Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:02
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

La stretta di mano tra Pd e M5S potrebbe cambiare la politica italiana: ecco perché (di L. Telese)

L'alleanza giallo-rossa potrebbe diventare addirittura una coalizione

Governo Pd-M5S: l’accordo potrebbe diventare un’alleanza politica

Il Pd e il M5S si stanno accordando in queste ore per formare un governo e così, alla fine, il Conte bis è nato. È nato nonostante i calci negli stinchi, i giochi, le mediazioni esasperate e i veti finti, presunti. A farlo nascere sono stati i due protagonisti che nessuno si immaginava: Nicola Zingaretti da un lato e proprio Conte dall’altro. L’uomo che diceva di non volere l’ex premier e l’ex premier che non voleva tornare in politica.

> Segui tutti gli aggiornamenti sulla crisi di governo con la diretta di TPI

Nasce questo governo giallo-rosso con un accordo che prefigura qualcosa di più, addirittura un’alleanza politica. A cominciare dall’Emilia Romagna e dall’Umbria dove i due faranno fronte comune contro la Lega.

I renziani, intanto, si trovano in uno strano paradosso: quello di aver scritto l’inizio della trattativa, ma ora si vedono scavalcati da Carlo Calenda che potrebbe uscire (perché tanto non crea problemi, non controllando seggi in Senato) e fondare un nuovo partito, prosciugando uno spazio possibile per la scissione dell’ex premier.

Il patto di oggi, quello del cosiddetto governo di svolta, non va sottovalutato perché sicuramente, se sopravvive questo governo, cambierà qualcosa nella politica italiana. Potrebbe prefigurare un complicato schieramento di centrosinistra che si oppone a quello di centrodestra.

Certo, l’Emilia Romagna diventerà un campo di battaglia pazzesco. Dove per la prima volta si vedrà se regge il muro del consenso.

Conte, che ha incassato il sì di Landini e dei sindacati, il sì di alcune gerarchie ecclesiastiche, l’endorsement di Donald Tusk e della Commissione Ue, adesso non è più l’avvocato del popolo che nessuno conosce. Esce da questa impresa ottenendo due mandati diversi da premier, con due diverse maggioranze, che è un primato in cui precedentemente si è esercitato un solo uomo, che è Giulio Andreotti. Non è un precedente da poco.

Se questa alleanza non dovesse finire in maionese e dovesse invece durare fino a fine legislatura, tre anni e mezzo, alla fine di questo lungo viaggio questa alleanza giallo-rossa potrebbe essere qualcosa di più che un contratto di governo: addirittura una coalizione.

I commenti di TPI:
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Alessia Pifferi è davvero l’unica colpevole della morte della figlia? (di F. Bubba)
Opinioni / Metterci a dieta è la miglior cosa che possiamo fare per noi e per l’ambiente
Opinioni / Quegli animali imprigionati nelle fabbriche della morte
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Alessia Pifferi è davvero l’unica colpevole della morte della figlia? (di F. Bubba)
Opinioni / Metterci a dieta è la miglior cosa che possiamo fare per noi e per l’ambiente
Opinioni / Quegli animali imprigionati nelle fabbriche della morte
Esteri / La mucca cinese di Xi Jinping attira consensi in Europa
Opinioni / Caro Marco Tarquinio, ci vorrebbe più rispetto per i valori fondamentali del PD
Opinioni / Israele e la guerra di Gaza. Fermare il massacro
Esteri / Tra Netanyahu e Biden ne resterà soltanto uno: ecco perché “Bibi” disobbedisce a Joe
Esteri / Il doppio standard è un male anche per Israele
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”