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Italia Viva, i nomi dei parlamentari pronti a tradire Renzi per salvare il governo

 

I nomi dei parlamentari pronti a tradire Renzi per salvare il governo

Il governo giallorosso potrebbe andare oltre Matteo Renzi. A parlarne apertamente è stato ieri Goffredo Bettini, ex eurodeputato Pd vicinissimo al segretario dem Nicola Zingaretti, che ieri ha pubblicato un post su Facebook in cui proponeva di sostituire Italia Viva con parlamentari democratici. Ma chi sono i “democratici” che blinderebbero la maggioranza Conte anche senza l’appoggio del senatore di Rignano?

Si tratterebbe di senatori di Italia Viva e Forza Italia, cui si aggiungerebbe qualche ex pentastellato. Nei palazzi circolano già alcuni nomi, parlamentari di cui Renzi temerebbe le defezioni.

Il Corriere della Sera cita i senatori di Iv Giuseppe Cucca, l’ex azzurra Donatella Conzatti, Eugenio Comincini e Leonardo Grimani. Ma anche l’ex pentastellata Gelsomina Vono, e forse anche Ernesto Magorno. I parlamentari sarebbero pronti a tornare tra le fila del Pd oppure a fornire un appoggio dall’esterno, staccandosi dalla formazione dell’ex premier. Ma nei giorni scorsi molti di loro hanno smentito il loro possibile abbandono via social.

Circola anche l’ipotesi che i socialisti di Riccardo Nencini siano pronti a togliere “il marchio” al gruppo del Senato che ospita i renziani dalla scissione di Italia Viva, anche se lui assicura di essere certo che Renzi non farà cadere il governo.

Per quanto riguarda Forza Italia, secondo Repubblica starebbero pensando di unirsi ai “responsabili” Sandro Biasotti, Andrea Causin, Franco Dal Mas, Paolo Romani e forse anche Antonio Saccone.

Che si chiamino “responsabili” o “democratici” – come suggerito da Bettini – il succo non cambia: se accettassero di lasciare Renzi e continuare a sostenere il governo questi parlamentari blinderebbero la legislatura, diventando una sorta di ultimo baluardo per evitare di tornare immediatamente al voto consegnando il paese a Matteo Salvini.

Ma Matteo Renzi non intende darsi per vinto ed è già partito alla ricerca di “controresponsabili”. L’ex premier sembra molto sicuro di sé, e avrebbe detto ai suoi – paragonando la questione a una partita di Risiko: “È la mia piccola Kamchatka. Apparentemente conta poco, è piccola. Ma di solito chi la conquista poi vince la partita”. A parlare, alla fine, saranno i numeri.

 

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