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Travaglio intervista Conte, il premier: “Salvini umano, sul CV non ho mentito, votavo Pd fino al 2013”

Immagine di copertina
Giuseppe Conte e Marco Travaglio

Il presidente del Consiglio ha parlato anche di immigrazione, legittima difesa e della polemica tra Di Maio e Boeri

Sul Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio ha realizzato una lunga intervista al premier Giuseppe Conte.

S&D

Non sarebbe una grande notizia, se non fosse che il presidente del Consiglio è stato quantomeno “schivo” in queste prime cinque settimane di governo. Un basso profilo che cozza con l’attivismo dei suoi vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Nel colloquio con Travaglio, Conte ha motivato questo suo atteggiamento affermando che “gli italiani sono più interessati alle iniziative del governo che alle parole dei governanti. Parlerò un po’ di più, ma solo quando avrò qualcosa da dire di concreto su quello che sto facendo”.

Conte non è preoccupato dalla sua presunta subalternità a Di Maio e Salvini: “Nessun premier si sceglie da solo, tutti i premier sono scelti da altri. Avere al mio fianco i due leader dei partiti di maggioranza è persino un vantaggio, perché mi evita le liturgie dei vertici di coalizione e rende più diretto il confronto e più spedito il percorso del governo.

Il premier ha incontrato Beppe Grillo una sola volta, in campagna elettorale: “Mi ha detto: ‘Ah, tu fra tutti sei quello normale’”.

Per quanto riguarda la sua fede politica, il presidente del Consiglio ha confermato di aver votato spesso a sinistra, anche se, precisa, non ha mai avuto tessere di partito. “Votai l’Ulivo di Prodi, una volta credo i centristi (mai FI né An). E il Pd fino al 2013. Ma poi, deluso, mi sono ravveduto. Nel 2018 ho votato M5S”.

Il modello di premier a cui Conte si ispira è Aldo Moro.

Sul caso della Open Arms, il primo ministro ritiene che sia “inaccettabile che una Ong incolpi il governo italiano”, mentre afferma che sul ricollocamento dei migranti in Europa l’operato del governo sta andando nella giusta direzione.

“Ieri sera ho scritto la seconda lettera a Juncker e Tusk per chiedere che quel che è avvenuto domenica diventi una prassi, affidata non più alle nostre telefonate ai partner, ma a un gabinetto o comitato di crisi sotto l’egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i vari governi”.

Per Conte, Salvini “non è indifferente ai valori di umanità”, come dimostra la sua volontà di operare per ridurre le partenze e dunque i morti in mare.

Poi qualche curiosità personale. Il premier guarda pochissimo la tv, “solo partite di calcio o di tennis, e film d’autore”. Giocava a calcio e a tennis “prima di rompersi il menisco e il legamento crociato”.

Quanto ai libri, Conte legge soprattutto “noiosissimi testi di diritto, e quando posso letteratura. Il mio preferito è Saramago”.

Sulla polemica tra Di Maio e Boeri, il presidente del Consiglio evidenzia che “quel numero di 8 mila disoccupati all’anno è arrivato all’ultimo, fuori tempo massimo perché potessimo controbattere con dati più attendibili”.

Conte rivendica totale armonia nel governo, anche con il ministro Tria (“è il suo mestiere fare di conto, ma andiamo tutti d’accordo”), e dice che l’uscita dall’Euro è fuori discussione.

Qualche parola anche sulla legittima difesa: “Vogliamo solo risparmiare a chi davvero spara per difendersi il calvario dei vari gradi di giudizio. Ma di solito vanno a processo quelli che sparano alla schiena del ladro in fuga. Non solo, purtroppo. Comunque non daremo incentivi a farsi giustizia da soli, ad armarsi tutti o a sostituire la difesa delle forze dell’ordine con l’autodifesa personale”.

Infine, impossibile non tornare sulla questione del curriculum “gonfiato”.

“Non ho scritto nulla che non fosse vero – dice il premier – anche se poi le conferme dai vari atenei, dopo il polverone iniziale, si sono perse nel baccano generale. Se non ho risposto subito è perché non avevo a portata di mano le carte per confermare quelle esperienze di aggiornamento, e intanto stavo lavorando alla squadra di governo”.

Tornando indietro, però, non lo riscriverebbe allo stesso modo. “Scriverei: Giuseppe Conte, avvocato”.

“E premier no?”, incalza Travaglio.

“Ah, sì, avvocato e presidente del Consiglio”.

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