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    L’ultima trovata di Gallera: definire “cool” e “il nuovo must dell’estate” il suo libro sul Covid

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 14 Giu. 2022 alle 17:07

    Giulio Gallera non smette di far parlare di sé: dopo la discutibile decisione di presentare il suo libro in cui ripercorre i mesi più duri della lotta al Covid nella Rsa Anni Sereni di Treviglio, in provincia di Bergamo, dove, nell’aprile 2020, si registrarono 32 morti in 23 giorni proprio a causa del virus, l’ex assessore alla Sanità della regione Lombardia sui social promuove il suo volume presentandolo addirittura come il nuovo must dell’estate.

    Nulla di male nel promuovere un libro, ci mancherebbe, ma magari un po’ di delicatezza in più in una vicenda che ha causato oltre 167mila morti in due anni e sulla quale la politica non ha ancora fatto i conti con le responsabilità soprattutto per la mancata zona rossa nella Val Seriana, sarebbe gradita.

    Non deve pensarla così Gallera, però, che sul suo profilo Instagram non fa altro che sottolineare il successo del libro presentandolo, come detto, come un volume “cool”.

    Tra i vari post, infatti, balza subito agli occhi una foto, pubblicata circa una settimana fa, in cui il libro di Gallera, Diario di una guerra non convenzionale. La nostra lotta contro il virus, viene letto da alcune persone in piscina o in spiaggia.

    Ma quello che colpisce di più è la didascalia proposta dall’attuale consigliere regionale di Forza Italia: “Dalla Liguria alla Toscana e all’Emilia Romagna, la moda dell’estate è leggere in spiaggia “Diario di una guerra non convenzionale”. Se anche tu vuoi essere cool devi acquistarlo e leggerlo sotto l’ombrellone”. E tra i vari hashtag proposti spuntano “New trend”, “Il trend dell’estate” e “Il nuovo must”.

    Forse un po’ troppo per un volume che ripercorre un’emergenza sanitaria che ha causato migliaia di morti e sulla quale la regione Lombardia, e di conseguenza anche Giulio Gallera che all’epoca ricopriva il ruolo di assessore alla Sanità, così come il governo nazionale guidato da Giuseppe Conte, non è certo esente da responsabilità.

    D’altronde, come ricordato di recente da Il Corriere della Sera, fu lo stesso Gallera, a proposito della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro, ad ammettere che la Regione avrebbe potuto aggirare l’immobilismo del governo Conte e istituire la zona rossa nei due comuni epicentro del Covid in Italia a febbraio 2020.

    Anche se poi Gallera nel libro scrive di aver fatto “tutto ciò che era nelle mie competenze”; concetto ribadito anche in una recente intervista a TPI in cui l’ex assessore ha sottolineato che “il modello Lombardia nel Covid è stato vincente”.

    L’INCHIESTA DI TPI SULLA MANCATA CHIUSURA DELLA VAL SERIANA PER PUNTI:

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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