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Coronavirus in Italia, ultime notizie. L’Abruzzo torna in zona arancione, il governatore firma l’ordinanza.Superate le 60mila vittime. Arcuri: “Oltre 200 milioni di dosi di vaccino nei prossimi 15 mesi. Entro settembre tutti vaccinati”

Immagine di copertina
Credit: ANSA/CLAUDIO PERI

Coronavirus in Italia, le ultime notizie di oggi

CORONAVIRUS ITALIA ULTIME NOTIZIE – Superate le 60mila vittime in Italia. Da oggi Campania, Toscana, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano passano da zona rossa a zona arancione, Umbria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Marche da arancioni diventano gialle, mentre per Abruzzo (area rossa), Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte (tutte in area arancione) vengono confermate le misure restrittive attualmente in corso. Qui le ultime notizie sul Covid-19 nel mondo. Di seguito tutte le ultime notizie sul Coronavirus in Italia di oggi, domenica 6 dicembre 2020, aggiornate in tempo reale.

S&D

Ore 20 – L’Abruzzo torna in zona arancione, il governatore firma l’ordinanza. Il governo: “Sarà diffidata” – L’Abruzzo, l’unica regione ancora in zona rossa, inizia il rientro in zona arancione. Il presidente della Regione Marco Marsilio (esponente di Fdi, alla guida di una giunta di centrodestra) ha infatti firmato l’ordinanza per il rientro della regione in zona arancione. L’ordinanza ha efficacia dal momento della sua pubblicazione, cioè già da domani. Da lunedì 7 dicembre quindi sul territorio regionale dell’Abruzzo vige la disciplina prevista nelle cosiddette zone arancioni, partendo con la riapertura degli esercizi commerciali. Il completamento del percorso avverrà mercoledì 9 con la riapertura delle scuole, dopo esattamente 21 giorni di disciplina in zona rossa. (Qui l’articolo completo)

Ore 17,20 – Covid, 18.887 nuovi casi e 564 morti: il bollettino del 6 dicembre. Superate le 60mila vittime – Secondo il bollettino di oggi, domenica 6 dicembre, sul Coronavirus in Italia pubblicato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile, sono 18.887 nuovi casi, contro i 21.052 di ieri, e 564 morti (ieri erano stati 662). Superati i 60mila decessi in Italia dall’inizio della pandemia.

Ore 15,10 – Arcuri: “Oltre 200 milioni di dosi di vaccino nei prossimi 15 mesi” – L’Italia potrebbe ricevere oltre 200 milioni di dosi di vaccino nei prossimi 15 mesi: lo ha riferito il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, intervistato a “Mezz’ora in più” da Lucia Annunziata.   “Nell’ipotesi che gli istituti di certificazione europei e italiani forniranno le certificazioni dei vaccini arrivati alla fase di sperimentazione, sarà possibile che nel corso dei prossimi 15 mesi, quindi da gennaio fino a marzo del 2022, arrivino 202 milioni di dosi di vaccino”, ha spiegato Arcuri. “All’Italia”, ha ricordato il commissario, “spetta il 13,5% delle dosi che le case produttrici forniranno” e ogni persona riceverà due dosi. “Potremmo vaccinare quindi fino a 101 milioni di italiani. Se le date verranno rispettate, nel terzo trimestre del 2021, ossia entro settembre, avremo la possibilità di vaccinare tutti gli italiani perché avremo dosi sufficienti”, ha assicurato.

“Per il vaccino anti Covid della Pfizer, che va conservato a -80 gradi, i primi 300 punti in cui ci si potrà vaccinare saranno 300 presidi ospedalieri”, ha aggiunto Arcuri. “Da lì il vaccino si muoverà, con l’aiuto dell’esercito, verso le Rsa, dove verranno vaccinati personale e ospiti”. “Sarà un Natale di responsabilità, sacrificio e di speranza perché un po’ di luce alla fine del tunnel si comincia a vedere. Il vaccino va conservato distribuito e somministrato con il massimo livello possibile di sicurezza scientifica e fisica, e quindi preservato da eventuali problemi”, ha sottolineato Arcuri, “sarà un bene molto prezioso. Insieme ai ministri Guerini e Speranza abbiamo deciso che l’hub sarà l’aeroporto di Pratica di Mare. Ha una dimensione che non ha pari in Europa e da Pratica di Mare possono partire aerei elicotteri e mezzi su gomma che trasporteranno le dosi nei 1.500 punti di somministrazione. È il luogo più sicuro e più grande che abbiamo”. Quanto alla validità dei vaccini, il commissario ha sottolineato che quelli “approvati da Ema e da Aifa saranno efficaci ed efficienti per definizione”. “I migranti hanno diritti uguali a quelli dei cittadini italiani. Sarebbe molto importante che tutte le persone che attraversano le nostre strade, e che non lo facciano clandestinamente, possano essere sottoposte alla vaccinazione”, ha aggiunto Arcuri intervistato da Lucia Annunziata.

