Mara Venier: “Ho comprato casa ad ognuno dei miei figli e nipoti”
Mara Venier è pronta a tornare su Rai 1 con la sua Domenica In. In attesa del debutto con la nuova stagione dello storico programma domenicale, la conduttrice si è raccontata a Gente. “Io sono autonoma dall’età di 8 anni. Ero una bambina, alle elementari. Al pomeriggio andavo dalla parrucchiera a infilare i beccucci – ha raccontato Mara -. Mi davano la mancetta e mi compravo piccole cose per la scuola, le matite che magari i miei genitori non potevano regalarmi. Figlia di ferrovieri, se non consegnavo i pantaloni ai quali mia madre aveva rifatto l’orlo, e non veniva pagato il ‘conticino’, non avevamo nemmeno i soldi per comprare due sigarette Alfa a mio papà, perché allora le sigarette si compravano sfuse. Per anni, anche quando ho iniziato a lavorare, guardavo il centesimo. Se cresci imparando a stare attenta persino a comprarti un paio di scarpe, questa attitudine ti resta dentro”.
“Io non dimentico da dove vengo – ha aggiunto la Venier -. E ancora oggi sono totalmente autonoma da un punto di vista economico. Anzi, sono più io che faccio regali a Nicola Carraro (il marito ndr.), perché lui è un pigro. Comunque, guardi, per me non spendo quasi niente. Spendo per i miei figli, per i miei nipoti. A tutti ho comprato la casa, persino il piccolo Iaio ne ha già una intestata. Tengo al loro futuro, non voglio che abbiano problemi. E non ne avranno. E tutto grazie al mio lavoro, il lavoro di una vita”.
Di recente Mara Venier ha dovuto fare i conti con un grande dolore: la morte di Pier Francesco Forleo, marito della figlia Elisabetta Ferracini: “Ho pensato di mollare tutto e non andare in onda. Ero devastata. Ma poi ho deciso di farlo: lui avrebbe voluto così. Finito il programma, sono rimasta a Roma qualche settimana per rimanere vicina a mia figlia e a mio nipote Giulio. In quei giorni, prima di partire per Santo Domingo, lo confesso, ero molto combattuta. Volevo mollare tutto. La vita improvvisamente ti assesta delle batoste che ti obbligano a riflettere”.