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Coronavirus in Italia, ultime notizie. Locatelli: “Si inizia a vedere una chiara decelerazione”. Il bollettino di oggi: 37.255 nuovi casi e 544 morti

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Credit: Ansa

Coronavirus in Italia, le ultime notizie di oggi

CORONAVIRUS ITALIA ULTIME NOTIZIE – É un’Italia multicolore quella che fa i conti con la seconda ondata della pandemia di Coronavirus (qui le ultime notizie sul Covid-19 nel mondo). Dopo l’aggiornamento disposto ieri dal Ministero della Salute, il quadro ora vede: in zona rossa Lombardia, Piemonte, Campania, Toscana, Calabria, Val d’Aosta e la Provincia di Bolzano; in zona arancione Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Sicilia; in zona gialla Veneto, Lazio, Sardegna, Molise, Provincia di Trento. Ieri si sono registrati 550 decessi e 40.902 nuovi casi a fronte di oltre 250mila tamponi. Di seguito tutte le ultime notizie sul Coronavirus in Italia di oggi, sabato 14 novembre 2020, aggiornate in tempo reale.

Ore 20,20 – Calabria, scuole chiuse fino al 28 novembre – In Calabria sono sospese tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza, dal 16 al 28 novembre. È quanto prevede la nuova ordinanza (la n. 87) firmata oggi dal presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì. “Non è stata una decisione facile, ma il momento è drammatico e le famiglie calabresi devono essere tutelate”, spiega il massimo rappresentante dell’esecutivo regionale. La nuova ordinanza segue la n. 85 e la n. 86, con le quali il presidente ha disposto, rispettivamente, l’aumento di 244 posti letto e il reclutamento di 300 tra medici e infermieri per il contrasto all’emergenza covid-19. Il provvedimento firmato oggi da Spirlì – in considerazione dell’ultimo Dpcm e dell’ordinanza del ministro della Salute che dispone l’istituzione della “zona rossa” in Calabria – prende atto che “dalle ultime analisi epidemiologiche elaborate dal personale del Gruppo operativo dell’Unità di crisi regionale si registra un incremento nei valori degli indicatori di allerta. In particolare, “il valore in aumento della variabile “nuovi casi confermati negli ultimi 14 giorni per 100.000 abitanti” sebbene continui ad essere il più basso fra tutte le regioni, risulta essere 15 volte più grande, con trend in crescita, rispetto al valore registrato nel periodo di settembre – in cui si era mantenuto stabile – e può ragionevolmente considerarsi in stretta correlazione con la ripresa delle attività scolastiche di ogni ordine e grado nei singoli territori regionali”. Nella riunione tecnica dello scorso 13 novembre con i direttori dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali, “è stata rappresentata, da questi – si spiega nell’ordinanza -, la problematica connessa ai numerosi contagi di studenti e operatori scolastici, che rischia di determinare un continuo aumento della diffusione epidemica, atteso che le scuole, soprattutto quelle dell’infanzia e primarie, rappresentano un luogo di aggregazione in cui il rispetto del distanziamento interpersonale è complicato e la possibilità di trasmissione del contagio di origine domiciliare è amplificata”. Inoltre, in numerosi ambiti territoriali, “i sindaci – soprattutto dei capoluoghi di provincia – hanno, con propri provvedimenti, disposto la sospensione delle attività didattiche in presenza, di ogni ordine e grado; Anche studi scientifici internazionali “evidenziano come la sospensione delle attività scolastiche possa nel medio periodo ridurre tra il 15 ed il 24% la capacità di riproduzione del virus”.

Ore 18,00 – Milano, a giorni 10 o 20 posti letto in più in ospedale Fiera – L’ospedale allestito in primavera in un padiglione in disuso della Fiera di Milano per curare pazienti affetti da Coronavirus sarà dotato a giorni di almeno una decina posti in più di terapia intensiva, forse anche più di 20. Lo ha detto il direttore della struttura, Nino Stocchetti, in un video pubblicato dalla Regione Lombardia. “La nostra disponibilità è adesso di una sessantina di posti letto e contiamo di espanderla con un ritmo piuttosto rapido, per cui dovremmo avere alla fine della settimana prossima tra 70 e più di 80 posti letto disponibili. Io lo interpreto come un segnale di efficienza della Fiera e come un fortissimo segnale di quanto bisogno c’è di ricoverare malati” ha detto Stocchetti.

Ore 17,15 – Il bollettino della Protezione Civile di sabato 14 novembre – È di 688.435 persone attualmente positive (+24.509), 44.683 morti (+544),  411.434 guariti, per un totale di 1.144.552 casi (+37.249), il bilancio inerente l’epidemia di Coronavirus in Italia emerso dal bollettino di oggi diffuso dalla Protezione Civile e dal ministero della Sanità. Dei 688.435 attualmente positivi, 31.398 (+484) sono ricoverati in ospedale,  3.306 (+76) necessitano di terapia intensiva, mentre 653.731 (+23.949) si trovano in isolamento domiciliare. Il numero dei tamponi processati oggi è 227.695, contro i 254.908 di ieri e i 234.672 dell’altro ieri. (Qui il bollettino completo).

