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Open Arms è ferma davanti al porto di Lampedusa: Trenta e Toninelli non firmano il divieto di Salvini. Sbarcate 9 migranti per cure mediche

Immagine di copertina
Credit: PAU BARRENA / AFP

A bordo della nave 146 migranti soccorsi in acque libiche. Braccio di ferro nel governo

Open Arms a Lampedusa, le ultime notizie

La nave Open Arms, con a bordo 147 migranti soccorsi nei giorni scorsi in acque libiche, è ferma davanti al porto di Lampedusa in attesa di disposizioni sulla possibilità di attraccare. La nave dell’omonima Ong spagnola è arrivata nelle vicinanze dell’isola siciliana all’alba di oggi, giovedì 15 agosto, dopo che ieri il Tar del Lazio ha sospeso il divieto di ingresso in acque italiane disposto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi, Salvini ha firmato un nuovo divieto e annunciato ricorso urgente al Consiglio di Stato. Il divieto non è stato firmato, però, dalla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, e dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. Senza la firma dei ministri Trenta e Toninelli, il divieto imposto da Salvini è inefficace (qui abbiamo spiegato perché).

Open Arms a Lampedusa, botta e risposta Conte-Salvini

Il braccio di ferro coinvolge anche il premier Giuseppe Conte, che in tarda mattinata ha scritto una durissima lettera rivolta proprio contro Salvini in cui lo accusa di “sleale collaborazione” e parla del caso Open Arms. “Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti”, sottolinea il premier. “Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano. Siamo ormai agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo”.

Salvini ha risposto a Conte durante la tradizionale conferenza stampa di Ferragosto del Viminale, che quest’anno si è tenuta a Castelvolturno, in provincia di Caserta. “Sì, confesso, sono colpevole di avere l’ossessione della sicurezza dei cittadini e della lotta ai trafficanti di esseri umani”, replica Salvini. “Per questa ossessione 60 milioni di italiani mi pagano lo stipendio. Se vado bene come ministro dell’Interno, così sono. Se non vado bene  e si preferisce qualcuno del passato, magari del Partito democratico basta dirlo”. “Mi spiace che certe cose il presidente del Consiglio, anziché dirle in faccia, le scriva sui social, mentre da ore stavo lavorando a Castelvolturno”, aggiunge il ministro, che poi ha replicato gli stessi concetti in un post su Facebook.

Open Arms a Lampedusa, il rifiuto di Trenta e Toninelli

Come detto, il divieto di ingresso in acque italiane per la Open Arms non è stato firmato dalla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, e dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.

La mancata adesione alla decisione del Tar del Lazio, avverte Trenta in una nota, “potrebbe configurare la violazione di norme penali”. “Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza”, sottolinea la ministra. “Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità. Per questo non ho firmato”.

Immediata la replica di Salvini: “Umanità non significa aiutare trafficanti e Ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani”. “Gli italiani hanno bisogno di un governo forte, non è ammessa timidezza quando sono in gioco la sicurezza e i confini della Patria. Che è dovere di ogni cittadino, e a maggior ragione di ogni ministro, difendere”.

Dopo Trenta, anche il ministro Toninelli, ha fatto sapere di non aver firmato il divieto di ingresso per la Open Arms, che è ancora ferma davanti a Lampedusa.  “Avevo già firmato il decreto di Salvini che vietava l’ingresso della Open Arms nelle acque italiane. Avevo firmato anche stavolta, per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. Salvini che cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato concretezza”, ha scritto Toninelli su Facebook.

 

Open Arms a Lampedusa, la situazione

Alcune motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti della Open Arms: la nave si trova in questo momento nella zona di Cala Francese, a poche centinaia di metri dall’entrata del porto. Le condizioni del mare non sono buone e, stando alle previsioni, rimarranno così per tutta la giornata.

L’imbarcazione, spiega la Ong su Twitter, è “già ancorata nelle acque italiane con l’autorizzazione delle autorità. Il decreto Salvini ha cessato di entrare in vigore nonostante le minacce. Non abbiamo ancora i permessi per accedere al porto. È stata una lunga notte, ma la fine è vicina”.

A bordo della Open Arms ci sono, tra gli altri, 31 minorenni: nei giorni scorsi il Tribunale per i minori di Palermo aveva chiesto “chiarimenti” al Governo sul divieto di ingresso, affermando che tenere i minori in quelle condizioni “equivale, di fatto, a un respingimento”.

Ieri mattina il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha scritto a Salvini per chiedergli di mettere in sicurezza i minori, ma il ministro dell’Interno ha replicato in modo duro: “Non si capisce perché debbano sbarcare in Italia”.

 

 

“Continuo e continuerò a negare lo sbarco a chi pretende di portare dei clandestini sempre e solo in Italia”, ha poi ribadito in serata il leghista. “Se qualcuno la pensa diversamente se ne assuma la responsabilità. Una nave spagnola di una Ong spagnola era in acque maltesi e non si capisce perché un giudice italiano possa consentire l’ingresso nelle nostre acque”.

open arms salvini

La decisione del Viminale di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar sarebbe motivata dal fatto che agli avvenimenti citati nel provvedimento del Tar se ne sono aggiunti altri. Per giorni, si osserva dal Ministero dell’Interno, “Open Arms si è infatti trattenuta in acque Sar libiche e maltesi, ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia”.

Fonti di Palazzo Chigi, intanto, hanno reso noto che “la Spagna ha informato la presidenza del Consiglio della propria disponibilità a partecipare alla redistribuzione dei migranti della Open Arms, una volta sbarcati”.

Open Arms a Lampedusa, sbarco di 9 migranti per cure mediche

Nel pomeriggio è stato autorizzato lo sbarco per 5 dei migranti che da 14 giorni si trovano sulla Open Arms: lasciano la nave della ong spagnola per motivi psicologici e perché bisognosi di soccorsi sanitari. Ad accompagnarli 4 familiari, quindi complessivamente 9 persone. La Open Arms resta, intanto, a circa 150 metri dalla costa di Lampedusa. Sul molo Favarolo, sono intervenute tutte le forze dell’ordine e le ambulanze per trasferire i migranti.

Si tratta di eritrei e somali stremati a livello psicologico. La polizia si sta occupando di sovrintendere alle operazioni di approdo. Sono pronti anche i mezzi di soccorso che trasferiranno, in primissima battuta, i 5 migranti bisognosi di cura e assistenza al poliambulatorio.

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