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L’ingegnere che aveva “predetto” la pericolosità del ponte crollato a Genova

Immagine di copertina
Le drammatiche foto del ponte Morandi crollato a Genova, postate dagli utenti di Twitter

Secondo l'ingegnere genovese, il ponte, a causa dei suoi numerosi problemi, aveva un costo di manutenzione talmente esorbitante da risultare più conveniente demolirlo per costruirne uno nuovo

“Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici, oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti (viscosita’) del calcestruzzo che ha prodotto un piano viario non orizzontale”.

A dirlo era stato l’ingegnere Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni in cemento armato dell’Università di Genova, nel 2016. La sua analisi sul viadotto crollato il 14 agosto 2018 era apparsa il 29 luglio 2016 sul portale ingegneri.info

Secondo l’ingegnere genovese, il ponte, a causa dei suoi numerosi problemi, aveva un costo di manutenzione talmente esorbitante da risultare più conveniente demolirlo per costruirne uno nuovo.

“Ancora nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità”.

“Tra fine anni ’80 e primi anni ’90 il ponte sul Polcevera fu oggetto di importanti lavori di manutenzione straordinaria, tra cui la sostituzione dei cavi di sospensione con nuovi cavi affiancati agli stralli originari. L’idea originaria pare fosse quella di precomprimere gli stralli, idea è chiaramente discutibile in quanto gli stralli sono elementi strutturali così snelli da consentire una precompressione molto modesta e, quindi, destinata inevitabilmente ad avere scarsa efficacia. I lavori di sostituzione degli stralli, effettuati sia a Genova che in Venezuela, ne danno dimostrazione indiscutibile”.

Sempre nel 2016, intervistato dal quotidiano genovese Secolo XIX, Brencich spiegava: “Il crollo di un ponte somma una lunga serie di errori. Progettuali, di manutenzione e di chi eventualmente ha autorizzato il transito di mezzi pesanti, per di più senza alcuna cautela: ad esempio, basta far passare i carichi al centro della struttura perché la portata sopportabile aumenti di oltre il doppio”.

“Fino agli anni 50, i ponti italiani di prima categoria – sono quelli di tutte le strade principali – erano progettati per reggere un carrarmato M4 Sherman. Poi il tank standard Nato è diventato l’M1 Abrams, con le sue 60 tonnellate, e i ponti si sono adeguati”, proseguiva Brencich.

“Per legge i ponti devono reggere due volte e mezzo la portata autorizzata. Inoltre il degrado impiega da 10 a 20 anni a determinare cedimenti strutturali e da’ segnali premonitori molto evidenti. Quindi, quando un ponte crolla, qualcosa deve per forza non aver funzionato. Si potrebbe iniziare nel non ritenere il cemento armato eterno: si rischia di finire come il ponte Morandi, i cui costi di manutenzione sono a tal punto esorbitanti da rendere più economico costruirne uno nuovo”.

Nel 2016 era stato avviato un importante intervento di manutenzione, della durata di vari mesi, per il rifacimento di tutte le strutture in calcestruzzo e la sostituzione delle barriere bordo ponte in entrambe le direzioni di marcia.

Cinque anni fa il Movimento Cinque Stelle aveva però definito “favoletta”, l’imminente crollo del ponte, dicendo che secondo la Relazione di Autostrade del 2009, il ponte potrebbe “star su altri 100 anni, a fronte di manutenzione ordinaria con costi standard”:

La storia del Ponte Morandi

Il ponte fu costruito tra il 1963 e il 1967 dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua.

Il ponte è noto come “Viadotto Morandi”, o anche  “Ponte delle Condotte” dalla società che lo costruì, e “Ponte di Brooklyn” per la sua forma che ricorda il celebre ponte americano.

Il ponte, a trave strallata, lungo 1.82 metri, con un’altezza al piano stradale di 45 metri e piloni in cemento armato che raggiungono i 90 metri di altezza.

Il ponte fu inaugurato il 4 settembre 1967 dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.

Il 14 agosto 2018 una parte del ponte che sovrasta la zona fluviale e industriale di Sampierdarena è crollata, probabilmente a causa di un cedimento strutturale.

L’Autostrada A10 è quella che collega Genova con il confine di stato di Ventimiglia.

Il ponte è costruito in cemento armato precompresso per l’impalcato e cemento armato ordinario per le torri e le pile.

Il ponte è al centro delle critiche da tempo.

Qui la scheda tecnica del “Ponte Morandi”, sul sito Ingegneri.info: 

Anno di costruzione: 1963-1967 (inaugurato nel 1967)
Campata maggiore: 210 m
Lunghezza: 1182 m
Tecnologia costruttiva: calcestruzzo armato precompresso
Forma delle pile: cavalletto rovesciato bilanciato
Altezza delle pile: 90 m
Stralli: Trefoli in acciaio rivestiti di calcestruzzo

Il disastro di Genova

• A questo link il racconto in tempo reale dell’incidente di Genova, dove è crollato il ponte Morandi. Qui tutte le ipotesi sulle cause. Qui tutto quello che sappiamo finora.

Qui abbiamo spiegato perché crollano i ponti. A questo link la testimonianza dell’autista del camion che ha frenato a un passo dal baratro sul ponte di Genova. Qui abbiamo spiegato quanti sono e quali sono i ponti a rischio in Italia.

A questo link invece il documento (ora rimosso) in cui si diceva che il crollo del ponte Morandi a Genova era una “favoletta”. Qui l’articolo sull’ingegnere che aveva “predetto” la pericolosità del ponte crollato a Genova. A questo link abbiamo raccolto tutte le foto e i video della tragedia, e le pagine dei giornali stranieri.

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