Ore 14,55 – Brescia, 50 maschere salvavita bloccate da burocrazia in dogana – Cinquanta maschere respiratorie salvavita sono bloccate dalla burocrazia alla dogana dell’aeroporto di Montichiari (Brescia). Le 50 maschere Totale Face Cpap sono state donate circa 10 giorni fa da Blair Holladay, mediante l’American Society for Clinical Pathology, ma da lunedì sono bloccate in dogana. Le maschere erano state inviate alla fondazione Pellegrini Forlivesi di Chiari e dirette all’Asst Franciacorta ma visto che non recano la certificazione CE dovranno essere rimandate negli Usa. “Sto ancora faticando a capire – spiega Augusto Pellegrini, responsabile della fondazione – perché era ovvio che questi prodotti, arrivati nel Bresciano lunedì, non fossero CE, ma sono gli stessi che avevamo ricevuto la scorsa primavera privi di tale certificazione, perché in condizioni di emergenza. Figuriamoci se ci permettevamo di muoverci per dare spazio a una nuova donazione se le condizioni fossero cambiate. Ci è stato spiegato che all’agenzia delle dogane come pure ai vari corrieri internazionali la situazione di emergenza è stata derubricata dal Ministero della Sanità, trasformandola in situazione di normalità. In pratica tutti i beni di assoluta urgenza in arrivo dal resto del mondo, e quindi privi del marchio CE, sono stati bloccati”.

Ore 14,05 – Casu (Pd Roma), rissa Pincio schiaffo a chi fa sacrifici – “Fatti gravi e irresponsabili quelli accaduto ieri al Pincio, sia per l’assembramento sia per l’indecorosa rissa: uno schiaffo in faccia a tutti i romani che stanno compiendo enormi sacrifici per combattere il virus e a chi ogni giorno serve lo Stato per difendere la salute e la sicurezza di tutti”. Lo afferma il segretario romano del Pd Andrea Casu. “Chiediamo alle Istituzioni piena luce e giustizia su questa pagina indegna – continua Casu – Qui se non capiamo tutti che la situazione è seria e che bisogna rispettare le regole, ne usciremo sempre più tardi e con maggiore difficoltà”.

Ore 13,30 – Toti: “Spero che governi ci ripensi su restrizioni Natale” – “La Liguria non ha smesso di combattere contro il virus. La situazione è ancora delicata ma i numeri ci dicono che l’epidemia sta calando in tutta la regione. La pressione sui nostri ospedali è diminuita, i ricoverati sono sotto quota mille e anche i pazienti in terapia intensiva sono scesi, piangiamo ancora troppi morti, è vero. Perciò ora dobbiamo impegnarci per mantenere e migliorare questi buoni risultati. Ma in queste prime giornate prenatalizie possiamo anche fare qualcosa per aiutare commercianti e ristoratori a prendere una boccata d’ossigeno: compriamo nei negozi sotto casa, sosteniamo i nostri produttori, scegliamo i loro prodotti e quelli delle nostre attività. E cerchiamo di illuminare questo Natale che sarà certamente diverso ma non deve essere buio”. Lo scrive il presidente della Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook.

Ore 13,20 – Roma, festa in 14 casa a piazza Navona, multati – Quattordici ragazzi, due dei quali minorenni, sono stati sanzionati dalla polizia locale di Roma per aver organizzato ieri sera una festa all’interno di un appartamento, una casa vacanze in zona piazza Navona. Disturbo della quiete pubblica, schiamazzi, musica ad alto volume in piena notte e mancato rispetto delle prescrizioni su distanziamento sociale e uso delle mascherine gli illeciti contestati dagli agenti. All’arrivo delle pattuglie dei vigili i giovani hanno tentato di nascondersi all’interno di armadi, sotto i letti o sul balcone, ma sono stati tutti individuati e identificati. Ulteriori approfondimenti di carattere amministrativo sono tuttora in corso nei confronti del titolare della struttura.

