Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:02
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Guerra in Siria, Diario dal Rojava: nella città-rifugio dei curdi le scuole sono diventate dei campi profughi

Immagine di copertina
Credit: Benedetta Argentieri, inviata per TPI nel Rojava

Il racconto del conflitto dall'inviata sul campo di TPI, Benedetta Argentieri

Siria-Turchia: diario dalla guerra ai curdi, cosa è successo ieri – 16 ottobre

Di Benedetta Argentieri, inviata per TPI nel Rojava

Le strade sono affollate, le bancarelle ostacolano il passaggio delle macchine. La gente per passare deve sgusciare da una parte all’altra. I clacson continuano a suonare, e le urla dei venditori ambulanti riempiono l’aria.

Nulla sembra essere cambiato nella città-rifugio dei curdi, nel nord est della Siria, ma è solo apparenza. Infatti in soli otto giorni la vita di tutti è stata stravolta. Dal 9 ottobre scorso, quando il presidente turco Erdogan ha cominciato l’operazione “Sorgente di Pace” per eliminare i curdi lungo il confine, almeno 250mila persone sono scappate dalle loro case e la città è diventata uno dei punti più sicuri e un centro di smistamento per i rifugiati.

Arrivano stremati e impauriti. I bambini hanno la febbre da shock, dicono. In migliaia sono arrivati qui perché è una delle due città sotto il controllo dell’amministrazione autonoma che non è stata colpita. Troppo lontana dal confine, circa una sessantina di chilometri, con ancora alcune forze del regime, e con una popolazione multietnica a maggioranza araba. Poi curdi, armeni, siriaci.

Il vero grande timore sono le cellule dormienti di ISIS che potrebbero colpire da un momento all’altro. Infatti per tutta l’estate scorsa si sono ripetuti attentati, le forze speciali curde hanno arrestato decine di persone. Ma da quando è cominciata questa nuova guerra, la situazione sembra essersi stabilizzata. “È sempre meglio essere prudenti”, dice un ufficiale dell’Asyash (sicurezza interna) prima di raccomandarsi di non andare in giro dopo il tramonto.

Intanto la città si trova ad affrontare una vera e propria emergenza umanitaria. Ogni giorno migliaia di persone vengono smistate in una delle dieci scuole messe a disposizione dell’amministrazione per i profughi.

“La situazione è complicata, non eravamo pronti, non ci aspettavamo una situazione simile”, spiega Mohammed Hashraf Shoomi, un amministratore locale. Manca davvero tutto. “I fornai lavorano giorno e notte. Il consumo di pane è aumentato di 15 tonnellate da un giorno all’altro. E non si fermerà di certo qui”, continua.

Chi aveva conoscenti in città si è fatto ospitare. Tutti gli altri invece, sono in una delle decine di scuole messe a disposizione. In ogni caso, l’anno scolastico si è interrotto bruscamente la settimana scorsa dopo poco più di un mese dalla ripresa estiva.

In uno degli istituti, “Figlia di Mohammed”, ci sono 266 persone in condizioni precarie, e altrettanti bambini. È una palazzina di due piani, nella parte occidentale della città. Si entra da un cancello di ferro bianco, e i corridoi sono colorati con farfalle, palloni, bambini sorridenti. Un contrasto evidente con la situazione attuale.

L’amministrazione autonoma ha cercato di liberare le 23 classi dai banchi e smistare le famiglie. I bagni sono saturi, e mancano i servizi per lavarsi. Non ci sono materassi, si dorme per terra su delle stuoia di plastica blu, come le pareti. Sulle lavagne ci sono ancora le lezioni dell’ultimo giorno di scuola. “Non ci sono i fornelli per cucinare, ma stiamo provvedendo”, racconta Shoomi.

La maggior parte delle persone arriva da Serekanye (Ain al Risa), dove continuano i combattimenti tra le Forze Democratiche Siriane e le milizie turche (TFSA). “Siamo arrivati da tre giorni”, racconta Tama, donna sui vent’anni, con già due figli.

Ha gli occhi azzurri e la pelle olivastra, i capelli castano chiaro sono legati in una coda morbida. Ha un vestito con le maniche lunghe bordeaux con i fiorellini gialli. Ha tra le braccia suo figlio che ha sei mesi. “Non mi sarei mai aspettata di trovarci di nuovo in questa situazione”.

Infatti Serekanye nel 2012 è stata la prima città a cadere in mano dei jihadisti, e la prima a essere liberata dalle forze curde. Questo nuovo conflitto è partito di nuovo da lì. Ma ancora oggi, nonostante tutti i pronostici, Serekanye combatte.

“Siamo fieri dei nostri combattenti”, aggiunge prendendo la figlia più grande, Nisrin, anche lei con gli occhi blu, che ha due anni. Dal piano di sotto si sentono le grida dei bambini, nel cortile interno giocano a calcio con delle porte senza reti. Cercano un po’ di normalità. Ma anche per loro è cambiato tutto.

La guerra della Turchia in Siria:il diario del 15 ottobre
La guerra della Turchia in Siria: il diario del 13 ottobre
La guerra della Turchia contro i curdi in Siria: tutta la storia in versione breve, media e lunga
Caro Pd, perché sostieni ancora l’ingresso della Turchia in Europa?
L’intervista di TPI alla deputata Pd Lia Quartapelle: “Chiederemo il ritiro del contingente Nato dalla Turchia”
Siria, parla a TPI la Ong italiana colpita dall’esercito turco: “Le bombe di Erdogan ci stanno distruggendo”
Altro che difendere i curdi, Putin vuole prendersi il Medio Oriente (di Giulio Gambino)
Armi alla Turchia: il governo dice nì (di Giulio Gambino)
L’Occidente inadeguato: mentre Erdogan massacra i curdi, Ue e Trump stanno a guardare (di Giulio Cavalli)
Chi sono i curdi e perché non sono mai riusciti ad avere uno loro Stato
L’appello delle donne curde ai popoli che amano la libertà: “Aiutateci a conquistare la pace e la giustizia”
Tutte le ultime notizie sulla guerra in Siria
Ti potrebbe interessare
Esteri / Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie | DIRETTA
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. Altre truppe israeliane verso Rafah
Ti potrebbe interessare
Esteri / Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie | DIRETTA
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. Altre truppe israeliane verso Rafah
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Esteri / La sacrosanta protesta degli universitari di tutto il mondo ci ricorda che la pace non è un dono, ma una conquista
Esteri / Wsj: “Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 miliardo”. Ue: "Con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova"
Esteri / Esercito israeliano: “Operazioni a a Rafah est e Jabaliya”. La Turchia: “A Gaza è genocidio”
Esteri / I tank israeliani avanzano ancora nel campo profughi di Jabalia. Netanyahu: “O noi o loro, i mostri di Hamas”. Gaza: “Più di 35mila morti”
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”