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Coronavirus, cosa resterà aperto e cosa chiuso nella Fase 2. Il calendario delle riaperture

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Coronavirus, cosa sarà aperto e cosa chiuso nella Fase 2. Calendario riaperture

Tutta Italia fa il conto alla rovescia per il 4 maggio: è questa, ormai, la data in cui – a meno di clamorosi ribaltoni e in concomitanza con la scadenza delle misure previste dall’ultimo Dpcm del governo – dovrebbe iniziare la cosiddetta Fase 2 della lotta al CoronavirusMentre il premier Giuseppe Conte riceve pressioni da molte Regioni, soprattutto quelle del Nord che sono anche le più colpite dal Covid-19, per una riapertura che sia la più larga possibile e che permetta alle imprese di provare a rialzarsi dopo la chiusura forzata, la task force guidata da Vittorio Colao è al lavoro per fare la sua proposta. Con un calendario delle riaperture che dovrebbe essere già ben definito e che, come precisato dal presidente del Consiglio, seguirà “linee guida omogenee per tutte le Regioni”.

S&D

Il progetto della task force si basa su alcuni punti cardine: la divisione del Paese in tre macro-regioni, una riapertura graduale con date diverse a seconda del tipo di attività, il ricorso ormai quasi certo ai test sierologici per valutare chi è già immune al Coronavirus e l’utilizzo più diffuso possibile di una app per il tracciamento dei contagi. In mezzo, il governo non vuole neanche sottovalutare il tema delle vacanze estive degli italiani. Un argomento, questo, di cui si è parlato con crescente insistente nell’ultima settimana e su cui né l’esecutivo, né la Protezione civile, né il Comitato tecnico scientifico si sono ancora espressi.

Le tre macro-regioni

E’ innegabile che il contagio corra con ritmi diversi tra alcune Regioni del Nord e il resto dell’Italia. La Lombardia, il Piemonte e l’Emilia-Romagna registrano infatti ancora numeri preoccupanti per quello che riguarda i nuovi contagi, mentre i dati delle altre Regioni mostrano che c’è stato un netto rallentamento della propagazione del Coronavirus. Nonostante ciò, diversi esponenti del mondo scientifico hanno messo in guardia dai rischi di un eccessivo lassismo nella Fase 2 del Coronavirus: una seconda ondata di contagi è altamente probabile.

Di conseguenza, la task force del governo sta pensando di suddividere l’Italia in tre macro-regioni, che dovrebbero ricalcare la classica divisione Nord-Centro-Sud. Con delle eccezioni: il Trentino potrebbe ripartire prima delle altre Regioni settentrionali, come anche al Centro l’Umbria. Il governo sta pensando anche a delle verifiche ogni 15 giorni per confermare o meno l’esistenza delle tre macro-aree. Non si escludono, inoltre, nuove zone rosse in quelle aree che registrano aumenti repentini del numero di contagi.

Coronavirus, Fase 2: il calendario delle riaperture

Quando riapriranno le varie attività produttive e commerciali? E quando i cittadini saranno più liberi di uscire da casa? E’ di certo il tema che interessa di più. Non ci sono ancora date certe, ma secondo le indiscrezioni ci sarà una ripartenza basata molto sulle classi di rischio dei vari lavori indicate dall’Inail. Mentre per quanto riguarda le uscite, si pensa a misure diverse per fasce d’età: di conseguenza, minorenni e cittadini con più di 70 anni dovranno portare ancora un po’ di pazienza. Ciò che è certo è che l’utilizzo di mascherine e guanti sarà obbligatorio a lungo, forse anche per un anno. E che il trasporto pubblico sarà rivoluzionato per evitare assembramenti all’interno dei mezzi.

Questo ipotetico calendario delle riaperture ha come prima data quella del 27 aprile: è il giorno in cui dovrebbero ripartire le prime aziende, quelle che fanno parte del settore della moda, dell’automotive e il tessile, oltre a cantieri e mobilifici. Il 4 maggio, invece, è il momento designato per la riapertura dei parchi. Si attende ancora il parere del Comitato scientifico, ma in caso di assenso si arriverebbe a una sostanziale libertà di circolazione per i cittadini. Dovrebbero riaprire anche i giochi per bambini e i runner potrebbero essere liberi di correre anche lontano da casa, seppur mantenendo le distanze di sicurezza. Rimane il divieto di picnic. Sempre il 4 maggio, si dovrebbe allentare anche il divieto di andare a trovare i propri cari.

Più difficile, invece, stabilire una data per la riapertura degli uffici e di altri negozi che implicano un contatto diretto con il cliente (si pensi ai dentisti o ai parrucchieri). Questa data dipenderà fortemente dal raggiungimento dello zero nel valore R0 (che indica che ogni paziente positivo non riesce a contagiare più nessun altro cittadino). Una volta che R0 sarà arrivato a zero, sarà più facile anche ipotizzare una data di riapertura per bar e ristoranti, seppur con misure inedite che trasformeranno profondamente l’esperienza del consumatore al loro interno.

E per quello che riguarda le vacanze? Si va intanto verso un via libera ai gestori degli stabilimenti balneari per iniziare a prepararsi alla bella stagione. Le strutture, però, andranno adeguate all’emergenza sanitaria. In estate, potrebbe arrivare l’autorizzazione ai cittadini per raggiungere le seconde case al mare o in montagna, ma ciò dipenderà dall’andamento dei contagi nelle prossime settimane. Di certo, sarà un’estate senza particolari affollamenti, anche in spiaggia. E con movimenti quasi esclusivamente all’interno dell’Italia, in luoghi non molto distanti dalle proprie residenze.

I test sierologici e l’app per il tracciamento

Il governo è già al lavoro da settimane in entrambe le direzioni. I test sierologici saranno essenziali per rintracciare tutte le persone che hanno contratto il virus, pur rimanendo asintomatiche, sviluppando però gli anticorpi necessari a renderli immuni. Solo così sarà possibile stabilire chi può riprendere normalmente la propria attività quotidiana senza correre particolari rischi. Il governo ha già avviato la procedura per l’acquisto dei test, basandosi sulle indicazioni del Comitato tecnico scientifico.

L’app per la Fase 2 del Coronavirus, invece, è quella che genera ancora più polemiche. Scaricandola sul proprio cellulare, ogni cittadino permetterebbe di tracciare i propri contatti con persone risultate positive al Coronavirus. In questo modo, sarebbe possibile intervenire tempestivamente con l’isolamento, evitando l’ulteriore diffusione del Coronavirus.

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