Ore 13,00 – Rissa al Pincio, identificati alcuni giovani – I carabinieri hanno identificato alcuni giovani che hanno partecipato alla rissa di ieri al Pincio, al centro di Roma. Tra le persone identificate ci sarebbe anche qualcuno con precedenti e alcuni minorenni. I carabinieri della compagnia Roma Centro stanno effettuando accertamenti per ricostruire l’accaduto. La rissa, partita da un diverbio tra due ragazzi, sarebbe proseguita sui vagoni della metropolitana. Sul posto, oltre ai militari dell’Arma, è intervenuta la polizia. “Qualche pugno tra due giovani, ma non una vera e propria rissa”, spiega all’Agi una fonte delle forze dell’ordine. “Al nostro intervento – spiega la stessa fonte – i ragazzi sono fuggiti”. Al vaglio di chi indaga le registrazioni delle telecamere di zona e i video pubblicati sul web.

Ore 12,05 – Calabria, restano sospesi ricoveri non urgenti – In Calabria restano sospesi i ricoveri non urgenti negli ospedali pubblici. Lo prevede una nuova ordinanza del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì. L’ordinanza, la numero 93 dall’inizio dell’emergenza coronavirus, dispone in particolare “la proroga dell’efficacia di quanto disposto al punto 2 dell’ordinanza numero 82/2020 come prorogata con l’ordinanza numero 88/2020, riguardo la sospensione dei ricoveri in elezione e, quindi, differibili, all’interno delle strutture ospedaliere pubbliche, sia di area medica, che di area chirurgica – ivi compresi quelli in intramoenia – confermando che siano fatte salve le prestazioni esplicitamente escluse dal provvedimento in parola”, vale a dire le prestazioni di ricovero per riabilitazione ospedaliera in quanto il processo riabilitativo non può̀ essere posticipato nelle sue fasi, al fine di evitare/ridurre eventuali esiti invalidanti: questo provvedimento sarà in vigore fino a tutto il 15 gennaio, salve proroghe o nuove determinazioni. Infine, l’ordinanza numero 93 di Spirlì dispone “a carico dei dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali e di tutte le strutture territoriali e ospedaliere, interessate dal processo diagnostico, di sorveglianza, cura e di contact tracing di covid-19, il quotidiano utilizzo della piattaforma di monitoraggio integrato gestita dall’Istituto superiore di Sanità e della piattaforma di reportistica regionale gestita dalla Protezione civile, facendo obbligo del caricamento giornaliero dei dati Covid-19, sia in termini di numerosità che di qualità e completezza, in linea con quanto previsto dal sistema di monitoraggio nazionale”.

Ore 11,55 – Calabria, revocata zona rossa in tre Comuni – Revocata la “zona rossa” in tre Comuni della Calabria: Cardeto (Reggio Calabria), Pallagorio (Crotone) e San Costantino Calabro (Vibo Valentia). Lo dispone una nuova ordinanza del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ordinanza che recepisce il Dpcm del 3 dicembre sulle misure anti Covid in vista delle festività natalizie e l’ordinanza del ministro della Salute che ha dichiarato la Calabria “zona arancione”.

Ore 11,15 – Odifreddi: “Scienza ci salva ma nostri esperti pessimi” – La scienza anche questa volta probabilmente salverà milioni di vite, ma gli scienziati, perlomeno quelli italiani, non hanno dato una prova brillante di sè, dopo mesi di comparsate televisive e di dichiarazioni contraddittorie e confondenti. Piergiorgio Odifreddi, matematico e storico della scienza, conversando con l’Agi lancia dure accuse contro i colleghi per la gestione comunicativa della pandemia. “Capisco che ci lamentiamo per quello che stiamo subendo e perdendo oggi, ma la scienza anche questa volta ha dato un’ottima prova nel proteggerci dal virus”, spiega. “La Spagnola fece decine di milioni di morti, il Covid ne ha fatti centinaia di migliaia. La scienza oggi è più affidabile e precisa, purtroppo gli scienziati sono uomini e per quanto ci riguarda anche italiani, il che peggiora la situazione”. l professore si scaglia contro i virologi, gli epidemiologi, “persino i veterinari”, protagonisti dei talk show degli ultimi mesi. “Hanno dato un’immagine pessima – attacca – quasi mi vergogno per loro. La scienza avrebbe dovuto mostrare concordia e unanimità di giudizio, invece hanno fatto la ruota del pavone, e pur di accaparrarsi un prime time in televisione hanno detto tutto e il contrario di tutto. E’ vero che il virus non si conosceva, ma le stesse persone hanno cambiato idea sullo stesso argomento ogni cinque minuti”. Questo è accaduto perché inevitabilmente si è intromessa la politica. “La questione che ha diviso gli scienziati è sintetizzabile con una domanda: è più importante l’individuo, la vita delle persone, o è più importante il mercato? E’ chiaro che in base alle priorità sono state fatte scelte diverse”.

