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Strage di Erba, Azouz Marzouk chiede la revisione della sentenza: “Rosa e Olindo sono innocenti”

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“So chi ha ucciso mio figlio, Rosa e Olindo non c’entrano”: a più di 12 anni dalla strage di Erba, il marito e padre di due delle quattro vittime, Azouz Marzouk, ha chiesto la revisione del processo che ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo dei coniugi Rosa e Olindo Romano.

L’uomo di origini tunisine, tramite l’avvocato Luca D’Auria, ha fatto dunque richiesta alla procura generale di Milano di cercare elementi per arrivare a una revisione della sentenza sulla strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre del 2006.

Non è la prima volta che Marzouk dice di essere convinto dell’innocenza di Rosa e Olindo. Adesso, però, è arrivato il passo ufficiale. “Sono convinto – ha spiegato in un’intervista a TeleLombardia – che esiste un’altra storia. E anche le carte dicono chi è stato. Se leggete le carte si capisce chi è stato. La pista della ‘ndrangheta non c’entra niente, quella è una teoria che loro hanno voluto tirare fuori”.

Strage di Erba: la ricostruzione di uno dei delitti più efferati della storia italiana

Marzouk ha detto anche che vicino alla piazza ci sono una serie di telecamere che non sono state mai visionate dagli inquirenti. “Tutti questi elementi non vi fanno pensare a nulla? – ha continuato – A me confermano la mia tesi. So chi è andato, chi è. So chi aveva interesse ad ammazzare mio figlio e mia moglie”.

Il marito di Raffaella Castagna e del piccolo Youssef ha affermato di conoscere “sicuramente” la persona coinvolta nell’omicidio. Quel giorno, oltre ai due familiari di Marzouk, morirono anche la madre di Raffaella Castagna, Paola Galli, e della vicina di casa Valeria Cherubini.

Il marito di Valeria Cherubini, Mario Frigerio, fu l’unico sopravvissuto alla strage, rimediando gravissime ferite. L’uomo accusò direttamente Rosa e Olindo. È morto nel 2014.

Adesso la difesa dei coniugi Romano, che già una volta ha chiesto la revisione del processo, torna alla carica. Nei mesi scorsi, gli avvocati della coppia hanno chiesto l’accesso ad alcuni reperti della scena del delitto che non sarebbero mai stati analizzati: un accendino, un mazzo di chiavi e alcuni peli ritrovati nell’appartamento.

Rosa e Olindo sono reclusi in due carceri diversi: il primo a Opera, la seconda a Bollate, entrambi a Milano. La sentenza definitiva all’ergastolo per i due è arrivata l’estate scorsa, quando la Cassazione ha respinto la loro richiesta di revisione del processo.

I coniugi Romano, che in un primo momento hanno confessato di essere gli autori della strage di Erba, poi hanno ritrattato. A questo proposito, ha fatto molto discutere uno speciale de Le Iene, che ha portato avanti la tesi dell’innocenza di Rosa e Olindo.

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