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Home » Cronaca

Il ristorante stellato non trova personale: “Offriamo 1900 euro di stipendio ma niente”

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Tiene banco ormai da settimane il tema dei ristoratori che lamentano la difficoltà di trovare lavoratori, in particolare stagionali in vista dell’estate. Colpa del reddito di cittadinanza e della pigrizia dei giovani, che non vogliono fare sacrifici, la teoria di alcuni imprenditori e chef come Flavio Briatore e Alessandro Borghese. Sfruttamento e stipendi troppo bassi, ribattono gli impiegati del settore.

Un nuovo caso arriva dal Butterly, uno dei ristoranti più rinomati di Lucca. “Offriamo un lavoro stabile, assicurato e ben retribuito, ma non ci sta scrivendo nessuno, se non poche persone senza qualifica. Ovvero sia, che non hanno mai lavorato in un ristorante”, a dirlo è il titolare del locale, Fabrizio Girasoli, una stella Michelin. In particolare non riesce a trovare sommelier e personale di sala.

Eppure, a detta del proprietario, la paga è tutt’altro che scarsa: “Stiamo offrendo 1.900 euro al mese per il futuro sommelier del locale e 1.600 euro al personale di sala, ma nessuno sembra veramente interessato. Fino a pochi anni fa i curriculum piovevano a decine. Poi però qualcosa è cambiato”. Intervistato dal Corriere della Sera, Girasoli commenta: “Credo che incida quella corrente di pensiero secondo la quale i ristoratori sarebbero sfruttatori. Non posso certo parlare a nome di tutti, ma posso affermare con assoluta certezza che sia da noi che nei locali di tanti colleghi che conosco le cose vengono fatte con la massima serietà e totale rispetto delle regole. I lavoratori vengono assunti con contratti veri e assicurati per le ore che fanno, ricevono uno stipendio adeguato e sono retribuiti anche per gli straordinari, laddove necessari. Certo, ci sarà anche chi non rispetta la legge, ma quello vale per tutti i mestieri”.

Sicuramente dopo il Covid molti hanno deciso di dare una svolta alla propria vita. Per il proprietario del Butterfly una certa responsabilità è da attribuire anche al reddito di cittadinanza che “di sicuro non invoglia le persone a cercare lavoro”. “In generale, senza voler insegnare niente a nessuno, mi pare che una volta ci fossero giovani disposti a fare la gavetta, mentre oggi si vorrebbe tutto e subito. C’è gente che non vuole lavorare di domenica, altra che non vuol lavorare di sera: da noi un cameriere inizia il turno alle 16 e lo finisce verso mezzanotte. Se uno ha voglia di uscire e andare a ballare avrebbe tutto il tempo che vuole per farlo”.

Leggi anche: Vissani: “I miei dipendenti pagati 1300 euro per lavorare tre giorni”

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