Jake La Furia: “Viviamo un’epoca di fascismi poco mascherati, la politica è fatta da papponi”
Il rapper milanese si racconta in un'intervista
Dalla reunion con i Club Dogo al ruolo di giudice di X Factor che ricoprirà per il secondo anno consecutivo: il rapper Jake La Furia si racconta in un’intervista al Venerdì di Repubblica proprio in occasione della partenza della nuova stagione del talent show, al via su Sky dal prossimo 11 settembre. Il rapper scherza sui suoi compagni, a partire da Francesco Gabbani che ha sostituito Manuel Agnelli: “Se Manuel era la notte, lui è il giorno”. E su Achille Lauro afferma: “È il re dei paraculi ma ci intendiamo”. Jake La Furia diventa più serio quando si parla di temi più seri: “Chi immaginava che saremmo tornati a parlare di guerra, armi e invasioni”. E di fascismi più o meno mascherati: “Molto meno mascherati, direi. Si vede che ciclicamente gli uomini dimenticano quello che è successo e devono ripartire dalle stesse cose. Quello che mi fa impazzire è che ai ragazzi non gliene frega un cazzo. Sembrano gli anni 80, quando tutti volevano dimenticarsi gli anni di piombo, solamente che non veniamo da quel periodo lì. C’è un totale disinteresse su tutto: la gente non legge, la gente non guarda i film, non conosce le notizie”.
La politica di oggi non lo entusiasma: “È fatta da papponi, e mi sta disamorando. Ma quando ti convincono che è inutile andare a votare, è proprio il momento in cui devi andarci. Io voto, altrimenti mia madre mi ammazza”. Nel rap, invece, vede ancora una forma di riscatto: “Le Lamborghini e le catene d’oro sono solo simboli dell’underdog che ce l’ha fatta”. Anche se a cinquant’anni afferma di non voler ridursi a caricatura con cappellino e collanone: “Magari farò country, un genere che parla alla gente”.