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Giro d’Italia 2023: Dainese risorge nella piccola Venezia

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Giro d’Italia 2023: Dainese risorge nella piccola Venezia

Il padovano Alberto Dainese (Team DSM) ha vinto la diciasettesima tappa del 106° Giro d’Italia, una frazione cuscinetto per velocisti incastrata tra quelle decisive della settimana conclusiva della corsa, che portava i corridori, lungo 197 chilometri pianeggianti, da Pergine Valsugana a Caorle in provincia di Venezia. Il 25enne di Abano Terme ha così bissato il successo dello scorso anno a Reggio Emilia bruciando sull’ultimo colpo di reni il friulano Jonathan Milan (Bahrain Victorious), sempre più al comando della classifica a punti, e l’australiano Michael Matthews (Jayco Alula). Il quarto posto di Simone Consonni (Cofidis), seguito da Niccolò Bonifazio (Intermarchè Circus Wanty), consegna un ordine d’arrivo dallo squisito sapore azzurro. Resta immutata la classifica generale con il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) in maglia rosa con un vantaggio di 18” sul portoghese Joao Almeida (Team UAE Emirates) con lo sloveno Primoz Roglic (Jumbo Visma) terzo a 25″ e Damiano Caruso (Bahrain Victorious), primo degli italiani, quarto a 2’50”.

Ci si aspettava poco da questa giornata e così è stato. Neanche il tempo d’abbassare la bandierina a scacchi e andavano via in quattro: il belga Senne Leysen (Alpecin Deceuninck), il francese Thomas Champion (Cofidis), primatista dei chilometri in fuga di questo Giro, lo spagnolo Diego Pablo Sevilla (Eolo Kometa) e l’oxfordiano Charlie Quarterman (Team Corratec Selle Italia). Rapidamente gli attaccanti guadagnavano due minuti e mezzo, un vantaggio massimo che avrebbero, a elastico, tornato a vantare in ripetuti momenti della corsa. Il gruppo, d’altronde, guidato dalle squadre dei velocisti, lasciava poco spazio. A poco più di 20 chilometri dal traguardo, con il ricongiungimento ormai prossimo, Leysen tentava l’assolo. Approfittando d’un attimo di rilassamento del plotone, il fiammingo acquisiva un minuto di vantaggio ai meno 18. Iniziava inesorabile, a questo punto, la rimonta del gruppo che si concretizzava sotto lo striscione dei cinque al traguardo dove il belga veniva assorbito. I treni dei velocisti prendevano in mano la corsa. Sul rettilineo finale sembrava che Matthews potesse avere partita vinta. Rinvenivano prepotentemente su di lui, però, sia Dainese che Milan, quest’ultimo forse ancora una volta tardivamente. Il fotofinish dava ragione al padovano per mezza ruota.

Domani va in scena la diciottesima tappa, la prima d’un trittico infernale che deciderà il destino di questo Giro d’Italia. Saranno 161 chilometri, conditi con 3.700 metri di dislivello, quelli che aspetteranno i corridori da Oderzo, in provincia di Treviso, fino a Palafavera in Val di Zoldo. Si partirà subito in salita con il Passo della Crosetta, GPM di prima categoria, dopo 40 chilometri. Seguirà una fase interlocutoria di 80 chilometri in cui, risalendo il corso del Piave, la corsa arriverà a Pieve di Cadore, patria del sommo Tiziano. Mancheranno a quel punto 45 chilometri al traguardo. L’ascesa alla Forcella Cibiana, GPM di prima categoria la cui vetta verrà incontrata ai meno 25 dal traguardo, segnerà l’apertura della battaglia tra i tre tenori rimasti in corsa per la vittoria finale. Dopo la picchiata su Forno di Zoldo ci saranno ancora due salite, entrambe di seconda categoria, l’arcigno Passo Coi e, infine, l’inerpicata finale a Palafavera, teatro dei trionfi di Giovanni Battaglin nel 1980 e di Paolo Savoldelli, un quarto di secolo dopo. La paura dell’ancora più dura frazione di venerdì frenerà gli uomini di classifica o già da domani vedremo battaglia al vertice?

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