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Dalle rive del Po parte un Giro pieno di punti interrogativi

Immagine di copertina
Il trofeo del Giro d'Italia 2021 (Credit: ANSA/LUCA ZENNARO)

Il Giro d’Italia 2020 è finito poco più di sei mesi fa ed eccoci già qui a Torino pronti per la 104esima edizione della corsa rosa che prenderà il via domani – 8 maggio – dal capoluogo sabaudo. Il disegno del percorso riflette la difficile situazione del Paese, lacerato da una pandemia, che ha acuito le già profonde differenze tra Nord e Sud. Saranno, infatti, ben 14 le tappe settentrionali con una sola puntata nel mezzogiorno nella Foggia – Guardia Sanframondi, ottava frazione in programma sabato 15 maggio 2021. Per il secondo anno consecutivo, sarà ignorato il litorale tirrenico.

S&D

Dante Alighieri, di cui ricorre nel 2021 il 700esimo anniversario della morte, sarà ricordato con un passaggio attraverso la sua Firenze nella dodicesima tappa, da Siena a Bagno di Romagna, e con la successiva Ravenna – Verona, che ripercorrerà all’incontrario le due principali sedi del suo lungo esilio. A livello ciclistico, l’arrivo della quarta frazione a Sestola, teatro mezzo secolo fa della prima delle sue nove vittorie, ricorderà Jose Manuel Fuente, il camoscio delle Asturie, indiscusso signore delle montagne nei quattro giri che disputò dal 1971 al 1974.

Non è un tracciato dal disegno durissimo, privo di una frazione dall’altimetria proibitiva. In compenso, nel contesto di 40 chilometri scarsi contro il tempo, il Giro d’Italia 2021 offre molte frazioni che, se affrontate dai corridori con spirito battagliero, potrebbero incidere sulla classifica finale. Dopo molti anni torna protagonista l’Appennino, presente in ben cinque tappe, tra la quarta e la dodicesima, dislocate nell’arco di 500 chilometri. Le Alpi verranno affrontate nell’ultima fase, da est ad ovest, iniziando con il carnico Zoncolan, seppure nella versione meno arcigna da Sutrio, nella quattordicesima frazione. Lunedì 24 maggio, nella sedicesima tappa da Sacile a Cortina d’Ampezzo, ci sarà la Cima Coppi sul Passo del Pordoi (2.239 metri). Potrebbero, alla fine, segnare il destino della corsa i successivi tre inediti arrivi in quota, previsti dopo il secondo giorno di riposo: nell’ordine Sega di Ala in Trentino, Alpe di Mera in Valsesia ed Alpe Motta nella Valle dello Spluga, Non avvenendo ciò, come l’anno scorso, la crono conclusiva di Milano agirà da ultimo, ed inappellabile, giudice.

Assenti i sommi duellanti sloveni, Tadej Pogacar (UAE Emirates) e Primoz Roglic (Jumbo Visma), oltre al vincitore dell’ultima edizione, l’inglese Tao Geoghegan Hart (Ineos – Grenadiers), la startlist è, nondimeno, di prim’ordine. La corazzata Ineos ha designato Egan Bernal, vincitore del Tour de France 2019, come prescelto per il trionfo a Milano. L’avversario principale del 24enne colombiano sarà la sua schiena che da 12 mesi non gli consente di rendere al massimo e sulle cui condizioni regna fitto mistero. Sul campo, poi, dovrà vedersela con il britannico Simon Yates (Team BikeExchange), recente dominatore del Tour of the Alps. In seconda fila, si collocano due eterni piazzati: il francese Romain Bardet (Team DSM), trentenne al suo primo Giro, ed il basco Mikel Landa (Bahrain Victorious). Si attendono, infine, conferme da tre giovani che tanto bene hanno fatto lo scorso ottobre: l’australiano Jai Hindley (Team DSM), che solo nella crono finale si è arreso a Geoghegan Hart, il portoghese Joao Almeida (Deceuninck-Quick Step), quarto all’esordio in una grande corsa a tappa, ed il britannico Hugh Carthy (EF Education – Nippo), terzo incomodo alla Vuelta 2020 tra Roglic e Richard Carapaz (Ineos – Grenadiers), conquistatore del Giro 2019.

Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) e Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo) sono due incognite tanto affascinanti quanto contrapposte. Il millenial belga è al debutto in una grande corsa a tappe. Avrebbe dovuto schierarsi al via sette mesi fa a Monreale ma il drammatico incidente al Giro di Lombardia di Ferragosto ha ibernato la sue carriera che ora riprende praticamente da zero, non avendo egli disputato nemmeno una gara di preparazione. Difficile che possa essere competitivo sulle tre settimane. Per parte sua, Vincenzo Nibali parteciperà al Giro a dispetto della frattura al polso riportata in allenamento il 14 aprile scorso. In quali condizioni prenderà il via, forse non lo sa neanche lui. A 36 anni anni suonati, non si può escludere che questa sia l’ultima recita dello Squalo sul palcoscenico che lo ha visto due volte vincitore. È utopico aspettarsi che competa per la vittoria finale ma la speranza che viva un ultimo giorno da leone è più che legittima.

Simile alla sua icona, l’Italia del pedale si presenta ai nastri di partenza piena di incertezze. Lo scorso ottobre a far volare alto il tricolore ci pensarono Filippo Ganna (Ineos – Grenadiers) e Diego Ulissi (UAE Emirates). Il verbanese difficilmente potrà ripetere il poker di vittorie del 2020. Con il titolo olimpico a cronometro nel mirino a fine luglio, la forma è in divenire. Lavorerà per Bernal, tentando, magari, di conquistare la prima maglia rosa domani in riva al Po. Il finisseur cecinese ha vissuto mesi durissimi dal punto di vista della salute. Fermato da una miocardite prima di Natale, ha potuto riprendere gli allenamenti solo a metà febbraio, facendo il suo esordio al Giro dei Paesi Baschi un mese fa. Una falsa positività gli ha poi impedito di prendere il via alla sua classica preferita, la Freccia Vallone, in cui era giunto terzo nel 2019. La recente partecipazione al Giro di Romandia lo ha visto decisamente in crescita ed è legittimo sperare che possa aumentare il suo bottino di otto successi al Giro, magari già a partire dalla terza tappa con arrivo a Canale d’Alba che sembra disegnata su misura per le sue caratteristiche.

Guardando alla classifica generale in ottica azzurra, Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step) e Damiano Caruso (Bahrain Victorious) appaiono come quelli che potrebbero aspirare ad un piazzamento finale dignitoso. Hanno entrambi lo stesso problema. Non partono da capitani e dovranno conquistarsi i gradi sul campo a partire già da domani a Torino. Ambirebbero pure ad un buon posto in graduaroria sia l’eterno Domenico Pozzovivo (Qhubeka Assos) che il teatino Giulio Ciccone (Trek – Segafredo), alla ricerca della forma perduta del 2019. Non è chiaro quali siano gli obiettivi del roccioso veronese Davide Formolo (UAE Emirates) mentre è lecito aspettarsi qualcosa di buono dall’esperto duo della Bardiani – CSF – Falzanè, composto da Enrico Battaglin e dal triregionale Giovanni Visconti. Quest’ultimo, come in passato, potrebbe puntare alla maglia azzurra degli scalatori che sembrerebbe attrarre anche l’attenzione dello scalatore friulano Matteo Fabbro (Bora – Hansgrohe). Infine, da Gianni Moscon (Ineos – Grenadiers), al suo esordio al Giro d’Italia, è lecito aspettarsi di tutto.

Elia Viviani (Cofidis) e Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos) difenderanno l’onore italico in volata contro un lotto qualificatissimo di avversari. Su tutti spicca il tasmaniano dagli occhi a mandorla Caleb Ewan (Lotto Soudal), seguito dal belga Tim Merlier (Alpecin – Fenix) e, ultimo in ordine alfabetico ma non certo d’importanza, Peter Sagan (Bora – Hansgrohe). Il tre volte campione del mondo slovacco non può essere, tuttavia, considerato solo uno sprinter, come dimostrato l’anno scorso dalla sua splendida vittoria in solitario a Tortoreto Lido. Difficile che questa volta gli sfugga la maglia ciclamino della classifica a punti.

Delle speranze di Filippo Ganna di ripetere il successo nella crono d’apertura si è già detto: è possibile, ma non probabile. Lungo gli 8.800 metri che da Piazza Castello porteranno, uno ad uno, i ciclisti fino a Corso Moncalieri, passando attraverso il Parco del Valentino, contenderanno la prima maglia rosa al campione del mondo il francese Remi Cavagnà (Deceuninck-Quick Step) ed il suo già menzionato compagno di squadra Joao Almeida, secondo sette mesi fa a Palermo dietro al verbanese, il recordman dell’ora, il belga Victor Campanaerts (Qhubeka Assos), e l’uomo dalle fughe impossibili, Thomas De Gendt (Lotto Soudal). Il primo corridore partirà alle ore 14. L’arrivo dell’ultimo è previsto alle 17,15.

Tutti gli articoli di Simone Gambino
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