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Home » News

Modena, per la prima volta antivaccinisti condannati per una fake news

Immagine di copertina
Credit: Afp

Avevano pubblicato dati errati su dei manifesti: la donna che ha commissionato l'iniziativa è stata condannata per procurato allarme

Per la prima volta in Italia gli antivaccinisti sono stati condannati per procurato allarme per aver diffuso una fake news. A emanare il decreto di condanna è stato il gip di Modena, Paola Losavio, dopo l’indagine della procura emiliana partita da un esposto dell’Ausl di Modena.

La condanna è stata emessa nei confronti di una donna, Magda Piacentini, che aveva commissionato l’affissione, sul territorio modenese, dei manifesti con la seguente frase:

“Non speculate sui bambini, vogliamo la verità sui vaccini: 21.658 danneggiati nel triennio 2014-2016, secondo i dati Aifa, altroché uno su un milione!”.

I cartelloni, sei metri per tre, erano stati esposti, nel febbraio scorso, dall’associazione “Riprendiamoci il Pianeta” assieme ai “Genitori del No Emilia Romagna”.

Contenevano però un dato errato: i numeri attribuiti all’Agenzia italiana del farmaco non si riferivano in realtà ai bambini danneggiati dai vaccini ma al totale di segnalazioni sospette (qui tutto quello che c’è da sapere sui vaccini).

Gli stessi organizzatori della campagna no vax ammisero l’errore. “Ci siamo resi conto di avere scritto una inesattezza nel nostro manifesto che stiamo correggendo, non si tratta infatti di 21.658 danneggiati da vaccino, ma di 21.658 segnalazioni di sospette reazioni avverse”, avevano detto.

Ma ormai il testo era stampato sui manifesti tanto da provocare la reazione dell’azienda sanitaria di Modena contro “ogni forma di mistificazione e di propaganda antiscientifica” poi sfociata nella condanna ai no vax da parte del giudice per procurato allarme.

L’indagine firmata dal procuratore Lucia Musti e dalla pm Claudia Ferretti scattò su esposto del professor Vittorio Manes per conto della Ausl Modena.

La donna è stata condannata a pagare 400 euro. La condanna è impugnabile, ma si tratta comunque della prima di questo genere.

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