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Home » Esteri

“Gli ucraini hanno deciso di essere indipendenti e questo Putin non può perdonarlo”

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"Vladimir Putin non è più la guida di un Paese democratico o di un Paese autoritario, ma un dittatore che spaventa il mondo intero attraverso la minaccia nucleare": a TPI parla la giornalista, scrittrice e attivista russa Zoja Svetova

«Vladimir Putin non è più la guida di un Paese democratico o di un Paese autoritario, ma un dittatore che spaventa il mondo intero attraverso la minaccia nucleare». Non usa sfumature di grigio, la giornalista, scrittrice e attivista russa Zoja Svetova – figlia di dissidenti e prigionieri politici al tempo dell’Unione sovietica –, nel delineare portata e conseguenze del drammatico conflitto in corso in questi giorni in Ucraina. In un suo recente lavoro, Gli innocenti saranno colpevoli. Appunti di un’idealista. La giustizia ingiusta nella Russia di Putin – pubblicato in Italia nel 2019 da Castelvecchi Editore nella traduzione di Vittoria Massimiani –, Svetova ha proposto una lucida disamina sullo stato della giustizia e dei diritti umani nella Russia di Putin.

Qual è l’obiettivo finale di Putin in Ucraina?
Il Presidente russo Vladimir Putin odia l’Ucraina dai tempi della Rivoluzione arancione (una serie di azioni di protesta ivi avvenute nel 2004-2005, seguite nel 2014 dalla rivolta di piazza Maidan). Putin detesta l’Ucraina perché è un Paese i cui cittadini hanno deciso con determinazione di essere indipendenti. E questo, Putin non può perdonarlo. Intende far capitolare il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e instaurarvi un nuovo regime filo-russo con a capo una marionetta del Cremlino.

Come giudica la risposta della Comunità internazionale? Le sanzioni sono sufficienti?
Credo che, in questo momento, le sanzioni dell’Occidente siano sufficienti. Vediamo come i rappresentanti del mondo degli affari, alcuni ricchi oligarchi come Mikhail Fridman – co-fondatore di Alfa-Bank, una delle più potenti banche private russe – e il businessman Oleg Deripaska si pronuncino contro la guerra e si appellino alle istituzioni russe affinché cessino le ostilità. Allo stesso tempo, è molto importante che l’Occidente non dimentichi che il governo russo, il potere di Putin e il popolo russo non sono affatto la stessa cosa. Non bisogna sanzionare il popolo russo. È necessario evitare che il popolo russo soffra per le sanzioni occidentali e americane.

In Russia, in tanti hanno contestato in piazza la guerra in Ucraina, molti di loro sono stati arrestati. Quanto vale la loro voce?
I russi che al momento manifestano contro la guerra in Ucraina sono un paio di migliaia. Non si tratta, dopo pochi giorni di conflitto, di un massiccio movimento contro la guerra. Rileviamo tuttavia come questa protesta coinvolga sempre di più persone appartenenti alle categorie più disparate, agli ambienti più diversi: scrittori, artisti, registi, giornalisti, medici, avvocati, militanti dei diritti civili. Assistiamo, tutti i giorni, a nuove lettere di protesta, a nuove petizioni. Il Cremlino, tuttavia, potrà prendere atto di questo movimento di protesta soltanto se milioni di persone si riverseranno in strada.

Intanto la Cina sta alzando il tiro sull’isola di Taiwan. Cosa pensa dell’alleanza tra Russia e Cina in materia di politica estera?
Credo che la Russia manifesti un’evidente necessità per quanto concerne il sodalizio con il leader cinese: la loro alleanza si basa sull’odio comune rivolto contro l’Occidente. 

Cosa ne pensa delle possibilità di dialogo tra Russia e Occidente?
La possibilità di dialogo tra Putin e i leader dell’Occidente, purtroppo, diventa sempre più problematica: il regime russo, del resto, si sta deteriorando di più ogni giorno che passa.

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