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L’Europarlamento approva la risoluzione sul piano di riarmo europeo: 419 voti a favore. Si divide il Pd, contraria la Lega

Immagine di copertina
Credit: AGF

La risoluzione incassa l'ok del parlamento europeo con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti. Bocciata la proposta di Fdi di modificare il nome del piano da "ReArm Europ" a "Defend Europe"

Con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti, l’Europarlamento ha approvato la risoluzione sul piano ReArm Europe, proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. I partiti italiani si sono divisi, a partire da quelli che compongono la maggioranza di governo in Italia. La Lega, infatti, ha votato contro mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia a favore. Diviso anche il Pd con 11 eurodeputati astenuti e 10 a favore. No da parte di Movimento 5 Stelle e Verdi/Sinistra Italiana.

Il PD si divide
Dopo giorni di accese discussioni interne e mediazioni, i dem, come detto, si sono divisi: 10 eurodeputati hanno votato a favore e 11 si sono astenuti. In particolare, hanno votato Sì alla risoluzione Pina Picierno, Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Alessandra Moretti, Pierfrancesco Maran, Irene Tinagli e Raffaele Topo. Si sono astenuti, invece, il capo-delegazione Nicola Zingaretti, Brando Benifei, Dario Nardella, Matteo Ricci, Alessadro Zan, Lucia Annunziata, Annalisa Corrado, Camilla Laureti,  Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Marco Tarquinio.

Nei giorni scorsi il Pd aveva valutato l’ipotesi di votare contro, ma le divergenze interne e soprattutto il fatto che il gruppo dei Socialisti europei si fosse schierato a favore hanno fatto propendere i dem per una soluzione meno di rottura: quella appunto dell’alternativa tra astensione e voto favorevole. Se Picierno, Gori e altri avevano fin da subito messo in chiaro la loro intenzione di votare Sì, non è passato inosservato oggi il voto favorevole di Stefano Bonaccini, presidente del partito che nei giorni scorsi aveva partecipato alle mediazioni interne per trovare una soluzione che mettesse d’accordo tutti. Alla fine Bonaccini si è espresso con un voto opposto rispetto alla posizione politica della segretaria Schlein.

Bocciato l’emendamento di Fdi
Bocciato l’emendamento di Fdi che proponeva una modifica del nome del piano: da “ReArm Europ” a “Defend Europe”. Questo il testo dell’emendamento presentato dal partito di Giorgia Meloni: “Il Parlamento Europeo accoglie con favore il piano ReArm Europe in cinque punti proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione; sottolinea che il nome ReArm Europe rischia di essere fuorviante e troppo limitante per un piano che mira ad affrontare il rafforzamento della difesa europea in tutti i settori e gli ambiti, il che è essenziale per garantire la sicurezza dei nostri cittadini; chiede, a tal fine, che il piano sia rinominato Defend Europe”.

Le reazioni
Per l’Europarlamento si tratta di un “momento storico per la difesa europea”. Gli eurodeputati “accolgono con favore” il piano ReArm Europe, sostengono “fermamente l’idea che gli Stati membri dell’Ue debbano aumentare i finanziamenti per la difesa e la sicurezza a nuovi livelli”. Il Parlamento europeo ribadisce anche il sostegno all’Ucraina e “invita gli Stati membri dell’Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a revocare tutte le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro obiettivi militari in territorio russo”. L’Europarlamento, poi, registra “un cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti, poiché l’amministrazione Trump sta proponendo la normalizzazione dei legami con la Russia e sta diventando sempre più chiaro che l’Europa deve rafforzare la propria sicurezza e difesa per poter aiutare l’Ucraina a difendersi”.

Protestano, invece, il Movimento 5 Stelle e Verdi/Sinistra Italiana: “Oggi è una pagina nera per la democrazia europea. Il Parlamento aveva la grande opportunità di lanciare un messaggio forte e chiaro a Ursula von der Leyen e invece ha alzato bandiera bianca approvando la risoluzione sul futuro della difesa europea che sostiene il ReArmEu, un piano folle di 800 miliardi che aumenterà l’escalation militare e impoverirà ulteriormente la nostra Europa. Vergogna”.

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