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Coronavirus, i passeggeri che fanno scalo a Fiumicino non vengono controllati. Ministero: “Non c’è bisogno”

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Credit: Ansa Foto

Verificando l'attuale sistema di controlli presente nell'aeroporto di Fiumicino, sembrerebbe presente una falla: i passeggeri che provengono dalla Cina attraverso altri scali e in ripartenza da Roma, non sono sottoposti al termoscanner. Cosa succede durante le ore di permanenza nello scalo romano? Il ministero della Salute ha risposto a TPI

Coronavirus, no controlli per passeggeri che fanno scalo a Fiumicino

A circa tre mesi dall’inizio dell’epidemia, il Coronavirus non accenna ad arrestare la sua corsa. Le autorità sanitarie di Pechino hanno aggiornato il bilancio dei morti che, al momento, sono 1875. Le persone che sono state contagiate dal virus che si è diffuso in Cina agli inizi di dicembre sono invece oltre 70mila, precisamente 73.337.

S&D

In Italia il bilancio dell’epidemia di Coronavirus è oltre 50 contagi e due morti. La prima vittima di Coronavirus sul territorio nazionale si chiama Adriano Trevisan (qui un suo profilo). Il 78enne, ricoverato da 15 giorni, era uno dei due contagiati nel padovano, dove è positivo anche un suo compaesano di 67 anni. La seconda vittima è una donna residente in Lombardia.

Il numero degli infettati in Lombardia sale a 39, mentre in Veneto sono 11. Lo ha comunicato il presidente della Regione Attilio Fontana, sottolineando che si sono “tutti verificati” nella stessa area a sud di Lodi. Diventano quindi 51 i contagi totali in Italia.

La paura di contrarre il virus, sta salendo e a destare maggiore preoccupazione sono quei luoghi dove le possibilità di contagio sembrano essere più alte. Uno su tutti è l’aeroporto.

Il ministero della Salute ha introdotto in tutti gli aeroporti italiani il termo scanner (o thermo scanner).

Cosa sono i termo scanner e a cosa servono? Gli scanner termici sono degli strumenti per la misurazione in tempo reale della temperatura umana, dunque serviranno a individuare le persone che hanno la febbre. Sono stati posizionati nel gate arrivi.

Negli aeroporti senza la strumentazione, ha fatto sapere il capo della Protezione Civile e Commissario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli, i controlli saranno effettuati da volontari medici e paramedici della Croce Rossa e di altre associazioni di Protezione Civile con i termometri a pistola.

Uno degli aeroporti europei con maggiore flusso è sicuramente lo scalo di Roma Fiumicino. Attualmente, nessun passeggero può uscire dall’aeroporto senza controllo.

Ciò che desta preoccupazione sono i cosiddetti passeggeri in transito.

Come in precedenza evidenziato dal Fatto Quotidiano, attualmente, i passeggeri in transito che arrivano a Roma e ripartono non vengono controllati. “Se qualcuno, ad esempio, arriva da Parigi e prosegue con un volo interno o per altre destinazioni resta nell’area transiti senza passare per le uscite. E, quindi, senza essere controllato prima di imbarcarsi”.

Se per i voli interni (come Roma-Bari, Roma-Lamezia Terme etc.) sono stati attivati i controlli presso l’aeroporto di arrivo, nessun controllo è previsto per gli stessi passeggeri durante la loro permanenza nello scalo di Roma.

Sul sito Adr si ha una panoramica in tempo reale di tutti i voli in partenza e in arrivo. Da lì si possono selezionare i voli che vengono dalla Cina che possono aver fatto uno scalo a New York, a Doha, a Londra, a Istambul o Tokyo.

Uno di questi passeggeri proveniente dalla Cina che ha fatto un primo scalo intercontinentale, può arrivare tanto a Londra, quando a Bucarest facendo un ulteriore scalo a Roma.

Ipotizziamo che un passeggero romeno o albanese voglia rientrare dalla Cina percorrendo una tratta Shangai – Istambul – Roma – Bucarest/Tirana.

Durante la permanenza di quel passeggero nell’aeroporto di Fiumicino non verranno effettuati controlli. Lo stesso passeggero potrà trascorrere diverse ore nello scalo romano in attesa di ripartire.

È proprio qui che sorge il dubbio: cosa succede se uno di questi passeggeri ha contratto il coronavirus ed entra in contatto con personale dell’aeroporto, addetti ai duty free o con altri passeggeri in transito?

Per scoprire se quegli stessi passeggeri sono infetti sarà necessario affidarsi esclusivamente agli eventuali controlli previsti dagli altri aeroporti. Ma nessuno saprà se, nelle ore in cui sono rimasti a Fiumicino, hanno effettivamente contagiato qualcuno.

La domanda sorge specialmente in ragione del fatto che sono molti i passeggeri che, per evitare il blocco aereo imposto dall’Italia alla Cina, hanno scelto di utilizzare più scali per uscire dal paese asiatico e fare rientro in patria.

Nonostante le rassicurazioni diffuse più volte dal ministro della Salute attraverso comunicati stampa, circolari e note del ministro, i timori di operatori o addetti ai servizi dell’aeroporto sono comprensibili.

É per questo motivo che TPI ha posto la questione ad AdR e al ministro della Salute.

Aeroporti di Roma si affida alle note diffuse dal capo della Protezione Civile e Commissario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli, che ha sottolineato come per l’Italia siano attivi controlli in tutti gli aeroporti che ricevono passeggeri da Roma.

Il ministero della Salute, attraverso il suo portavoce Cesare Buquicchio, ha spiegato a TPI: “In una circolare dedicata agli esercenti con il pubblico – operatori sanitari e altri che hanno contatto con il pubblico – viene identificato in modo molto preciso quello che è un contatto a rischio. Deve essere un contatto stretto e continuativo. Se io entro in contatto con un passeggero potenzialmente infetto perché gli servo un caffè, non è considerato un contatto stretto e continuativo, idem se sono al duty free. Lo è se sto nello stesso posto diverse ore, come avviene per i contatti di lavoro, sui mezzi di trasporto e nelle situazioni di famiglia”.

La risposta del ministero dunque è chiara: il pericolo reale viene considerato esclusivamente quando il contatto è stretto e prolungato.

Eccezion fatta per il personale addetto ai controlli, per loro è prevista la dotazione di mascherine e altra strumentazione necessaria per la protezione.

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