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Home » Cronaca

Finti Vaccini, a processo l’assistente sanitaria sospettata di averli somministrati a bambini (a Udine e Treviso)

Immagine di copertina

FINTI VACCINI – E’ stata rinviata a giudizio l’assistente sanitaria trevigiana di 32 anni di Spresiano (in provincia di Treviso) sospettata di aver finto la somministrazione dei vaccini ad alcuni bambini, prima nel distretto sanitario di Codroipo (Udine) dell’azienda sanitaria del Medio Friuli e poi nell’Usl 2 di Treviso.

L’assistente è stata rinviata a giudizio dal gruppo del tribunale di Udine. Il processo comincerà il 24 settembre davanti al tribunale in composizione collegiale.

Finti vaccini | Assistente sanitaria a processo

Stamattina era ripresa nella tarda mattinata, davanti al gup del tribunale di Udine Daniele Faleschini Barnaba, l’udienza preliminare a carico dell’assistente sanitaria.

Il processo era stato sospeso alla scorsa udienza, il 21 dicembre, in attesa della decisione della Corte di Cassazione – su richiesta della difesa che aveva presentato una istanza specifica – di rimessione del processo ad altro tribunale. Per la difesa, infatti, sussistevano “motivi di legittimo sospetto”, per il “clamore mediatico senza precedenti” sviluppatosi intorno alla vicenda e per il “malcontento dei genitori” che, a giudizio dei difensori, avrebbero contribuito a creare un clima tale da “condizionare pesantemente le sorti del processo”.

Il ricorso è stato respinto ad aprile dagli Ermellini che hanno invece considerato l’imparzialità del giudice e stabilito che il processo può essere celebrato a Udine. Si è ripartito dunque dall’udienza preliminare. Nel corso del processo si erano già costituite parte civile le due aziende sanitarie e le famiglie di alcuni bambini.

La richiesta di rinvio a giudizio è stata argomentata oggi dal pm Claudia Danelon. Alla richiesta si sono associati anche i legali delle parti civili costituite, le aziende sanitarie da un lato e i familiari di alcuni dei bambini dall’altro.

La difesa ha chiesto invece una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste o per non averlo commesso o, in subordine, perché gli elementi acquisiti risultano insufficienti, contraddittori o comunque non idonei a sostenere l’accusa in giudizio. Il giudice si è quindi ritirato in camera di consiglio. Più tardi è quindi arrivata la decisione del rinvio a giudizio.

L’assistente sanitaria trevigiana non era presente in aula.

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