Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Ospedale di Alzano, ci sono i primi due indagati per la gestione del pronto soccorso

Immagine di copertina

L’identità degli indagati non è nota ma l’ipotesi di reato è quella di epidemia e omicidio colposo

Ospedale di Alzano, primi due indagati per gestione del pronto soccorso

L’inchiesta della magistratura sulla mancata zona rossa nella Val Seriana e a Nembro e sulla gestione dell’ospedale di Alzano va avanti. Riguardo il primo aspetto, lo scorso 10 giugno, il premier Giuseppe Conte è stato ascoltato, come persona informata sui fatti, per oltre tre ore dalla procuratrice Maria Cristina Rota. “Le audizioni si sono svolte in un clima di massima distensione e di massima collaborazione istituzionale”, ha detto la pm al termine dell’incontro durante il quale oltre ad aver sentito il premier, ha ascoltato anche i ministri Roberto Speranza e Luciana Lamorgese, sempre come persone informate sui fatti.

Sull’inchiesta arrivano però novità importanti: in Procura ci sono i primi due indagati sulla gestione del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, che fu chiuso e riaperto nel giro di tre ore, il 23 febbraio, dopo la scoperta dei primi due contagiati, poi deceduti. L’ipotesi è di epidemia e omicidio, colposi. Lo riporta il Corriere, secondo cui l’identità delle persone sotto inchiesta non è nota.

Nessun dirigente e nessun medico dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Seriate, competente su Alzano, avrebbe ricevuto al momento informazioni di garanzia, secondo Armando Di Leandro e Desirée Spreafico che firmano il pezzo. Come persone informate sui fatti erano stati sentiti, già prima di metà maggio, l’ex direttore della Sanità regionale Luigi Cajazzo, il direttore generale dell’Asst di Seriate Francesco Locati e il direttore sanitario Roberto Cosentina.

L’inchiesta della Procura di Bergamo per epidemia colposa è partita l’8 aprile 2020 grazie alle numerose denunce di operatori sanitari e cittadini raccolte anche da Francesca Nava su TPI, che ha portato avanti un’inchiesta giornalistica in più parti e sul caos presso il pronto soccorso di Alzano (e sulla mancata zona rossa di Alzano e Nembro), che ora si è trasformata anche in un e-Book. Lì dove tutto iniziò: quel 23 febbraio, come abbiamo denunciato lo scorso marzo, al Pesente Fenaroli succede un po’ di tutto: nonostante fossero stati accertati due casi Covid-19, il pronto soccorso chiude e riapre inspiegabilmente dopo 3 ore, senza essere sanificato.

Il lavoro dei magistrati si sta concentrando proprio su quello che accadde immediatamente prima di quel 23 febbraio: se due pazienti presentavano sintomi sospetti, allora ci si chiede se la loro presenza non dovesse essere gestita diversamente e se, a quel punto, non fosse necessaria una sanificazione più specifica sia del pronto soccorso sia dei reparti.

Un’altra novità rilevante è quella emersa durante il consiglio comunale di Bergamo andato in streaming ieri sera: il sindaco Giorgio Gori, rispondendo agli attacchi della Lega sulla mancata zona rossa, ha specificato: “Il 7 marzo, l’ultimo giorno prima che venisse chiusa tutta la Lombardia, il presidente Attilio Fontana disse a me e ad altri sindaci che aveva consultato i suoi esperti costituzionalisti, i quali sostenevano che la Regione non avesse potere di istituire la zona rossa. Alla luce di quanto avvenuto in altre regioni ritengo che quella indicazione, ammesso l’abbia ricevuta, non era corretta, come poi ha ammesso l’assessore Giulio Gallera”.

L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Marco Luis (“il bodybuilder più pompato di sempre”) è morto a 46 anni per cause ignote
Cronaca / Armato a San Pietro: arrestato a Roma super ricercato
Cronaca / Come si entra nei Servizi segreti? Ecco il bando per nuovi 007
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Marco Luis (“il bodybuilder più pompato di sempre”) è morto a 46 anni per cause ignote
Cronaca / Armato a San Pietro: arrestato a Roma super ricercato
Cronaca / Come si entra nei Servizi segreti? Ecco il bando per nuovi 007
Cronaca / In 2 anni 32.500 posti in meno negli ospedali italiani
Cronaca / Desenzano del Garda, multato per aver pulito la spiaggia del lago: parte la colletta
Cronaca / Fa retromarcia e investe il figlio di un anno: il piccolo Matteo muore dopo due giorni di agonia
Cronaca / Sostenibilità ambientale, l’Italia il Paese più virtuoso in Europa con l’80% della produzione dell’acciaio derivante dal riciclo di metalli
Cronaca / Poliziotto sottoposto a un test psichiatrico per capire se fosse gay: condannato il Ministero
Cronaca / Milano, uccisero padre violento: fratelli condannati in appello bis
Cronaca / Mattia Giani, si indaga per omicidio colposo per il calciatore morto in campo