Ore 16,30 – Napoli, strade affollate alla vigilia del lockdown – Alla vigilia del lockdown, in molte strade di Napoli si è riversato un fiume di persone. Bar affollati, assembramenti e shopping dell’ultim’ora in particolare nella zona di Chiaia e nel quartiere collinare del Vomero. Impressionano le immagini girate da Ansa e pubblicate dal Corriere della Sera tra via Roma, piazza Vanvitelli, via Scarlatti, via Luca Giordano. Leggi l’articolo.

Ore 15,00 – Agenas: negli ospedali metà posti letto occupata da pazienti Covid – La metà dei posti letto nei reparti ordinari (escluse quindi le terapie intensive) degli ospedali italiani è occupata da malati Covid. La soglia del 50%, ben superiore al limite di rischio del 40% fissato dal Ministero della Salute, è stata raggiunta ieri, secondo l’ultima rilevazione dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). A ieri i ricoverati in area non critica erano 30.914, a fronte di una disponibilità totale di posti letto di 62.370. Come sempre, con notevoli differenze regionali: la provincia di Bolzano è addirittura al 97% di occupazione dei posti letto, ossia è al tutto esaurito, con 453 ricoverati per Covid su 468 posti complessivi. Dati molto sopra la media anche in Piemonte, con il 90% di occupazione (4.890 ricoveri Covid su 5.442 posti totali), in Val d’Aosta (79%), Liguria (73%) e Provincia di Trento (68%). Ma sono 14 in totale le regioni che superano la soglia critica del 40% di occupazione posti letto: oltre a quelle già elencate, ci sono Marche (58%), Emilia Romagna (52%), Lombardia (50%), Campania (49%), Umbria (49%), Lazio (48%), Abruzzo (45%), Puglia (44%), Calabria (42%).

Ore 13,00 – Rezza: “Piano su distribuzione vaccino insieme a Regioni” – “Per quanto riguarda la locazione di priorità, l’identificazione di target vaccinali, i siti, chi vaccina e chi dove c’è un gruppo coordinato dalla direzione della prevenzione sanitaria che ha approntato una bozza di piano, sulla quale c’è una riflessione insieme alle Regione e si sta quindi perfezionando. Nei prossimi giorni comunque di sicuro il ministro ne darà conoscenza”. Lo dice il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, rispondendo a una domanda sui criteri di distribuzione del vaccino anti-Covid quando arriverà.

Ore 11,30 – Locatelli: “Si inizia a vedere una chiara decelerazione” – Cala l’indice di Rt e siamo al quarto giorno di fila con un calo anche delle terapie intensive. Lo hanno detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli e il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, nella conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio delle Regioni della Cabina di regia e sulla situazione epidemiologica. Ieri le terapia intensive erano cresciute di 60 unità, 89 il giorno prima, 110 tre giorni fa e 122 quattro giorni fa. “Cominciamo a vedere in maniera chiara e inequivocabile una decelerazione che deve essere motivante ad andare nella direzione di riuscire col contributo di tutti a far flettere la curva epidemica”, hanno osservato Locatelli e Rezza. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha aggiunto: “Da un lato c’è l’indicazione che le misure funzionano. Ma il numero di casi è ancora significativo, per cui non si vede allentare la tensione”.

Ore 10,50 – Pregliasco: “Sarà un Natale senza tavolata con i nonni” – A Natale “non dovremo ripetere gli errori estivi. Ogni contatto rimarrà a rischio. So che sarà dura, ma per il cenone e il pranzo i nonni sarà meglio lasciarli a casa. Genitori e figli al massimo”. Lo dice una intervista a La Stampa il virologo Fabrizio Pregliasco. “Le chiusure stanno funzionando e le nuove zone rosse e arancioni proseguono nella direzione giusta”, sottolinea l’esperto. “Ora bisogna investire per evitare altri guai a gennaio”.

