una nuova versione dei fatti: secondo il legale le due ragazze avrebbero iniziato ad attraversare con il verde, diventato poi rosso perché quel semaforo non prevede il giallo.

Le dichiarazioni dei vari testimoni

“Ho visto Gaia e Camilla che, all’improvviso, nonostante il semaforo fosse rosso per i pedoni, hanno cominciato a correre mano nella mano sotto la pioggia per attraversare la strada”: sono le dichiarazioni di un testimone, considerato “chiave” dagli inquirenti che stanno tentando di ricostruire la dinamica esatta dell’incidente. Secondo il teste, un 16enne alla guida di una minicar, che si trovava dal lato opposto rispetto a dove è avvenuto l’impatto, il conducente, Pietro Genovese, non poteva evitare le due ragazze anche a causa della presenza di un’altra vettura, che ostruiva la visuale di Genovese. “L’auto che si era fermata nel tratto centrale copriva completamente la vista al Suv che sopraggiungeva alla sua sinistra, lui è arrivato veloce e quelle due ragazze che correvano gli sono sbucate davanti, non poteva vederle” sono state le dichiarazioni del giovane.

Nei giorni successivi all’incidente, però, le testimonianze sono diventate moltissime. Hanno fatto molto discutere le parole di un’amica di Gaia, anche lei 16enne: “L’ho fatto anche io. Prendi la rincorsa, scavalchi il guardrail e corri più veloce che puoi dall’altra parte. Pensi sempre che se guardi bene a destra e a sinistra, e corri forte, dall’altra parte ci arriverai. Qui lo fanno tutti”. Al punto che si è iniziato a ipotizzare che in quella porzione di Corso Francia ci sia una sorta di “gioco del semaforo rosso“, che ha visto la reazione sdegnata della famiglia di Camilla, tramite le parole dell’avvocato ed ex ministro Giulia Bongiorno che ha anche chiesto maggiore rispetto per le vittime, smentendo le “versioni fantasiose” di alcuni giornali.

A bordo dell’auto di Genovese c’erano anche due amici, Davide Acampora e Tommaso Edoardo Fornari. Interrogati, hanno detto che “Pietro aveva bevuto, ma non era certo ubriaco” e che hanno sentito “un botto fortissimo” prima di fermarsi.

Un 15enne, che la sera dell’incidente si trovava proprio sul Corso Francia a Roma, ha invece dichiarato: “Le ho viste volare in aria e ricadere sull’asfalto, non potevo crederci, pioveva, ho chiamato subito i soccorsi”. Mentre il proprietario di un locale in zona ha lanciato l’allarme: “Pensavamo fosse l’ennesimo tamponamento: invece abbiamo visto Gaia e Camilla morte. Qui auto fino a 100km/h, può accadere di nuovo”.

Primi risultati dell’autopsia: Gaia e Camilla morte sul colpo

I primi risultati dell’autopsia effettuata sulle due giovani nella giornata di lunedì 23 dicembre presso l’istituto di medicina legale de La Sapienza hanno rivelato che Gaia e Camilla sono morte sul colpo per lo sfondamento della scatola cranica.

Gli esami, inoltre, non hanno evidenziato segni di trascinamento, il che farebbe supporre che Gaia e Camilla non sarebbero state colpite da altre vetture come ipotizzato in un primo momento.

L’alcoltest: investitore positivo

Dai testi compiuti su Pietro Genovese è emerso un tasso alcolemico di 1,4 g/l. Secondo il codice della strada, la concentrazione di alcol nel sangue di un automobilista durante la guida dev’essere pari a zero per i conducenti di età inferiore a 21 anni, per i neopatentati e per chi esercita professionalmente l’attività di trasporto di persone o cose. Per tutti gli altri non deve superare 0,5 g/l. Sul passato del 20enne ci sarebbero anche due casi di possesso di droga.

Per quanto riguarda le sostanze stupefacenti, Genovese è risultato “non negativo” a cannabis e cocaina, anche se il gip – nell’ordinanza di convalida dell’arresto – ha evidenziato che “non si sa se l’assunzione dello stupefacente fosse recente”, visto che le tracce di droga rimangono in circolo anche per diversi giorni.

Il papà di Gaia: “Non ho ragioni per andare avanti”

Gaia è figlia di un finlandese di 56 anni, Edward Von Freymann, ufficiale dell’Arma dei Carabinieri in congedo.

“Adesso non ho ragioni per andare avanti, Gaia era la mia forza dopo l’incidente che avevo subito”, ha dichiarato il padre di Gaia parlando con il suo legale, l’avvocato Giovanni Maria Giaquinto. “È molto provato – ha spiegato il legale – Nel 2011 ha subito un grave incidente in moto, all’Eur, che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. Questa tragedia ha un risvolto ancora più drammatico perché colpisce un uomo già provato duramente. Questa mattina l’ho sentito, gli ho comunicato che oggi pomeriggio verrà svolto l’esame del corpo di Gaia. Questa notte non ha chiuso occhio, è distrutto per quanto accaduto”.

La mamma di Camilla: “Voglio giustizia, non vendetta”

“Voglio giustizia, non voglio vendetta”, sono invece le parole della mamma di Camilla riferite al suo legale, l’avvocato Cesare Pirino. “Il padre la madre e la sorella di Camilla sono distrutti per quanto accaduto”, ha spiegato il legale. “Una famiglia unita, colpita in modo tragico da questa vicenda. Attendiamo i risultati dell’esame autoptico, verrà svolto un esame esterno delle salme, per accertare la dinamica di quanto accaduto”.

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Lo striscione e i fiori

A pochi metri dal punto in cui sono state investite Gaia e Camilla su Corso Francia è stato esposto uno striscione con la scritta “Gaia e Camilla sempre con noi”. Il giorno dopo la tragedia molti amici sono andati sul luogo dell’incidente portando fiori, soprattutto rose rosa, in ricordo delle due adolescenti.

“Profondo dolore per la tragica morte delle due ragazze”, sono state le parole della sindaca Virginia Raggi poche ore dopo l’incidente. “Roma – ha aggiunto – si stringe alle famiglie colpite da questa tragedia. È inaccettabile morire così. Aspettiamo che si faccia chiarezza ma guidare in modo responsabile è un dovere”.

I funerali delle vittime

Nella mattina di venerdì 27 dicembre 2019, alle 10:30 nella chiesa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore, si sono tenuti i funerali di Gaia e Camilla. In quell’occasione, ha fatto molto discutere l’omelia pronunciata dal parroco, don Gianni Matteo Botto: “Ci sentiamo onnipotenti – ha detto – e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un po’ palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere o fumarsela”.

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