Ore 10,55 – Acquaroli: “Marche da oggi gialla ma massima attenzione” – “Oggi finalmente si potrà tornare a fruire di luoghi e servizi che per qualche settimana sono stati inaccessibili. Raccomando la massima attenzione, perché ciò che faremo da oggi fino al prossimo sabato sarà quello su cui saremo valutati e che stabilirà se, in base alle regole del vigente Dpcm, la settimana di Natale saremo gialli, arancioni o rossi”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, che chiede ai cittadini di essere “consapevoli” e di “cercare quindi di evitare tutti i comportamenti che possono essere occasioni di contagio o di focolai”.

Ore 10,35 – Covid: 10 comuni del Barese, non possiamo permetterci 3 ondata – “Non possiamo permetterci una 3 ondata”. È l’allarme di 10 comuni dell’area murgiana della città metropolitana di Bari attendono, in queste ore, una risposta da parte del presidente della Regione Michele Emiliano, su una eventuale istituzione di ‘zona arancione’ per il loro territorio, assieme a quelli di Bat e Foggia, nel Nord della Puglia. I sindaci delle città di Gravina di Puglia, Altamura, Cassano delle Murge, Poggiorsini, Toritto, Grumo, Acquaviva, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle e Sannicandro di Bari, hanno inviato una nota al presidente Emiliano, a cui è seguita una riunione online con i vertici della sanità pugliese, per esprimere la loro preoccupazione e trovare una possibile soluzione per “arginare questa assenza di protezione che riguarda la nostra zona, che di colpo diventa gialla”, nonostante ci sia “un indice ancora elevato di contagio”, ha spiegato il sindaco di Gravina, Alessio Valente. “Bisogna intervenire con forza e determinazione”, perché “la risposta sanitaria è sempre la stessa, non riusciamo ad accorciare i tempi del tracciamento, abbiamo difficoltà a reperire le autoambulanze, nell’ospedale è stata sospesa anche l’attività di chirurgia in emergenza perché aspettano nuovi medici”, ha elencato Valente. Il primo cittadino ha aggiunto come anche sul fronte contagi “stavamo cominciando ad avere una tiepida diminuzione, ma se abbiamo un ‘liberi tutti’ stiamo punto e a capo”.

Ore 7,10 – Crisanti: “Vaccino non avrà impatto prima di 6 o 7 mesi” – “Per il vaccino ci vorrà del tempo e prima di sapere se il 70 per cento della popolazione italiana avrà effettivamente aderito – e penso che lo sapremo verso giugno, se tutto andrà bene – fino ad allora avremo il problema di come controllare l’epidemia. Questa è la vera sfida, non credo che la vaccinazione avrà un impatto prima di 6 o 7 mesi, se tutto va bene”. Lo ha detto a Sky TG24 Live In Courmayeur, l’evento di Sky TG24 per portare il dibattito sul territorio, il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. “L’aspetto più positivo è stato vedere una mobilitazione di risorse, cioè di quattrini, di menti e di creatività, che ha trovato soluzioni sicuramente innovative. Non era mai accaduto che un vaccino venisse portato a questo stadio in meno di un anno, quindi penso che da questo punto di vista sia un grandissimo successo della ricerca e della capacità umana di rispondere a questa sfida incredibile”.

Ore 7,05 – Crisanti: “Natale sia occasione per controllare virus” – “Il vero problema – come dimostra anche la seconda ondata – è che noi non abbiamo ancora un sistema per fare sì che se i casi si abbassano rimangano tali e questa credo sia una sconfitta con i quali dobbiamo fare i conti”. Lo ha detto a Sky TG24 Live In Courmayeur, il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti. “Dobbiamo rendere il Natale un’occasione per controllare la diffusione del virus, invece di creare un’opportunità per la sua diffusione. Se ci muoviamo di meno diamo meno opportunità al virus di trasmettersi, così come se incontriamo meno persone. È stato dimostrato ormai che uno dei fattori che più contribuisce alla diffusione è la convivialità, perché chiaramente le difese si abbassano, non si usa la mascherina e si sta vicini e in ambienti chiusi. Io penso che queste misure vadano nella direzione giusta, se poi avranno l’effetto di mantenere i contagi a questi livelli, credo che saremmo tutti contenti. La sfida vera sarà dopo il Natale, perché non penso che con questi numeri potremo riprendere una vita normale”.

