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Home » News

Scontri Milano, arrestato il capo ultrà dell’Inter Marco Piovella

Immagine di copertina

Il 31 dicembre 2018 è stato arrestato Marco Piovella (qui il suo profilo), capo ultras della curva dell’Inter, nell’ambito indagini sugli scontri del 26 dicembre 2018, avvenuti prima della partita Inter-Napoli.

L’episodio di violenza è costato la vita all’ultrà del Varese Daniele Belardinelli.

Piovella è nato a Pavia nel 1984 ed è uno dei leader della “Curva Nord” dell’Inter, nello specifico dei “Boys S.A.N.”, ed è anche il responsabile delle coreografie degli ultras da diversi anni.

L’uomo si era recato in questura il 29 dicembre: era stato stato indicato da Luca Da Ros, uno dei primi tre arrestati a seguito degli scontri, come l’ispiratore dell’agguato ai sostenitori del Napoli.

Nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente del 26 dicembre risulta indagato anche Nino Ciccarelli, che sarebbe stato convocato dalla Digos il 30 dicembre per poi lasciare la Questura la stessa notte.

Ciccarelli, 49 anni, ha fondato la tifoseria dei “Viking” nel 1984, e ha alle spalle 12 anni di carcere e 5 anni di “Daspo” , misura ancora in corso di validità.

Non è la prima volta che prende parte a scontri come quelli di San Siro del 26 dicembre: il suo nome compare anche nel caso di Ascoli, che causò la morte del tifoso Nazareno Filippini. Per quell’omicidio, Ciccarelli fu  prima arrestato e poi prosciolto.

In carcere restano intanto Luca Da Ros, Francesco Baj e Simone Tria che secondo il giudice per le indagini preliminari potrebbero “concorrere alla dispersione di elementi probatori indispensabili per lo sviluppo delle indagini, e al condizionamento dell’acquisizione di ulteriori prove”. Inoltre, secondo il giudice, resta il pericolo di reiterazione del reato.

Chi è il tifoso dell’Inter morto

Capo ultras dei Blood Honour di Varese e campione MMA di scherma corta: Daniele Belardinelli era già conosciuto alle Forze dell’ordine perché sei anni fa scatenò due ore di guerriglia a Como per l’amichevole estiva con l’Inter. E proprio in quell’occasione, insieme ad altri componenti dei Blood Honour, prese il Daspo per cinque anni. 

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