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Armati fino ai denti, violenti, razzisti e omofobi: cosa siamo e cosa saremo

Immagine di copertina

Ci ritroveremo così, con un Kalashikov Ak-47, persiana tirata, a presidiare la porta di casa con l’occhio puntato nello spioncino.

Aspetteremo il nemico e vedremo il nemico ovunque. Perché è così che ci vogliono, è così che hanno deciso che saremo. 

Più armati di De Niro in Taxi Driver, offriremo il nostro armamentario di offese e aggressività a ogni avventore e malcapitato che oserà calpestare l’erba del nostro giardino.

Il tiro al nero diventerà il nostro sport preferito e attenderemo la notte per colpire “froci” e “neri” che oseranno passeggiare sulle nostre strade, o peggio, scambiarsi effusioni di fronte ai nostri figli, quelli rigorosamente bianchi, decisamente italiani, o tanto fortunati da compiere un eroico salvataggio per diventare tali.

Difenderemo le mure della nostra casa e saremo legittimati a colpire qualunque cosa non ci piacerà, qualunque cosa ci disturberà. Non importa se sarà un colpo di vento, se quel proiettile spezzerà per sempre un’altra vita, o se banalmente e ingenuamente commetteremo un errore. Ci sarà qualcuno a garantire per noi.

Difenderemo la famiglia, quella naturale, quella tradizionale. Quella dove i bambini dormono sereni, dove la felicità viene scandita da un DNA che impone maschio e femmina e che proteggerà i nostri figli da turbamenti, litigi, violenze, molestie – nel sacro vincolo del matrimonio.

Potremo uccidere il nostro nemico, ma non potremo abortire.

Permetteremo che a decidere del nostro futuro, dei nostri diritti e delle leggi che regolano la nostra vita, saranno fascisti e razzisti, seduti comodi tra i banchi del Parlamento. Metteremo nelle loro mani il nostro futuro, dimenticando il nostro passato, e apprenderemo delle loro scelte con una diretta Instagram.

Così è come ci vogliono, con la riforma delle legge sulla legittima difesa, con il cambio del codice antimafia relativo alle regole elettorali, con i congressi omofobi e sessisti patrocinati dai nostri ministeri e con il ddl Pillon.

Così è come saremo, senza condanne appropriate per le aggressioni omofobe e razziste, privi di sentenze e pene certe per chi violenta o uccide una donna, ma pieni di pistole e fucili, armati fino ai denti.

La riforma voluta dalla Lega allarga la copertura della legittima difesa: affinché scatti la non punibilità non è necessario che il ladro abbia un’arma in mano, bensì è sufficiente la sola minaccia di utilizzare un’arma. E non serve la minaccia specifica “alla persona”.

Sarà tutto più facile, compreso uccidere.

Ma le mani della Lega (e M5S) non trovano confini e cambiano anche il codice antimafia relativo all’incandidabilità degli esponenti politici.

I reati di opinione, quali l’apologia del fascismo e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, sono stati esclusi dal “cumulo” di pene previsto dal codice di autoregolamentazione per le candidature alle elezioni approvato ieri, mercoledì 27 marzo, dalla Commissione parlamentare antimafia.

È così che l’emendamento di Lega e Movimento 5 stelle stralcia, di fatto, dal nuovo codice Antimafia i reati su discriminazione razziale, etnica e religiosa tra quelli che impediscono la candidatura. 

E presto incontreremo nelle aule del Parlamento fascisti e razzisti, finemente tirati a lustro. 

E poi succederà che un giorno fisseremo quel Kalashikov sull’ennesimo nemico, o presunto tale, che vedremo aggirarsi tra le mure di casa nostra, punteremo la canna e resteremo impietriti di fronte a quell’immagine: allo specchio vedremo noi stessi – arruffati, smunti e incazzati: il nemico siamo noi.

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