Ore 09,45 – Discoteche aperte, si dimette epidemiologo del Cts Sardegna – L’epidemiologo Giovanni Sotgiu si è dimesso dal Comitato tecnico scientifico della Regione Sardegna in seguito alle vicenda delle discoteche aperte a Ferragosto sulla quale la procura della Repubblica di Cagliari ha aperto un’inchiesta. “Ho già inviato una mail formale, è venuto meno il rapporto di fiducia”, ha spiegato Sotgiu in una intervista al quotidiano L’Unione Sarda. L’epidemiologo, – citato nella mail dell’11 agosto dell’altro componente del Cts, Stefano Vella, con la quale si dava il via libera alla riapertura delle discoteche – afferma di non aver espresso alcun parere favorevole (“Ero assolutamente contrario all’apertura dei locali”). “Il 6 agosto – ricostruisce – abbiamo dato ufficialmente il parere negativo come Comitato, l’ho scritto io. L’11 agosto dall’assessorato hanno inviato una mail  chiedendo un altro parere sull’ordinanza che stavano preparando. Il professor Vella (che poi ha chiarito tutto) ha risposto anche a mio nome, ma io non avevo letto la bozza. Ci saremmo dovuti sentire tutti l’indomani per esaminarla, invece è stata firmata dal presidente Solinas poche ore dopo. Quando poi ho visto i giornali sono rimasto esterrefatto, anche perché l’ordinanza diceva ‘sentito il parere del Comitato tecnico scientifico’”.

Ore 08,00 – Natale, c’è l’ipotesi di eliminare il coprifuoco – Il Governo lavora al dossier Natale. Il calo dell’indice Rt fatto registrare ieri (da 1,7 a 1,4) fa ben sperare l’esecutivo su un rallentamento della curva epidemica e nell’esecutivo si valuta un allentamento delle misure restrittive almeno per i giorni delle Festività. Tra le ipotesi più accreditate, secondo indiscrezioni di stampa, ci sarebbe quella di eliminare il coprifuoco dalle 22 alle 5 in modo da consentire lo svolgimento di cene in famiglia. Da escludere, al momento, limitazioni rigide sui parenti che si potrà o non potrà incontrare, ma potrebbe esserci una raccomandazione più generica raccomandazione circa il numero di persone sedute a tavola.

CORONAVIRUS, COSA È SUCCESSO IERI IN ITALIA

Toscana e Campania in zona rossa, Emilia, Friuli e Marche in zona arancione – Nella serata del 13 novembre il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un’ordinanza che – sulla base delle valutazioni fatte dalla Cabina di regia composta da Ministero, Iss e Regioni – fa passare Toscana e Campania in zona rossa ed Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche in zona arancione. Ora dunque il quadro vede: in zona rossa Lombardia, Piemonte, Campania, Toscana, Calabria, Val d’Aosta e la Provincia di Bolzano; in zona arancione Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Sicilia; in zona gialla Veneto, Lazio, Sardegna, Molise, Provincia di Trento. Leggi l’articolo completo

L’indice Rt cala a 1,4 – Si conferma in calo l’indice Rt in Italia, schizzato a 1,72 la scorsa settimana. Secondo la bozza del report settimanale della Cabina di regia composta da Ministero della Salute, Iss e Regioni, l’Rt nel periodo 22 ottobre-4 novembre è sceso a 1,43, con un margine che va da 1,08 a 1,81. Si riscontrano comunque valori medi di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle regioni, e superiori a uno in tutte le regioni.

Il bollettino del 13 novembre – Ieri si sono registrati 550 decessi e 40.902 nuovi casi a fronte di oltre 250mila tamponi. Secondo il consueto bollettino diffuso dalla Protezione Civile e dal Ministero della Salute, sono 663.926 le persone attualmente positive (+28.872 rispetto al giorno precedente), mentre dall’inizio della pandemia si contano 44.139 morti (+550) e 399.238 guariti (+11.480), per un totale quindi di 1.107.303 casi (+40.902). Dei 663.926 attualmente positivi, 30.914 (+1.041) sono ricoverati in ospedale, 3.230 (+60) necessitano di terapia intensiva, mentre 629.782 (+27.727) si trovano in isolamento domiciliare. Il numero dei tamponi processati ieri è di 254.908, contro i 234.672 di giovedì e i 225.640 di mercoledì. Qui il bollettino completo

Il virologo Pregliasco: “Prepariamoci alla terza ondata a febbraio”. L’esperto invita a non abbassare la guardia a Natale: “Il rischio è che la politica sia tentata di sdrammatizzare la situazione come successo in estate, per rilanciare l’economia. Questo non deve assolutamente succedere”. Leggi la notizia completa

Bonaccini ancora positivo: “Polmonite in stadio iniziale”. “Ho fatto il tampone di controllo, purtroppo ancora positivo. Vista la forte tosse persistente, poi, sono stato visitato e ho fatto ulteriori accertamenti. Mi hanno diagnosticato una polmonite bilaterale ad uno stadio iniziale. Al momento, i medici ritengono che possa essere adeguatamente curato da casa, senza dover essere ricoverato. E questo è almeno un sollievo. Ho massima fiducia nella loro valutazione e mi affido alla loro capacità e alle loro cure”: lo scrive su Facebook il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, risultato positivo al Covid-19 dal primo novembre scorso. “Continuerò a lavorare da casa, rinunciando magari a qualche eccesso di stress che in questi mesi non mi ha certo aiutato. Ma non mi fermo”, assicura il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni.

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