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Cannabis, l’ex parlamentare radicale Bernardini in caserma

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La difesa: "La usa a scopo terapeutico"

Cannabis, l’ex parlamentare radicale Bernardini in caserma

Oggi, mercoledì 17 luglio, l’ex parlamentare radicale Rita Bernardini è stata portata in caserma dai carabinieri per alcune piante di cannabis che coltivava sul terrazzo della sua casa a Roma. I militari dell’Arma hanno effettuato un controllo nell’abitazione dell’ex deputata (segretaria dei Radicali italiani dal 2006 al 2008) durante il quale hanno recuperato delle buste contenenti erba.In un secondo momento, i carabinieri hanno convocato Bernardini in caserma per degli accertamenti.

S&D

Il legale difensore della esponente radicale, Giuseppe Rossodivita, ha spiegato subito che la sua assistita “coltiva la cannabis sul terrazzo perché la usa a scopo terapeutico, come ha più volte affermato senza farne mistero”.

Rita Bernardini ha raccontato passo passo la vicenda sui suoi profili social. Ha esordito con “forse è la volta buona” perché l’ex segretaria dei Radicali italiani altre volte, negli anni passati, si era autodenunciata per la coltivazione di cannabis nel suo terrazzo, organizzando alcune iniziative di “disobbedienza civile” per la legalizzazione dell’uso di droga.

La telefonata: “Lei deve venire qui”

Secondo quanto da lei stessa raccontato, Bernardini è stata raggiunta da una telefonata dei carabinieri mentre si trovava su un treno in direzione di Parma, dove avrebbe dovuto partecipare al laboratorio Spes contra Spem, nel carcere della città emiliana. Alla domanda “lei è in casa?”, l’ex leader dei Radicali ha risposto semplicemente “no, veramente sono sul treno in direzione Parma e sto fuori due giorni”. Ma i carabinieri sono stati irremovibili e, sempre secondo il racconto della Bernardini, le avrebbero detto: “Lei deve venire qui”.

Quindi la conclusione: “Ho fatto appena in tempo a scendere dal treno e ora sono su un taxi verso casa. Cannabis regolamentata! Accesso alle cure!!!”, ha raccontato su Facebook. E a corredare il post, le foto delle piante di cannabis che coltiva nel suo terrazzo. Tanti, sotto al post, i commenti di apprezzamento su Facebook per la battaglia che l’ex parlamentare ha portato avanti per l’uso della cannabis a scopo terapeutico.

> Altro che cannabis, la vera emergenza in Italia è l’alcol: 435mila morti in 10 anni

“Meritavo l’arresto”

La radicale Rita Bernardini ha manifestato il suo disappunto, uscendo dalla caserma dei carabinieri. “Sono stata denunciata a piede libero per la coltivazione di sostanze stupefacenti, 32 piante tra un metro e un metro e venti. A verbale del sequestro ho fatto allegare una dichiarazione: esprimo tutto il mio disappunto per la decisione della Procura di Roma di non procedere al mio arresto, come accade a tutti i cittadini che vengono sorpresi a coltivare marijuana”.

“Così si usano due pesi e due misure e la legge finisce per non essere ugual per tutti”, ha aggiunto.

Iniziativa non-violenta di autocoltivazione di marijuana

Il partito dei radicali si è schierato immediatamente dalla parte di Rita Bernardini. “Dopo anni che ciclicamente sponsorizza pubblicamente la sua iniziativa non-violenta di autocoltivazione di marijuana sul terrazzo di casa per sollecitare il pieno utilizzo a fini terapeutici, finalmente è stata fermata dai Carabinieri”.

“Sarà una buona occasione per aprire un dibattito al quale la classe dirigente di questo paese si è sempre sottratto e continua a sottrarsi”, dicono Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale.

“Con l’alibi di tutelare le persone le si consegnano nelle mani senza scrupoli che vendono sostanze pericolose, pericolo dovuto alla proibizione”, concludono.

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