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Home » News

Chi sono i combattenti dell’Isis che l’Italia dovrebbe riprendersi

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Gli Stati Uniti hanno chiesto agli alleati europei di riprendersi i combattenti dell'Isis nelle mani dei curdi

Mentre le Forze democratiche siriane sono impegnate a riconquistare gli ultimi villaggi siriani in cui sono ancora presenti i miliziani dell’Isis, Stati Uniti e Unione europea discutono della sorte dei foreign fighters presenti nel paese e attualmente nelle mani dei curdi.

Trump ha chiesto “a Gran Bretagna, Francia, Germania e agli altri alleati europei di riprendersi oltre 800 combattenti dell’Isis catturati in Siria e che li processino”.

Il messaggio del presidente americano è rivolto anche all’Italia, che dovrebbe riprendersi almeno tre cittadini partiti anni prima per unirsi alle fila del Califfato e che al momento si trovano nelle prigioni curde: Samir Bogugana, Sonia Kediri e Meriem Rehaily.

Sono circa 130 i foreign fighters che dall’Italia si sono diretti in Siria, come dimostrano i dati di un report pubblicato nel 2018 dall’Ispi. Secondo i ricercatori, solo 24 combattenti hanno effettivamente la cittadinanza italiana, mentre altri 10 hanno il doppio passaporto. Sono dati per morti invece altri 42 miliziani provenienti dall’Italia, mentre altri 24 sono già rientrati nel paese.

Per quanto riguarda i tre italiani nelle mani dei curdi, hanno tutti detto di essere pentiti e di voler fare ritorno in Italia. Una richiesta sostenuta anche dai combattenti delle FDS , che non avendo un apparato statale e giudiziario non hanno intenzione di processare in loco anche i combattenti stranieri.

Chi sono i combattenti dell’Isis italiani

Sonia Kediri, 22 anni, si era recata in Tunisia, suo paese d’origine, per amore, ma ha finito con il seguire in Siria un predicatore che nel mentre era rimasto ucciso nei combattimenti. Una volta al fronte, il Califfato ha comunque accolto la ragazza che è stata data in sposa ad un altro combattente. La procura di Venezia ha chiesto due volte l’arresto della giovane, ma il Tribunale si è sempre opposto.

Meriem Rehaily, anche lei di 22 anni ma di origine marocchine, rischia invece il carcere in caso di rimpatrio. La ragazza è stata condannata a 4 anni dal tribunale di Venezia: si era radicalizzata in rete e aveva poi raggiunto la Siria, dove si era sposata con un combattente da cui ha avuto due figli.

Samir Bogugana, 24 anni, è nato e cresciuto in Italia ma si è radicalizzato mentre era in Germania. È stato arrestato mentre cercava di lasciare la Siria attraverso la Turchia.

In caso di rimpatrio, gli italiani che si sono recati in Medio Oriente per unirsi all’Isis rischiano il carcere con l’accusa di terrorismo, ma trattandosi di soggetti radicalizzati avrebbero bisogno di programmi di recupero specifici.

A destare preoccupazione sono anche i bambini nati in Siria e rientrati in Italia, che hanno già subito dei traumi a causa della vita trascorsa in un paese in guerra e per i quali è indispensabile un aiuto medico-psicologico.

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