Ore 7,00 – Crisanti: “Se continua così avremo più morti del Regno Unito” – “Se continua così, tra poco supereremo l’Inghilterra e l’Italia avrà il triste primato di avere più morti di tutti, sia in termini assoluti sia probabilmente in termini relativi alla popolazione”. Lo ha detto a Sky TG24 Live In Courmayeur, il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, Andrea Crisanti.   “Non dobbiamo dimenticare che il numero dei morti è una funzione del numero delle persone infette. Io penso che quando eravamo a 4 o 5 mila casi al giorno, forse dovevamo fare qualcosa prima e qualcosa di più. Adesso di fatto stiamo scontando il fatto che siamo arrivati a giorni in cui c’erano 40 mila casi al giorno e il numero dei morti continuerà ad essere alto perlomeno per qualche settimana ancora, ci vorranno almeno tre settimane per vedere un calo”.

Ore 6,50 – Locatelli: “Gli errori dell’estate non si ripeteranno” – “Credo e spero che quanto successo sostanzialmente dopo i mesi estivi ci abbia chiaramente insegnato che allentare o rallentare i comportamenti responsabili ci ha poi portato a una ripresa importante e a una accelerazione della curva dei contagi. Credo quindi che non si ripeterà più questo errore, anche perché vorrebbe dire che avremmo imparato discretamente poco”. Così a Sky TG24 Live In Courmayeur, l’evento di Sky TG24 per portare il dibattito sul territorio, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. “È evidente che ognuno di noi sarà artefice del proprio destino, ma questa è una situazione da cui si esce tutti assieme e poi è chiaro che andranno mantenute determinate misure in base a quelli che saranno i numeri, per cercare di contenere il più possibile la diffusione dei contagi. Dobbiamo perciò cercare di convivere nel migliore dei modi – ha concluso Locatelli – finché non avremo una copertura di comunità in grado di farci riprendere il più possibile uno stile di vita normale, come quello che c’era in epoca pre-Covid”.

Ore 6,45 – Di Maio: “Sacrifici ora. A gennaio arriva il vaccino” – Rispetto alle misure che stiamo adottando si tratterà di fare altri sacrifici”, lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a SkyTg24 Live in Courmayeur. “Le stesse misure che abbiamo adottato non mi consentiranno di andare a trovare la mia famiglia. Però ricordiamoci cosa è successo quest’estate. Dobbiamo stare molto attenti in questa fase di discesa della curva”. “In italia abbiamo 10 milioni di persone che si muovono. Questo è il momento cruciale, da gennaio arriva il vaccino”.

Ore 6,30 – Bonaccini, siamo tutti perplessi su chiusura comuni – In merito al divieto di spostamento tra comuni a Natale, Santo Stefano e Capodanno “una perplessità l’abbiamo avuta tutti pressoché all’unanimità”. Lo afferma su Rete 4 il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. “Sulle restrizioni siamo d’accordo, così come siamo d’accordo sul riavvio della scuola dopo le feste ma penso che una misura di buon senso si potrebbe trovare. Non stiamo parlando di stravolgere il provvedimento ma solo di buon senso”, ha aggiunto, sottolineando la disparità di condizioni tra chi vive nelle grosse città rispetto a quelli nei piccoli comuni.

CORONAVIRUS, COSA È SUCCESSO IERI IN ITALIA

Crisanti: “I morti non caleranno prima di 3 settimane” – Per vedere un calo del numero dei morti bisognerà aspettare tre settimane”. Lo ha detto a Skytg24 il virologo Andrea Crisanti. “Il numero dei morti è una funzione delle persone ammalate – ha spiegato – abbiamo avuto due o tre settimane con più di 30mila casi al giorno, e questo è l’effetto”.

Covid: il bollettino di sabato 5 dicembre, 21.052 casi e 662 morti, ancora giù ricoveri e TI
Le regioni con più contagi quotidiani sono:
• Veneto ( 3.607, in controtendenza essendo ancora in crescita),
• Lombardia ( 3.148),
• Emilia Romagna ( 1.964),
• Puglia ( 1.884, altra regione ancora in crescita)
• Lazio ( 1.783). i casi totali sono 1.709.991.
I guariti sono 23.926 (ieri 25.276) per un totale di 896.308. Superati ancora dunque i nuovi casi del giorno: per questo il numero degli attuali positivi continua a scendere, -3.533 (ieri -2.280), e arriva a 754.169. Di questi, sono in isolamento domiciliare 720.494, 2.441 meno di ieri.

