Raoul Bova deposita il marchio “occhi spaccanti”: la mossa a sorpresa dell’attore per fermare la diffusione dell’audio
Il legale dell'interprete: "È semplicemente un modo, come tanti, per far cessare la diffusione dei video"
Mossa a sorpresa di Raoul Bova che ha deciso di depositare il marchio “occhi spaccanti” per evitare, così, che l’audio inviato a Martina Ceretti continui a circolare in modo incontrollato sul web. Secondo quanto scrive l’Adnkronos, infatti, l’attore ha depositato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy due richieste di registrazione che riprendono le frasi dell’ormai noto auto inviato alla modella e rivelato da Fabrizio Corona nel suo format Falsissimo. “Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti” era la frase che Bova pronunciava all’inizio dell’audio: l’interprete, quindi, avrebbe depositato il marchio sia di “occhi spaccanti” che dell’intera frase. A spiegare il perché, sempre l’Adnkronos, è l’avvocata Michela Carlo, dello studio Bernardini De Pace: “È semplicemente un modo, come tanti, per far cessare la diffusione dei video”.
Il contenuto dell’audio, infatti, oltre a diventare virale sul web è stato utilizzato da Ryanair e dal Napoli senza l’autorizzazione dell’attore, intenzionato a intraprendere una doppia causa civile contro entrambi i marchi. Nei giorni immediatamente successivi, infatti, Ryanair ha citato alcune delle frasi contenute nell’audio di Bova sui social X e Facebook: “Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti, avete scaricato l’app?”. Il post è in breve tempo divenuto virale, ma, secondo quanto scrive Repubblica, per Raoul Bova sarebbe stata un’ulteriore umiliazione pubblica. Pochi giorni dopo, invece, è stato il Napoli a utilizzare su TikTok l’audio con la voce originale dell’attore in un video che vede protagonista il calciatore Kevin De Bruyne.
Interpellato dall’Ansa, l’avvocato di Bova, David Leggi, aveva affermato che le azioni compiute hanno alimentato un’ondata illecita e inaccettabile sul web: “Si è messa in moto una macchina infernale che non risparmia nessuno, né le persone né i loro figli, spesso privi degli strumenti per distinguere tra cronaca, cattiveria o voyeurismo di bassa lega. Tutto questo impone una seria riflessione sui meccanismi che regolano il mondo del web e dei social media, sempre più simili a un nuovo far west”.