Femminicidio Roveredo in Piano, l’avvocatessa rinuncia a difendere l’uomo che ha ucciso la compagna: “Non posso accettare”
La legale rinuncia all'incarico: "Non posso assumere le difese di quest'uomo, dopo una vita spesa a promuovere i diritti delle donne". Dopo l'assassinio l'uomo si è presentato in questura con le mani ancora sporche di sangue e ha raccontato agli agenti quello che aveva fatto
Uccide la compagna a coltellate. L’avvocatessa che doveva difenderlo rinuncia
Ieri si celebrava la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone, nella notte, è stato commesso l’ennesimo femminicidio: un uomo ha ucciso la compagna con numerose coltellate al collo. Dopo l’assassinio si è presentato in questura con le mani ancora sporche di sangue e ha raccontato agli agenti quello che aveva fatto.
Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico- Squadra Volante e della Squadra Mobile della Questura si sono immediatamente recati nell’abitazione indicata dall’uomo, dove hanno trovato il cadavere della donna. Sul posto è giunto poco dopo anche il pubblico ministero di turno, Federico Facchin, che, completati i primi accertamenti, ha arrestato l’uomo per il reato di omicidio volontario pluriaggravato.
L’avvocatessa Rossana Rovere, già presidente dell’Ordine degli avvocati della provincia di Pordenone, che l’uomo aveva scelto a proprio difensore, ha rinunciato all’incarico. “Non sono serena, non posso accettare l’incarico – ha dichiarato Rovere all’Ansa – l’indagato mi conosceva e ha indicato me quando gli è stato chiesto chi dovesse patrocinare la sua difesa, ma non posso accettare l’incarico. In questi minuti si sta procedendo a indicare l’avvocato d’ufficio: io non posso assumere le difese di quest’uomo, dopo una vita e una carriera spese a promuovere la tutela dei diritti delle donne“.
La vittima si chiamava Aurelia Laurenti, 34 anni, il reo confesso Giuseppe Forciniti ne ha invece 33. Insieme avevano due figli di 8 e 3 anni. I bambini non hanno assistito alla tragedia perché quella notte dormivano dai nonni materni.
La notte precedente, quella tra martedì 24 e mercoledì 25 novembre erano stati commessi altri due femminicidi. Il primo omicidio è stato commesso a Cadoneghe, in provincia di Padova, dove il 39enne Jennati Abdelfettah, di professione magazziniere, ha confessato di aver ucciso la moglie Abiou Aycha Nata dopo averla ferita al petto con un coltello da cucina. La donna in passato aveva denunciato il marito, salvo poi ritrattare le accuse. Il secondo delitto, invece, è avvenuto a Stalettì, in provincia di Catanzaro, dove una donna di 51 anni, che risultava scomparsa da 24 ore, sarebbe stata uccisa dal suo ex amante. L’uomo, un 36enne, è stato fermato dai carabinieri.