Lamorgese: “A Natale 70mila forze ordine per controlli. No città militarizzate, controlli a frontiere” – “Le forze di polizia che utilizziamo sono un numero elevato: nel periodo natalizio ci saranno 70mila unità addetti a questo tipo di controllo ma con grande senso di equilibrio dal momento che sono aperti i negozi anche per salvaguardare un certo tipo di economia”. Lo ha detto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, a Sky TG24 Live In Courmayeur. Ci sarà una militarizzazione del territorio, specie nel periodo delle festività natalizie?  “Ci sarà un controllo discreto, non ci può essere una militarizzazione delle città”, ha spiegato la ministra. Anche se, ha aggiunto, “faremo ulteriori controlli, più incisivi, alle frontiere e negli aeroporti per evitare il diffondersi della pandemia. Più controlli e tamponi. Dobbiamo stare attenti – ha ammonito – perché abbiamo avuto l’esperienza dell’estate che non è stata positiva, e dobbiamo evitare assolutamente una terza ondata”.

Fondo cultura, firmato decreto ripartizione primi 50 mln – Il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, hanno firmato il decreto che stabilisce le modalità di ripartizione delle risorse del ‘Fondo per la Cultura’. Il decreto è stato istituito con il decreto Rilancio ed è aperto ai contributi dei privati che possono sostenere il mondo della cultura anche attraverso operazioni di microfinanziamento, di mecenatismo diffuso, di azionariato popolare e di crowdfunding idonee a permettere un’ampia partecipazione della collettività. “Con la firma di questo decreto – ha dichiarato Franceschini – diamo un ulteriore aiuto concreto a favore della tutela e della conservazione del patrimonio artistico del nostro Paese introducendo anche nuovi e importanti meccanismi di collaborazione tra pubblico e privato in un settore che sta pagando duramente il prezzo della pandemia”.

Toti, governo riconsideri spostamenti città e regioni – Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, torna a invitare il governo a riconsiderare la possibilità di aprire agli spostamenti tra comuni e regioni in vista delle feste di Natale. “È giusto lavorare per evitare la terza ondata, prendendo misure adeguate – sostiene sulla sua pagina Facebook – ma vanno considerati anche altri fattori. In Liguria per esempio il contagio da Covid continua a calare. Anche il report ministeriale numero 29 arrivato ieri, conferma questa tendenza: con l’Rt pari a 0,68 la nostra è la seconda regione con l’indice di contagio più basso in tutto il Paese”. “La pressione sui nostri ospedali – continua il ‘governatore’ ligure – è diminuita e i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono scesi sotto la soglia dei 100. Alla luce di questo, riconsiderare lo spostamento tra i comuni e tra le regioni in zona gialla nei giorni delle feste, credo sarebbe un segnale importante. È un tema anche sociale oltre che economico, eviterebbe ai piccoli comuni di rimanere isolati, al nostro entroterra di essere penalizzato, a migliaia di persone di rimanere sole. Confidiamo che il Governo ne tenga conto e che faccia queste modifiche. Possiamo e dobbiamo combattere su più fronti questa battaglia, contro il virus e contro le drammatiche conseguenze che sta portando nella nostra società. E credo che per un amministratore sia un dovere morale occuparsene, prima che sia troppo tardi”.

Spallanzani, 234 pazienti (+9); 40 in terapia intensiva – Aumenta di 9 unità il numero dei pazienti positivi al coronavirus ricoverati allo Spallanzani di Roma: sono 234 a fronte dei 225 di ieri. L’ospedale romano precisa che 40 pazienti necessitano di terapia intensiva (+1 rispetto a ieri) e che i pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono a questa mattina 1413.

Focolaio ospedale Brescia, trasferiti 22 pazienti – È allarme per un focolaio sviluppato alla Traumatologia Ortopedia dell’ospedale Civile di Brescia. A denunciare la situazione una delegata Cgil. I ricoverati risultati positivi sono 22. La Direzione a provveduto ad un semisvuotamento del reparto, con trasferimento dei positivi nei letti del Covid A di scala 14 al Satellite. La direzione del Civile sottolinea: “Il focolaio è, allo stato, sotto controllo. E i protocolli sono stati applicati”.

