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De Lieto, il sindacalista di polizia che invoca porti chiusi: “Siamo invasi, mostriamo i muscoli”

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Già candidato dal Partito dei Pensionati con lo slogan "Gli italiani, prima", il segretario del LI.SI.PO. vuole combattere "l'invasione" per contrastare la diffusione del Covid-19 e di ulteriori reati

Migranti, il sindacalista di polizia Antonio De Lieto invoca i porti chiusi: “L’invasione è servita”

“Lampedusa ormai è stata «conquistata» dagli stranieri irregolari che, giorno dopo giorno, sono sbarcati senza che nessuno opponesse loro il divieto di sbarcare. Nella notte, con più imbarcazioni, sono sbarcati circa 200 immigrati. Ovviamente costoro sono stati accolti con tutti gli onori di casa a loro riservati e sono stati trasferiti all’hotspot di Contrada Imbriacola, nell’attesa dell’arrivo della lussuosa nave quarantena a spese dello Stato italiano, quindi di tutti i contribuenti”.

S&D

Uscite di questo genere sono ormai divenute abituali nel dibattito politico e l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha riacceso il dibattito sulla permeabilità dei confini italiani e sul comportamento da tenere nei confronti di chi rischia la vita per attraversare il Mediterraneo. Però questa volta a sostenere tale posizione non è un leader sovranista, bensì Antonio De Lieto, Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.).

Il suo comunicato ufficiale prosegue citando Giuseppe Conte e la sua dichiarata contrarietà agli ingressi irregolari, commentandolo come segue: “Il Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), non ha alcun motivo per non credere al nostro Presidente del Consiglio e, al riguardo, sommessamente si permette di suggerirgli di chiudere tutti i nostri porti ivi compresi i confini terrestri con l’Est”.

Secondo il sindacato dei poliziotti, “il comportamento spavaldo, provocatorio, insubordinato ed intimidatorio assunto ultimamente da taluni stranieri anche con eclatanti manifestazioni di protesta, suona come uno schiaffo al nostro Paese che li ha accolti pur essendo degli irregolari. Non è più possibile sopportare tutto ciò”. Eloquente l’invito finale: “L’Italia non è «terra di conquista», è il momento che il nostro Governo «mostri i muscoli». Da subito espulsioni coatte per chi non ha diritto di rimanere sul nostro territorio!!!”.

D’altra parte, non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Rispetto alla nave recentemente destinata alla gestione della quarantena in Sicilia, De Lieto aveva detto: “Si spendono ingenti somme per ospitare stranieri irregolari su lussuose navi, ma non per assicurare un tetto a chi vive per strada ed a chi si trova in condizioni di povertà estrema”.

E ancora, a inizio agosto, De Lieto aveva così commentato le misure di prevenzione del contagio: “Dagli italiani si pretende di tutto e di più in virtù di contenere i contagi da Coronavirus. Fra le nuove restrizioni imposte ai cittadini a mezzo di nuove ordinanze vi è quella che obbliga chi si reca in un ristorante ad avere a seguito la carta di identità, circostanza che lascia questa organizzazione sindacale al quanto stupefatta. Ben vengano nuove strategie per combattere il Covid-19, ma al riguardo il LI.SI.PO. rappresenta, per l’ennesima volta, la necessità di attuare il blocco navale con chiusura di tutti i nostri porti e chiusura dei confini terrestri con l’Est”.

Già allora si affermavano i concetti poi ribaditi (anche) nell’ultimo comunicato: “A parere del LI.SI.PO. l’Italia deve mostrare i «muscoli» e fermare con qualsiasi mezzo questa «invasione» che espone ancor più i cittadini a rischio di eventuali nuovi contagi. L’attuale Governo deve attuare e porre in campo ogni sforzo per difendere ancor più l’Italia e gli Italiani. Negli ultimi giorni non si contano più gli sbarchi di immigrati a Lampedusa, fino al punto che l’isola rischia di «collassare»”.

“Il problema immigrazione, a giudizio del LI.SI.PO. – aveva scritto De Lieto – non si risolve distribuendo gli immigrati nelle varie regioni d’Italia, in questo modo avremo soltanto «nuove Lampedusa». A Treviso nella Caserma Serena i migranti hanno manifestato contro la quarantena provocando danni anche all’infermeria. Al riguardo giova rappresentare che 133 dei 293 migranti alloggiati sono risultati positivi. Il LI.SI.PO. rammenta ai signori del «palazzo romano» ed a tutti i «buonisti» che le ordinanze regionali, i DPCM e tutte le leggi italiane non devono essere rispettate solo dagli italiani ma da tutti, immigrati compresi. Gli italiani non sono «limoni» da spremere!!!”.

Nato ad Avellino il 15 aprile 1955, Antonio De Lieto è stato Ispettore capo della Polizia di Stato, nella quale ha svolto servizio operativo ricevendo attestazioni di encomio e lode per aver condotto con successo particolari indagini di Polizia Giudiziaria, nonché diploma di benemerenza con medaglia a testimonianza dell’opera prestata in favore della popolazione della Campania e della Basilicata, colpita dal sisma del 1980. Fin dal 1986 ha avviato quella che poi sarebbe stata una lunga carriera sindacale, arrivando poi a ricoprire le cariche di Segretario e Presidente nazionale. Nel 2016 ha fatto esperienza diretta in politica come consigliere del Comune di Monfalcone (Gorizia), venendo eletto nella lista del Partito dei Pensionati, parte di una maggioranza di centrodestra. Lo slogan allora era “Gli italiani, prima”, piuttosto indicativo del tipo di collocazione e poi utilizzato anche in altre campagne della formazione fondata da Carlo Fatuzzo.

Certamente a De Lieto non si può contestare la mancanza di coerenza, visto che la sua posizione sul tema dell’immigrazione resta immutabile di comunicato in comunicato. Lo scorso 30 luglio proclamava: “E’ necessario difendere l’Italia e gli Italiani. E’ necessario spendere i nostri soldi per aiutare i nostri fratelli italiani che versano in condizioni sempre più pietose. Un padre giusto deve preoccuparsi di ristorare i propri figli!!! Il livello di preoccupazione di una possibile diffusione del virus sul territorio è altissimo. C’è da chiedersi a quanto ammonta la somma che lo Stato italiano deve pagare per alloggiare i migranti irregolari sottoposti in quarantena? Perché si preferisce spendere ingenti somme e non effettuare il blocco navale con chiusura dei nostri porti?”.

Una coerenza che resta inscalfibile anche ai pareri tecnici che hanno messo in seria discussione i supposti legami tra immigrazione, Covid-19 e commissione di reati. Sul punto, una settimana prima, De Lieto aveva addirittura invocato un’azione legale contro i responsabili della “massiccia e continua invasione”, definita: “Una immigrazione incontrollata ed incontrollabile che, praticamente, è sfuggita di mano e si scontra con la mollezza del nostro Paese, con il buonismo, con l’assenza di determinazione dell’Italia, a respingere chi, illegalmente, varca i nostri confini”.

La sua proposta in merito era chiara: “E’ giunto il momento che chi ha subito violenze, furti e quant’altro in violazione delle leggi italiane, denunci e chieda i danni patiti a chi in virtù dei poteri rivestiti dagli incarichi istituzionali ricoperti, non si è adoperato con tutti i mezzi disponibili, al fine di evitare l’ingresso nel nostro Paese ad individui sprovvisti di regolare documentazione richiesta per oltrepassare il confine e che successivamente al loro ingresso irregolare, hanno perpetrato reati a danno di persone”.

A metà giugno, commentando le manifestazioni del movimento “Black Lives Matter” aveva osservato come al cordoglio mostrato per la morte di George Floyd nelle piazze e in Parlamento non avesse corrisposto una analoga partecipazione “per ricordare i tanti operatori di Polizia che hanno sacrificato la loro vita per garantire ordine e sicurezza pubblica”, proponendo una manifestazione per esternare questo genere di disagio, che, comprensibilmente, lo preoccupa quanto l’aumento dei suicidi tra i poliziotti. Sul tema del “virus suicida”, come lo chiama lui, ha chiesto alla ministra Lamorgese di “battere un colpo”. Il che, insieme alla chiusura dei porti, a suo parere rappresenta un tema prioritario da porre nell’agenda politica.

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