Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:58
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Diario dal Rojava, i primi funerali delle vittime curde: sfilano le bare tra le lacrime. “Americani traditori”

Immagine di copertina
Credit: Benedetta Argentieri

Il racconto del conflitto dall'inviata sul campo di TPI, Benedetta Argentieri

Guerra Turchia-curdi: diario dalla Siria – 22 ottobre

Di Benedetta Argentieri, inviata per TPI nel Rojava

Le urla delle donne affrante sovrastano la musica. Nessuno riesce a trattenere le lacrime. “Ma perché ancora morti? Non abbiamo già pagato abbastanza?”, grida una donna vestita di nero e una sciarpa colorata al collo.

S&D

Sulla spianata otto bare avvolte da un drappo rosso. Sul lato la fotografia. Sei curdi e due arabi. Dietro di loro, sei linee di donne e uomini in divisa pronti a dare il loro ultimi saluto ai loro compagni. “Questo è il risultato del tradimento americano. Niente riuscirà a lavare questa macchia, non lo dimenticheremo mai”, dice l’uomo all’altoparlante.

“Sehid Namirin” ripete tre volte. I martiri non muoiono. Segue un lungo applauso. Poi la musica e quindi una lunga processione per interrare le bare. Un migliaio di persone è arrivato al cimitero militare di Hasakah per i funerali di alcuni dei combattenti uccisi a Serekanye, la città capitolata domenica dopo una resistenza durata 12 giorni.

“Non è giusto”, scuote la testa un bambino con gli occhi rossi. La cerimonia è durata almeno un’ora e la rabbia si legge sul volto di tutti. La cerimonia si svolge nel giorno in cui gli americani hanno quasi completato il ritiro.

In mattinata decine di persone hanno contestato la lunga carovana di mezzi blindati statunitensi che lasciava il nord est della Siria. Poi l’annuncio a sorpresa: “Rimarranno 200 soldati vicino ai pozzi di petrolio”, principalmente nella zona di Deirzzor, centinaia di chilometri dal confine preso d’assalto dalle milizie turche e dagli aerei di Ankara.

Hanno paura i curdi, molta. La cosiddetta tregua sta per finire. Martedì sera alle 7,30 sembra essere un appuntamento con il destino. La gente è divisa. Le opzioni sul tavolo non sembrano molte. O sarà guerra totale lungo tutto il confine, o si fermeranno nell’area tra Serekanye e Tal Abyad.

Un portavoce del governo di Ankara ha già fatto sapere che arriveranno due milioni di rifugiati siriani. “Loro non sono di questa zona. Arrivano da Ghouta, Homs, Aleppo”, spiega Khabat Abbas, una giornalista locale.

“E poi perché noi dobbiamo andare via dalle nostre case per fare posto a loro? Non ha un senso”. Per tutta la giornata si sono rincorse notizie di scontri. La Turchia ha continuata ad attaccare nei villaggi intorno a Serekanye, Tal Abyad, Kobane, cercando di guadagnare sempre più terreno.

“Questa è una farsa, non una tregua”, ripetono i combattenti delle FDS. Intanto l’amministrazione autonoma del Rojava chiede una missione di pace sul confine. La situazione deve essere risolta al più presto, il tempo stringe.

E il memorandum con il regime sembra non abbia avuto l’effetto sperato. Infatti le forze di Bashar al-Assad si sono spinte non oltre Kobane, lasciando liberi quasi 700 chilometri di confine all’incursione turca.

In serata si sparge la notizia che i russi sono arrivati a Qamishli per trattare. “La verità è che non ci possiamo fidare di nessuno”.

La guerra della Turchia in Siria: il diario del 21 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 19 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 18 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 17 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 16 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 15 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 13 ottobre
La guerra della Turchia contro i curdi in Siria: tutta la storia in versione breve, media e lunga
Guerra Turchia curdi: Caro Pd, perché sostieni ancora l’ingresso della Turchia in Europa?
L’intervista di TPI alla deputata Pd Lia Quartapelle: “Chiederemo il ritiro del contingente Nato dalla Turchia”
Siria, parla a TPI la Ong italiana colpita dall’esercito turco: “Le bombe di Erdogan ci stanno distruggendo”
Altro che difendere i curdi, Putin vuole prendersi il Medio Oriente (di Giulio Gambino)
Armi alla Turchia: il governo dice nì (di Giulio Gambino)
L’Occidente inadeguato: mentre Erdogan massacra i curdi, Ue e Trump stanno a guardare (di Giulio Cavalli)
Guerra Turchia curdi: chi sono i curdi e perché non sono mai riusciti ad avere uno loro Stato
L’appello delle donne curde ai popoli che amano la libertà: “Aiutateci a conquistare la pace e la giustizia”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Ti potrebbe interessare
Esteri / Peggiorano le condizioni di Re Carlo: “Sta molto male, ci si prepara al peggio”
Esteri / Meloni annuncia: "Papa Francesco parteciperà al G7 | VIDEO
Esteri / Houthi: i ribelli del Mar Rosso che combattono Israele
Esteri / Accordi di Abramo: anatomia di un fallimento geopolitico
Esteri / L’Iran è un Paese spaccato a metà
Esteri / Le elezioni Usa saranno un bivio tra guerra e pace
Esteri / La nuova mappa delle alleanze in Medio Oriente
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Perché nessuno ha fermato Netanyahu?
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele