Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 06:00
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Noi, prigionieri politici del carcere di Homs, abusati e minacciati di morte, chiediamo di essere liberati

Immagine di copertina

TPI ha raccolto la testimonianza del giovane Abdel, familiare di un detenuto, che comunica con l’esterno tramite un cellulare introdotto clandestinamente

A circa una settimana dal disperato appello lanciato dall’interno del carcere centrale di Homs, nessuna organizzazione umanitaria internazionale ha ancora risposto alle richieste dei detenuti. Si tratta di circa cinquecento prigionieri politici rinchiusi alla Homs Central Prison, la maggior parte dei quali implicati in proteste anti-governative.

S&D

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Hanno annunciato di aver intrapreso uno sciopero della fame, per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla loro situazione e chiedere la mobilitazione delle organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani. I detenuti temono un massacro da parte delle forze governative. Questo il testo dell’appello lanciato attraverso contatti con l’esterno della prigione.

“Siamo i detenuti della Homs Central Prison; siamo stati arrestati per aver partecipato alla rivoluzione nel nostro amato paese. Annunciamo che rifiutiamo cibo e acqua e dichiariamo di aver iniziato uno sciopero della fame. Scioperiamo perché:

  1. Abbiamo sofferto, come soffre tutto il grande popolo siriano, a causa dell’oppressione, dell’ingiustizia e della tirannia;
  2. Perché siamo sempre stati trattati come l’anello più debole in ogni trattativa, e siamo stati considerati per ultimi in ogni meeting locale e internazionale;
  3. Perché veniamo abusati in prigione e non possiamo sopportare oltre questo dolore, che colpisce anche i nostri genitori, sposi, figli e cari.
  4. Perché sono andate in vano tutte le promesse fatte da tutte le parti del conflitto in Siria.

Questo è un appello disperato rivolto a tutte le organizzazioni umanitarie per chiedere di impedire un’irruzione (dell’esercito, ndr) all’interno del carcere. Questo pacifico sciopero della fame è un nostro diritto legittimo ed è l’ultimo strumento che abbiamo per far sentire la nostra voce a tutte le persone libere nel mondo.

Chiediamo di essere evacuati da questa prigione prima di qualsiasi trattativa come accaduto per certe aree, villaggi e città evacuati in poche ore, alla presenza di osservatori internazionali.

Noi vogliamo solo la libertà e la dignità nostra e dei nostri familiari; vogliamo tornare a casa, dai nostri figli, dalle persone che amiamo”.

Firmato: I detenuti della Homs Central Prison – 17 ottobre 2017

A oggi l’appello dei detenuti è rimasto inascoltato e le condizioni nella prigione sono drammatiche. TPI ha raccolto la testimonianza del giovane Abdel, familiare di un detenuto, che comunica con l’esterno tramite un cellulare introdotto clandestinamente. 

Abdel, originario di Homs, opera in ambito umanitario. Suo zio è all’interno della famigerata prigione da oltre sei anni. Secondo le dichiarazioni dei detenuti stessi, 480 sarebbero stati arrestati con l’accusa di essere cospiratori, mentre contro altri 40 ci sarebbero accuse di vario genere.

“All’interno del carcere sopravvivono solo i detenuti ricchi” – racconta Abdel – “che riescono a pagarsi il cibo e a pagare funzionari corrotti per evitare torture e soprusi. I detenuti sono in maggioranza giovani; solo una decina avrebbero più di cinquant’anni. Alcuni sono stati arrestati quando avevano ancora meno di sedici anni e son diventati maggiorenni in carcere. Molti sono dietro le sbarre da oltre sei anni, arrestati nel corso di manifestazioni e cortei, ma molti altri sono completamente estranei alle proteste. Mio zio, ad esempio, è stato fermato mentre andava a lavoro nel 2011. Non aveva alcun legame con le opposizioni; le rivolte erano appena iniziate, ma tutti coloro che sono del quartiere di Baba Amr, a Homs, pagano per il fatto di essere figli di un quartiere ribelle. Mio zio non ha mai incontrato un legale ed è stato minacciato di morte”.

“In carcere” – prosegue Abdel – “mancano completamente i farmaci; ci sono casi di detenuti gravemente malati, per i quali non c’è nessun tipo di cura. Molti detenuti sono stati fatti uscire dalle celle e hanno subito esecuzioni. I loro corpi vengono nascosti in fosse comuni.  Nessuno di loro ha mai subito un processo. Ci sono famiglie che hanno versato oltre 20 milioni di lire siriane per far uscire un familiare, ma spesso i funzionari si sono intascati i soldi senza liberare nessuno. È una situazione di oppressione, violenza, sottomissione terribile. Se c’è ancora un briciolo di umanità in chi legge – conclude Abdel – vi prego di occuparvi di questa emergenza umanitaria”.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini