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Napoli, la versione del Carabiniere che ha sparato al 15enne: “Mi ha puntato la pistola alla tempia”

Immagine di copertina
La caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dei Carabinieri di Napoli, 01 Marzo 2020. ANSA/CESARE ABBATE

Napoli 15enne ucciso, la versione del Carabiniere

Mi ha puntato la pistola alla tempia“. Questa la versione dei fatti del carabiniere fuori servizio che nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo ha sparato tre colpi d’ordinanza uccidendo il 15enne Ugo Russo (qui un suo profilo) in via Generale Orsini nel quartiere Santa Lucia a Napoli.

Secondo quanto raccontato dal militare al pm, durante il tentativo di rapina il 15enne gli avrebbe puntato una pistola alla tempia. Pistola che si è poi rivelata falsa.

Nella versione dei fatti fornita dal Comando provinciale dei carabinieri di Napoli, il collega in borghese in servizio in provincia di Bologna si trovava in auto con la sua fidanzata quando a un semaforo è stato affiancato da uno scooter con a bordo due ragazzi con casco e scaldacollo che hanno estratto una pistola per ottenere l’orologio che il carabiniere portava al polso e la catenina d’oro indossata dalla ragazza.

Quando il giovane armato gli si è avvicinato, il carabiniere si sarebbe qualificato e avrebbe quindi sparato tre colpi con la pistola d’ordinanza. Il 15enne Ugo Russo dei Quartieri Spagnoli è stato colpito da un proiettile alla testa e uno al torace. È deceduto all’ospedale Pellegrini alle 2.30. A chiamare l’ambulanza sarebbe stato proprio il carabiniere che ha aperto il fuoco.

Al nosocomio sono arrivate decine di persone, molti dei familiari di Russo che hanno distrutto il pronto soccorso con calci, pugni, scaraventato sedie e panche nelle vetrate. Il direttore dell’Azienda sanitaria locale ha dovuto chiudere la struttura perché inagibile, trasferendo 8 pazienti in reparto o in altri ospedali. Poco dopo un gruppo di persone armate ha esploso quattro colpi di pistola nei pressi della caserma Pastrengo, sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli. La tensione è rimasta alta fino alle prime luci del mattino.

Il carabiniere rischia di dover rispondere di omicidio, anche se dice di essersi sentito in pericolo e di aver agito per difesa. La famiglia della vittima ha già nominato un avvocato: si annuncia una battaglia di perizie.

Le indagini sono ancora in corso, coordinate dalla Procura, con il pm intervenuto sul posto, e affidate ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale. Verranno visionate anche le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza installate in zona.

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