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Home » Esteri

Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni

Immagine di copertina
Credit: AGF

Per colpire i palestinesi, i droni delle forze armate di Israele (Idf) riproducono il pianto di donne e bambini che chiedono aiuto, “attirando” gli uomini fuori dai loro rifugi. Sarebbe questa, almeno secondo il portale Middle East Eye, la nuova “tattica” usata dai militari dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza.

Samira ha 49 anni e vive nel campo profughi
di Nuseirat, nel centro del territorio costiero palestinese, e come tanti, nella notte del 15 aprile,
è stata svegliata dal pianto di alcune donne e bambini che chiedevano aiuto. “Ho sentito una donna piangere e gridare: ‘Aiutami, mio ​​figlio è stato ucciso’. I suoni provenivano dalla strada ed erano strani”, ha raccontato a Middle East Eye. “C’erano suoni diversi provenienti dai droni”, ha aggiunto il 19enne Mohammed. “Facevano rumore: alcune registrazioni erano comprensibili e altre no. Sono durati dai 30 ai 60 minuti, poi hanno iniziato ad aprire il fuoco e a lanciare bombe nel quartiere”.

Ma quando, insieme ad altri, Samira è uscita per capire da dove provenissero le grida
ha sentito gli spari
dei droni israeliani. Questi urli,
uditi per diversi minuti
dalla popolazione civile del campo profughi, non erano veri ma, secondo la testimone intervistata dal portale con sede nel Regno Unito, erano stati riprodotti
appositamente
dai droni dell’Idf
per “attirare”
gli uomini fuori
dai loro nascondigli.

“Di solito, di notte, le strade
sono vuote e gli uomini restano nelle loro case”, ha spiegato Samira
a Middle East Eye. “Quando i droni aprono
il fuoco a quell’ora,
colpiscono solo i tetti e le strade,
non trovano persone a cui sparare. Quindi hanno riprodotto
questi suoni perché conoscono la natura della nostra società; sanno
che gli uomini avrebbero
cercato di offrire aiuto.
Volevano che uscissero
per potergli sparare”.

Quella notte sono rimaste
ferite almeno 7 persone
ma nessuno ha potuto
aiutarle perché,
secondo Samira, “i droni sparavano
a qualsiasi cosa
si muovesse”. Alla fine solo un’ambulanza
è riuscita a raggiungere
la zona e a trasportare
in ospedale
chi era stato colpito.

Nella Striscia di Gaza, le Idf stanno gradualmente
sostituendo le truppe di terra con i droni armati,
che aiutano a identificare
gli obiettivi e a colpirli
senza mettere in pericolo
la vita dei soldati israeliani.

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