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    Covid-19, inchiesta di Bergamo: “Con la zona rossa si sarebbero potuti evitare 4.148 morti”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 2 Mar. 2023 alle 14:55

    Inchiesta Covid-19: “Con la zona rossa si sarebbero evitati 4.148 morti”

    Con l’istituzione della zona rossa si sarebbero evitati – secondo un calcolo effettuato da parte del consulente della procura di Bergamo, Andrea Crisanti – 4.148 morti, “pari al numero dei decessi in meno che si sarebbero verificati in provincia di Bergamo, di cui 55 nel Comune di Alzano Lombardo e 108 nel Comune di Nembro”. Lo scrivono i pm di Bergamo nell’atto di chiusura delle indagini.

    L’inchiesta si è conclusa per 17 indagati. L’ipotesi principale è quella del reato di epidemia colposa. Fra questi ci sono l’allora premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. I loro atti saranno trasferiti alla procura di Brescia, mentre a Bergamo restano i fascicoli degli altri indagati, tra cui il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, l’ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli e l’allora direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito.

    Nell’inchiesta ci sono anche il mancato aggiornamento e la mancata applicazione del piano pandemico del 2006. Oltre al caso dell’ospedale di Alzano chiuso e riaperto a distanza di poche ore.

    L’INCHIESTA DI TPI SULLA MANCATA CHIUSURA DELLA VAL SERIANA PER PUNTI:

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