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Yemen: Israele bombarda il porto di Hodeidah e l’aeroporto di Sana’a controllati dagli Houthi. Il gruppo promette vendetta

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Un’esplosione dovuta all’attacco aereo condotto dalla coalizione anglo statunitense il 20 marzo 2025 contro gli Houthi a Sana’a, in Yemen. Credit: CHINE NOUVELLE/SIPA / AGF

L'Idf ha colpito "piste, aerei e infrastrutture" dello scalo della capitale, costretto a chiudere, oltre a centrali elettriche, cementifici e terminal commerciali e petroliferi sul Mar Rosso. “Quest’aggressione non rimarrà impunita”, promettono gli Houthi, diramando un bilancio delle vittime di almeno 3 morti e 38 feriti

Israele ha bombardato oggi per ben due volte le aree dello Yemen controllate dagli Houthi, colpendo prima il porto di Hodeidah e poi l’aeroporto della capitale Sana’a, dopo che un missile lanciato ieri dal gruppo armato sciita filo-iraniano aveva centrato lo scalo di Tel Aviv. Entrambe le infrastrutture yemenite, secondo i militari israeliani e i media locali affiliati agli Houthi, sarebbero state messe almeno parzialmente fuori uso.

I raid hanno infatti danneggiato i due scali, portando alla completa chiusura dell’aeroporto di Sana’a, dove “sono state colpite piste, aerei e infrastrutture”. Inoltre, come rivelato in una nota diramata oggi dalle forze armate israeliane (Idf), nelle ultime 24 ore l’Aeronautica Militare dello Stato ebraico ha “attaccato diverse centrali elettriche nella zona” della capitale e il “cementificio Al-Imran” a nord della città. “L’aeroporto, così come il porto di Hodeidah attaccato la notte scorsa, è utilizzato dagli Houthi per il trasferimento di armi e miliziani ed è costantemente gestito dal regime Houthi per scopi terroristici”, si legge nella nota dell’Idf, secondo cui “gli attacchi sono stati condotti in modo mirato, adottando tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo i danni ai civili e alle loro proprietà”.

Gli attacchi, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa locale Saba controllata dal gruppo armato yemenita, hanno centrato l’aeroporto internazionale della capitale; la centrale elettrica di Dhahban; i trasformatori situati nelle aree di Alman e Kullet Jadr del distretto di Bani Al-Harith; la centralina di distribuzione di Asr del distretto di Ma’in e la stazione di Haiz a Sana’a. Il bilancio preliminare delle vittime, diramato dall’agenzia Saba, riferisce di tre civili uccisi e altri 38 feriti a seguito dei raid condotti oggi da Israele. Almeno due persone sono morte e altre sette sono rimaste ferite nel raid che ha colpito la stazione di Dhahban del distretto di Bani Al-Harith. Un’altra è rimasta uccisa e altre tre sono state ferite nel bombardamento contro l’aeroporto internazionale di Sana’a. Altri 16 feriti sono stati registrati nell’attacco al cementificio Amran. Sette persone sono state ferite invece nel raid contro la stazione centrale di Haiz a Sana’a. Altre due sono rimaste ferite nei bombardamenti nella zona di Asr del distretto di Ma’in.

Dallo scoppio del conflitto nel settembre 2014, attraverso il loro braccio politico Ansarullah, gli Houthi governano un terzo del territorio dello Yemen, dove vive oltre il 75 per cento della popolazione e mantengono il controllo della maggior parte delle zone occidentali e nord-occidentali del Paese, compresa la capitale Sana’a e il principale porto yemenita sul Mar Rosso, Hodeidah.

Da oltre un anno, ufficialmente in solidarietà con i palestinesi e in coordinamento con l’Iran e i suoi sodali di Hezbollah e di altre formazioni simili in tutto il Medio Oriente, le forze Houthi, riunite nella cosiddetta “Alleanza dei partiti e delle forze politiche anti-aggressione”, hanno ripreso a minacciare la libera navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, colpendo e sequestrando mercantili collegati a Israele e ai suoi alleati in Europa e Nord America per fare pressione sull’Occidente affinché costringa lo Stato ebraico a fermare le operazioni militari nel territorio costiero. Una minaccia poi elevata, con il protrarsi del conflitto e dei massacri di civili a Gaza, ad attacchi diretti con missili balistici e droni lanciati sia contro le navi militari statunitensi ed europee intervenute a difesa delle imbarcazioni in transito nell’area sia verso Israele.

Intanto gli Houthi promettono vendetta. “Quest’aggressione non rimarrà impunita”, si legge in una nota diramata dal ministero degli Esteri del governo Houthi, citata da Saba. “Non farà altro che rafforzare la determinazione degli yemeniti a sostenere Gaza e il popolo palestinese, utilizzando tutti i mezzi disponibili, fino a porre fine all’aggressione e all’assedio” imposti da Israele.

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