A Pratica di Mare hub stoccaggio campagna vaccinazione Covid – Sarà il sito della Difesa a Pratica di Mare l’hub nazionale di stoccaggio per la campagna di vaccinazione anti-COVID19 che il Governo italiano sta approntando. Lo annuncia, d’accordo con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ed il ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario Straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. Si tratta di un hub intermodale militare, di ampie dimensioni, ottimale per la successiva distribuzione dei vaccini, in grado di accogliere vettori aerei, elicotteri e baricentrico per la connettività stradale. Le fiale di vaccino verranno concentrate nel sito, in cui sono disponibili shelter di ampie dimensioni, che garantiranno la massima efficacia per la conservazione ed i massimi livelli di sicurezza per gli stock. I vaccini saranno poi da lì distribuiti, a cura delle Forze Armate con differenti vettori, ai numerosi punti di somministrazione che il piano ha previsto su tutto il territorio nazionale, di nuovo nelle condizioni di massima sicurezza.

Protesta operatori sanitari Brescia, ospedale apre al dialogo – Dopo il flash mob di 150 medici e infermieri degli Spedali Civili di Brescia che hanno chiesto maggiore coinvolgimento sulle decisioni e sulla gestione dell’emergenza Covid in reparto, la direzione dell’ospedale ha teso la mano agli operatori esasperati da mesi di trincea sanitaria. “Il disagio degli operatori sanitari, derivante dagli 8 mesi di altissima pressione alla quale sono stati sottoposti a causa dell’emergenza Covid-19, è pienamente comprensibile e condiviso – ha spiegato la direzione del principale ospedale bresciano -. La coesistenza di questi due fattori ci impone, come professionisti del settore, un radicale ripensamento del nostro operare che è innanzitutto organizzativo dove l’innovazione, non solo tecnologica, è la chiave di volta per fornire ai cittadini un servizio universalista di alta qualità ed efficienza”. Non solo. “La direzione è fortemente impegnata nel dialogo con i professionisti che si impegnano quotidianamente per la salute dei cittadini e ha intrapreso un percorso finalizzato a trovare soluzioni condivise e volte a migliorare la qualità delle condizioni di lavoro di tutti gli operatori – ha chiuso la direzione -. In tal senso ha apprezzato che, nel flashmob del gruppo Siamo Tutti Ippocrate, per la prima volta i partecipanti abbiano mostrato una corrispondente volontà di apertura rivolgendosi idealmente verso l’edificio della direzione”.

Cei, la tutela della salute richiede impegno di tutti – La pandemia “ci ha fatto sperimentare in maniera inattesa e drammatica la limitazione delle libertà personali e comunitarie”, portandoci a riflettere sul “senso profondo della libertà in rapporto alla vita di tutti: bambini e anziani, giovani e adulti, nascituri e persone in fin di vita”. Lo scrive il Consiglio episcopale permanente della Cei nel Messaggio per la 43esima Giornata Nazionale per la Vita che si celebrerà il 7 febbraio 2021 sul tema “Libertà e vita”.  “Nelle settimane di forzato lockdown quante privazioni abbiamo sofferto, specie in termini di rapporti sociali! Nel contempo, quanta reciprocità abbiamo respirato, a riprova che la tutela della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno; quanta cultura della prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza!”, si sottolinea nel Messaggio.

Dpcm, Bonaccini: “Troppo penalizzati i piccoli Comuni” – In un’intervista al Corriere della Sera il governatore emiliano-romagnolo Stefano Bonaccini commenta alcune delle norme dell’ultimo Dpcm. Tra quelle meno comprensibili, segnala “l’impossibilità di uscire dai piccoli Comuni”. “Gli spostamenti, purtroppo, vanno limitati: su questo siamo tutti d’accordo. Tuttavia, esiste un tema sociale, che riguarda le categorie più deboli: persone sole, altre in situazione di fragilità, anziani, i cui figli o parenti più stretti magari vivono e lavorano lontano o semplicemente nel Comune accanto. Dobbiamo assolutamente tutelarle e aiutarle. Anche la solitudine può uccidere, o rendere non degna la vita di chi non ha altro che l’affetto di un figlio. Inoltre, c’è un paradosso: ci si potrà muovere per decine e decine di chilometri all’interno delle grandi metropoli, ma non percorrere poche centinaia di metri tra piccoli Comuni, abitati da poche centinaia di persone”. E spiega: “È questo il tipo di osservazioni che avremmo voluto presentare al governo, perché nessuno meglio di noi conosce il territorio. Tutto qua”, conclude il governatore emiliano.

