Elezioni: in Romania e Polonia vincono gli europeisti, in Portogallo centrodestra primo ma senza maggioranza

Il liberale Nicușor Dan è il nuovo presidente rumeno: sconfitti gli ultranazionalisti. Il candidato di Tusk avanti nel primo turno delle presidenziali polacche. Débâcle storica per i socialisti portoghesi. E cresce l'estrema destra di Chega
In Romania e Polonia vincono i centristi pro-Europa, in Portogallo il centrodestra moderato arriva primo ma non ha la maggioranza per governare da solo. Questo l’esito delle tre importanti elezioni che si sono tenute in Europa ieri, domenica 18 maggio.
Romania, il liberale Dan eletto presidente
Il voto più atteso era quello per le presidenziali in Romania, dopo che lo scorso novembre la Corte Costituzionale rumena aveva annullato il primo turno per presunte interferenze russe, con conseguente estromissione del candidato ultranazionalista e filo-russo Călin Georgescu, che era risultato il più votato.
Lo scorso 4 maggio, alla ripetizione del primo turno, aveva trionfato ancora una volta l’estrema destra, guidata da George Simion in sostituzione di Georgescu, che aveva raccolto circa il 41% dei consensi. Ieri, tuttavia, al ballottaggio, ha prevalso il fronte liberale: il nuovo presidente della Romania è il liberale Nicușor Dan, 56 anni, matematico, sindaco di Bucarest in carica, votato dal 53,6% degli elettori rumeni a fronte del 46% del suo avversario. L’affluenza alle urne è stata del 65%, la più alta dal 1996.
“È la vittoria di migliaia e migliaia di persone che hanno fatto campagna elettorale e che credevano che la Romania potesse cambiare nella giusta direzione”, ha commentato il neo-presidente, che era sostenuto da un lungo elenco di partiti di area centrista. Dan ha dichiarato di voler iniziare a parlare con i quattro partiti filo-occidentali del parlamento rumeno e con i rappresentanti dei partiti delle minoranze etniche per formare una coalizione di maggioranza.
Lo sconfitto Simion, da parte, sua, ha pubblicato un video su Facebook congratulandosi con il neo-presidente: “Ha vinto le elezioni. È stata la volontà del popolo rumeno”, ha detto.
Polonia, al primo turno delle presidenziali vince Trzaskowski
In Polonia, il sindaco liberale di Varsavia Rafał Trzaskowski ha vinto di misura il primo turno delle elezioni presidenziali raccogliendo il 31,3% dei voti contro il 29,5% del suo principale avversario, Karol Nawrocki, sostenuto dal partito sovranista di destra Diritto e Giustizia.
Trzaskowski, 53 anni, esponente del partito Piattaforma Civica, lo stesso del primo ministro Donald Tusk, ha ottenuto peraltro un margine di vittoria inferiore a quanto previsto nei sondaggi pre-elettorali.
Il ballottaggio si terrà domenica 1 giugno. Trzaskowski cercherà di ottenere il sostegno di candidati centristi e di sinistra, mentre Nawrocki spera di calamitare i voti dell’estrema destra, che al primo turno, con il candidato Sławomir Mentzen, è arrivata terza con il 14,8% dei consensi.
Portogallo, alle legislative vince il centrodestra
Alle elezioni legislative in Portogallo la lista più votata è stata la coalizione di centrodestra Alleanza Democratica, guidata dal primo ministro uscente Luís Montenegro: la coalizione ha raccolto il 32% dei voti, percentuale tuttavia non sufficiente a formare un nuovo governo.
Il Partito Socialista e l’estrema destra di Chega hanno ottenuto lo stesso risultato, 23%, piazzandosi a pari merito al secondo posto. Per i socialisti si tratta del peggior risultato dal 1987.
Quelle di domenica sono state elezioni anticipate, tenute a soli quattordici mesi dal precedente voto legislativo. Il governo uscente, guidato da Montenegro, è caduto lo scorso marzo in seguito a uno scandalo che ha coinvolto lo stesso primo ministro riguardante un presunto conflitto d’interessi tra la sua carica e il suo legame con una società di consulenza fondata prima di entrare in politica. Secondo l’analisi di Politico.Eu, il Partito Socialista di Pedro Nuno Santos è stato “punito dagli elettori per aver forzato elezioni che il popolo considerava inutili”.
Alla luce dei risultati elettorali, nel nuovo parlamento portoghese Alleanza Democratica controllerà 89 seggi, assai meno dei 116 necessari per una maggioranza di governo. Socialisti e Chega ne avranno invece 58 ciascuno.
Montenegro ha escluso qualsiasi accordo di governo con Chega: per poter formare un esecutivo, avrà quindi bisogno del sostegno – almeno tacito – del centrosinistra. Dopo le legislative dello scorso anno, il leader del Partito Socialista Pedro Nuno Santos aveva optato per una collaborazione costruttiva, ordinando al suo partito di astenersi nelle votazioni cruciali, il che ha consentito al Montenegro di formare un governo di minoranza.
Ieri, dopo il disastroso risultato alle urne, Nuno Santos ha annunciato le sue dimissioni da segretario dei socialisti. “Il sistema è stato scosso”, ha affermato il parlamentare di Chega Pedro Pinto. “E noi rappresentiamo un’alternativa di governo”.