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Dall’infettivologo Massimo Galli al coordinatore del Cts Agostino Miozzo: ecco come trascorreranno il Natale gli esperti del Covid

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Da Galli a Miozzo: ecco come trascorreranno il Natale gli esperti anti Covid

Sono numerosi gli appelli lanciati nelle ultime settimane dagli esperti affinché il Natale non diventi un “liberi tutti” in cui dare l’opportunità al Covid di circolare liberamente. Per questo motivo viene da chiedersi: come trascorreranno le festività alcuni dei medici e virologi che abbiamo imparato a conoscere in questo periodo di pandemia? A soddisfare questa curiosità ci ha pensato il Corriere della Sera, che ha intervistato otto esperti chiedendo loro come e con chi trascorreranno il Natale. La biologa Capobianchi ha dichiarato che resterà a casa da sola con il marito: “Non amo la mondanità e in genere mi allontano raramente dalla città in cui abito e lavoro, Roma. Non vado in giro per negozi. Regali? Solo se sono utili. Non seguo le tradizioni tanto più adesso che viene richiesta sobrietà”. Per l’esperta sarà “il secondo Natale senza mia madre che, pochi giorni prima del 24 dicembre, andavo a trovare a Procida. L’altr’anno ero frastornata dalla sua mancanza, ora ho un motivo in più per trascorrere le festività come piace a me”, mentre tra gli “esclusi” alle festività di quest’anno vi saranno “gli amici con cui ci vedevamo dopo il 25”.

L’immunologa Viola trascorrerà il natale con “mio marito Marco e i figli, Davide e Dario. Essendo conviventi almeno potremo stare senza mascherina. Dopo cena, prima del coprifuoco, passeremo poi un’oretta a casa dei miei genitori, Anna e Gerardo, il tempo di scambiarci doni e auguri. Tutti stavolta con la mascherina”. Un Natale ben diverso da quelli precedenti: “Gli anni scorsi eravamo una trentina, io sono una donna del Sud, mi piacciono le belle tavolate: mia sorella Mavi che tornava dalla Francia e quest’anno invece no. Eppoi suoceri, zii, cugini. Sono pure un’ottima cuoca, mi riescono bene pandori e panettoni”. Tra gli “esclusi”, invece, vi sarà il suocero, il papà del marito Marco, che “starà con gli altri suoi figli: l’importante in tutte le case è non lasciare soli i genitori”.

“Come passerò il Natale? Bella domanda, non lo so ancora – dichiara il direttore dell’Iss Rezza – La riunione di famiglia solitamente organizzata è a rischio e mi sa tanto che salterà. a quel punto passerò al piano B: farne un giorno come un altro e non mi dispiace”. L’esperto dichiara che: “Di solito siamo in sette, ci ritroviamo a casa della nonna di mio figlio in bassa Ciociaria dove convergono due sue zie e due cugine che attualmente vivono rispettivamente a Zurigo e a Pisa. Quindi in zone ad alta incidenza di Covid. Fra noi c’è una persona anziana che va protetta. Insomma non si tratterebbe di un’occasione da vivere in serenità”. Sugli eventuali esclusi alla tavolata, Rezza afferma: “Non credo che qualcuno di noi se la prenderà a male. Cause di forza maggiore, questo virus è troppo pericoloso”.

Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, trascorrerà così le festività natalizie: “La sera del 24 saremo io e mia moglie, per il pranzo tradizionale del 25 a Milano saremo non più di 6, di sicuro meno di 10, certo quest’anno è complicato perché a Natale bisogna accontentare il mondo. Invitati speciali: Santa Mascherina e Santo Tampone che io certo farò prima di andare a salutare le vecchie zie di 91 e 95 anni”. Nel 2019 “eravamo in 15, mi dispiace per quelli che stavolta non potranno provare la mia insalata russa così come i patè di cui sono un autentico specialista”. Nessuno degli esclusi l’ha presa male: “Diraderemo i gruppi e ci faremo gli auguri via Skype, tutti consapevoli che le effusioni dovranno essere più dichiarate che partecipate. L’importante è che pur riducendo la numerosità non si riduca l’affettività”.

Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, racconta il suo Natale ai tempi del Covid: “Mia moglie Chiara ed io saremo da soli a casa davanti a una bella cena. Abitiamo a Castelnuovo di Porto, un paese di campagna vicino a Roma. Natale diverso per me che vengo da una famiglia contadina del Veneto. Il giorno della vigilia eravamo in 50, papà aveva 7 fratelli”. Miozzo sottolinea che: “Quest’anno sono tutti lontani. Mio figlio vive in Spagna con moglie e due nipotine di 8 e 10 anni. L’altra figlia è a Bruxelles, il più piccolo a Torino. Venivano tutti da noi, una baldoria cui si univano fratelli e sorelle miei e di Chiara. Tombola, mercante in fiera, giochi, non ci facevamo mancare niente”. L’esperto quindi sottolinea che “sarà un giorno tristarello”, ma anche che “non c’è alternativa”.

Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, dichiara: “Farò il tempone antigenico a tutti, quel giorno vogliamo essere liberi di abbracciarci. A cena a Firenze oltre a me ci sarà mia madre Carmelina, 92 anni, mio fratello e mio figlio con nuora e due nipoti di 13 e 16 anni che non vedono la bisnonna da 3 mesi per proteggerla. Mia moglie andrà dalla mamma a Cavalese”.Un Natale diverso dai precedenti quando “La sera della Vigilia andavamo tutti in un ristorante a Calenzano, amici compresi. Alle 22.30 lo scambio dei doni. Il giorno ero uno dei 150 Babbi Natale che giravano per la città per raccogliere offerte da dare in beneficenza”. Sugli assenti, Cricelli dichiara: “Dispiace a tutti di dover selezionare gli ospiti. Siamo però talmente desiderosi di superare questo periodo da sentirsi felice di sacrificarci per noi e la comunità”.

Come sarà il Natale a casa dell’infettivologa Cattelan? L’esperta anti Covid risponde: “Amo molto il Natale, le luci, gli addobbi, l’albero e il presepe. Anche mio marito, Marco, è infettivologo: il giorno del 25 lavoreremo entrambi a Padova, così io passerò in reparto a salutare i pazienti. La sera del 24 invece saremo a cena a casa con nostro figlio Pietro, 16 anni”. La dottoressa ricorda che “Gli anni scorsi era tradizione ritrovarci tutti il 26, coi fratelli, i genitori di mio marito, le cognate. Io facevo il tiramisù. Poi partivamo per le Dolomiti, adoro sciare. Quest’anno, con le piste chiuse, faremo forse una ciaspolat”. Sugli “esclusi”, invece, la Cattelan dichiara: “La lontananza forzata dispiace molto al mio fratello più grande, Piergiovanni. L’altro fratello, Ezio, è anestesista in un ospedale Covid… Ma resto ottimista, perciò dico: godiamoci lo stesso questo Natale, non lasciamoci travolgere dalla tristezza”.

La microbiologa Gismondo invece afferma: “Visto che sarebbe stata una scelta improba, chi ammettere e chi escludere dalla cerchia ristretta dei 6 commensali per la sera di Natale, io e il mio compagno Marco abbiamo preso la decisione di non fare nulla, cenare noi due da soli e poi scambiarci con gli altri gli auguri via WhatsApp. Con la promessa però di ritrovarci tutti appena il Covid ci abbandonerà”. Nel 2019 l’esperta ricorda che “eravamo in 15 e io feci una pasta ‘ncasciata da urlo”, mentre sugli assenti dichiara: “Le mie figlie, Beatrice e Cecilia, hanno compreso la necessità anti-contagio. Solo lo zio Alessandro c’è rimasto male: ‘Non c’è pericolo, tra noi siamo sicuri’, continua a dire nella speranza che cambi idea all’ultimo”.

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