Mes, Speranza: “Per Ssn forte servono tutti i fondi possibili” – “L’Italia deve usare questo passaggio drammatico della pandemia per trasformare la crisi del Covid in una grande opportunità. La possibilità di una grande riforma sistemica che segni la ripartenza del nostro Servizio sanitario nazionale che è la cosa più preziosa che abbiamo”. È quanto dichiara in un colloquio con Il Sole 24 Ore il ministro della Salute Roberto Speranza, che dopo dieci mesi di emergenza continuativa prova ad alzare lo sguardo per guardare al dopo pandemia, per dire che 68 miliardi “sono le risorse che consideriamo giuste per il nostro Piano, che ovviamente sono da spendere in più anni” se si si vuole costruire un Servizio sanitario nazionale  più forte dopo le ferite inferte dal Covid. E per finanziare questo Piano si può e si deve attingere a “tutti i canali attivabili, quelli europei sicuramente e quelli nazionali”. Tra cui c’è anche da attingere alle disponibilità del Mes, perché i soldi “da dovunque vengano sono benvenuti”, dice senza mezzi termini Speranza.

Vespignani: “Non ha più senso parlare di ondate del virus” – “L’Italia è un punto di riferimento perché è stato il primo Paese occidentale colpito. L’unico problema è che ha perso l’occasione di evitare la seconda ondata, anche questo però al pari di altri Stati europei”. È il giudizio espresso da Alessandro Vespignani, epidemiologo computazionale alla Northeastern University di Boston, nel corso di un’intervista a La Stampa. Secondo l’esperto, “non ha più senso parlare di ondate”, conclude Vespignani, perché “il virus circola, ci sono 24 mila contagi al giorno e aumentano appena le persone tornano a incontrarsi”, per cui “è meglio seguire con buon senso le indicazioni del governo”.

Conte: “Il governo non cadrà sul Mes, rimpasto no, confronto sì” – “Siamo in guerra con il virus ma ora inizia la ricostruzione nel segno dell’Europa e sarà il mio governo a guidarla perché non cadrò sul Mes”. È il messaggio centrale della lunga intervista del premier Conte che appare sul quotidiano La Repubblica. Conte dice anche che il voto del 9 dicembre “non lo temo perché il voto non sarà sull’attivazione del Mes ma su alcune sue modifiche che, grazie anche al contributo dell’Italia, sono servite a migliorare un meccanismo già esistente dal 2012”. Conte è certo: “Continueremo a lavorare – dice – per attuare lo schema europeo di assicurazione dei depositi (EDIS), mentre dobbiamo fare in modo che questo sforzo comune che ha portato ad adottare il piano “Next generation EU”, attraverso il meccanismo del debito comune europeo, possa anche in futuro costituire il naturale presidio contro i cicli recessivi che potranno investire l’Ue”. Mettendo a fuoco la posizione di Forza Italia sul Mes – avversario o potenziale alleato – il premier dice anche di non costruire “le fortune del governo sui comportamenti di una forza di opposizione”, per poi aggiungere: “Certamente continuerò a mantenere aperto un tavolo di confronto con le forze politiche, che, anche dall’opposizione, vorranno dare un contributo in ragione della fase drammatica che stiamo vivendo”. Sulla questione del rimpasto, il presidente del Consiglio si esprime così: “Il termine ‘rimpasto’ è una formula che andrebbe esiliata dal lessico della nuova politica. Cosa significa? Rimescolamento delle posizioni di governo?” si chiede Conte, per poi rispondere: “I cittadini non capirebbero. Se invece, nell’ambito di un serio e costruttivo confronto politico, una forza dovesse ravvisare l’opportunità di migliorare la sua squadra, questo sarebbe un altro discorso. Ma deve nascere dalle forze politiche, in maniera trasparente. Sono alla guida di una squadra che sta lavorando molto bene, benché sottoposta a uno stress incredibile da emergenza sanitaria, sociale ed economica”. E “il confronto che è in atto, su riforme e priorità del programma, potrà tornare utile a rilanciare l’azione di governo e impostare la ricostruzione con più determinazione. Sui tavoli di lavoro non vi sono litigi ma discussioni sulle migliori soluzioni. Non possiamo lasciarci distrarre da questo chiacchiericcio di fondo”.

 

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