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Renzi: “Dovrebbero darci un premio, col 2% abbiamo imposto Draghi al posto di Conte”

Immagine di copertina
Matteo Renzi. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI

Dopo il celebre passaggio della campanella di 7 anni fa, Enrico Letta e Matteo Renzi si sono incontrati. Un confronto che fonti del Nazareno definiscono “franco e cordiale”. “Voglio che ci faccia compagnia solo il futuro” dice il leader di Italia Viva nell’intervista a Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera. Renzi spiega però di non voler stare con il Pd se questo si allea con il M5S.

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Se il Pd si allea con i grillini, non entreremo in questa alleanza. Siamo distanti dalla destra antieuropeista di Salvini e Meloni ma anche dal becero populismo di Di Battista e Beppe Grillo. Non con i sovranisti, non con i populisti. Ma tutto mi sembra in divenire”, spiega Renzi.

“Guardi che succede a Roma – fa notare l’ex premier – Letta non può appoggiare la Raggi, Conte non può scaricarla: mi sembra che questa alleanza sia lontana dal nascere. Se a questo aggiunge che i grillini sono preoccupati soprattutto dal ‘No’ al terzo mandato il quadro è ulteriormente confuso. Pensiamo ai vaccini, alle graduali riaperture di scuole, teatri, ristoranti, bar. Sono temi più seri del futuro di Conte o di Di Maio”.

Sui sondaggi che danno Italia viva al 2 %, Renzi afferma che “se così fosse dovrebbero darci un premio doppio. Perché col 2% abbiamo cambiato la storia dei prossimi anni imponendo Draghi al posto di Conte. Se col 2% siamo stati capaci di questo, si figuri che cosa potremmo fare se solo avessimo l’8-10%”. E cita De Gregori: “Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia, cantava De Gregori che proprio in questi giorni festeggia i 70 anni. Non dai calci di rigore. Allo stesso modo un partito lo misuri dalle proposte che fa, da quanto incide nella vita politica, dal contributo che porta al Paese. Non dai sondaggi più o meno ammaestrati”.

Per quanto riguarda le proposte per le Amministrative, l’ex premier ha chiesto a Enrico Letta “di ascoltare ciò che ha detto lui stesso. La cosa più incisiva che il segretario ha fatto, ad oggi, è stata cambiare capigruppo imponendo la questione femminile. Ma allora bisogna continuare. Si vota a Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e per il seggio parlamentare di Siena penso sia doveroso scegliere anche candidature femminili. Noi a Bologna abbiamo la candidatura più forte, quella dell’avvocato Isabella Conti. Donna, di sinistra, riformista, sindaco capace, in prima linea contro gli scempi urbanistici e prima in Italia a dare asili nido gratis. Decideranno i bolognesi, non io. Ma se siamo coerenti con ciò che diciamo, Pd e Italia viva, dobbiamo andare a bussare alla porta di Isabella pregandola di candidarsi”.

Il futuro di Renzi e l’addio alla politica: “È il sogno dei miei avversari – sottolinea – Molti di loro ci sperano, li capisco. Mi spiace deluderli: io non smetterò di fare politica. Nel frattempo invece loro potrebbero iniziare a farla, magari senza pensare a me in modo ossessivo e preoccupandosi dei problemi del Paese. Tutte le volte che mi dipingono fuori dalla politica accade qualcosa. All’inizio fu quando Di Maio e Martina volevano fare un governo nel 2018, poi quando Salvini e Zingaretti volevano le elezioni nel 2019, poi quando Conte e Casalino sognavano di asfaltarmi e sono andati a casa loro. Ma noi siamo ancora qua e rivendico la battaglia per far nascere il governo Draghi come quella per mandare a casa Salvini nel 2019”.

Poi passa a parlare delle conferenze all’estero, Renzi difende i suoi viaggi in Arabia Saudita e Bahrein: “Quando lavoro all’estero pago le tasse in Italia, così il contribuente non spende niente per i miei viaggi ma anzi ricava denari da questa attività. Se poi vogliamo parlare di politica estera l’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico, l’Africa è centrale e bene ha fatto Draghi a cominciare dalla Libia. Ma se il problema è sulla mia persona e sull’opportunità di fare certi viaggi rispondo che io rispetto tutte le regole”.

Il leader di Italia viva parla infine del suo ingresso in commissione Sanità: “(…) il dibattito sul Mes ha perso forza dopo l’arrivo del Governo Draghi, che è molto più credibile – anche per i mercati – del Governo Conte. E dunque il vantaggio di prendere il Mes si è ridotto, anche se non annullato. Io penso che nei prossimi anni la questione sanitaria sarà ancora più cruciale. Sbaglia chi pensa che finita la pandemia passerà l’attenzione su questi temi. Chi investirà sulla ricerca avrà vinto la sfida del futuro. A me piacerebbe vedere l’Italia protagonista. Con Annamaria Parente, la presidente della commissione Sanità, lavoreremo su questi temi. Coinvolgendo tanti amici di Iv ma anche il mondo fuori dalla bolla politica: medici, infermieri, ricercatori, imprenditori, innovatori. La sanità riguarda tutti. Noi abbiamo lanciato un programma che si chiama Italia 2030: 20 obiettivi per 30 miliardi di euro. Più o meno l’equivalente del Mes”.

E sulla moglie Agnese che ha ricevuto la prima dose del vaccino ma ha contratto il Covid aggiunge: “Anche in casa Renzi è entrato il Covid. Prima Emanuele, che ha 18 anni (figlio, ndr). Poi Agnese, che si era vaccinata seguendo le procedure previste per gli insegnanti. Pare che il peggio sia passato e domani Agnese farà lezione a distanza, per non far perdere neanche un’ora ai suoi ragazzi. Ma è bene ricordare che il vaccino riduce il rischio del contagio, non lo azzera. E comunque impedisce i sintomi più gravi. Dunque questa notizia non vuol dire che allora il vaccino non funziona. Funziona: è fondamentale che ci vacciniamo tutti il prima possibile“.

Leggi anche: 1. Renzi apre a Letta: “Lavoriamo per un’alleanza alle amministrative. Ma dico no al M5s”; // 2. Letta vede Renzi: l’incontro inaspettato. “Sostegno a Draghi ma divisi sul M5S”; // 3. Renzi cambia per la terza volta commissione e approda in Sanità: “Vuole mettere le mani sui 20 miliardi del Recovery”;// 4. L’irresistibile antipatia di Matteo Renzi (di S. Lucarelli); // 5. Matteo Renzi fa causa a La Stampa e TPI (di nuovo)

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