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La Francia richiama il suo ambasciatore in Italia: “Attacchi senza precedenti da Roma”. Salvini: “Pronto a incontrare Macron”

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Credit: Ludovic MARIN / POOL / AFP

Lo scontro dopo l'incontro tra Di Maio e i gilet gialli. Nuove polemiche anche su presunti sconfinamenti della Polizia francese in territorio italiano

La Francia ha richiamato il suo ambasciatore in Italia per consultazioni in seguito “agli attacchi senza precedenti del governo italiano”.

Lo ha annunciato il Ministero degli Esteri francese nella tarda mattinata di giovedì 7 febbraio 2019, dopo i ripetuti attacchi rivolti da Lega e Movimento Cinque Stelle contro il presidente francese Emmanuel Macron, che a sua volta in passato ha avuto parole dure contro il Governo gialloverde.

Non succedeva dal 1940, quando André François-Poncet lasciò Palazzo Farnese per tornare in Francia in seguito alla dichiarazione di guerra dell’Italia.

Di seguito alcuni link utili per fare chiarezza sulla situazione:

Scontro Francia-Italia: quali sono le conseguenze e cosa succederà adesso?
Italia e Francia, la “guerra” dei 100 anni: la storia lo dimostra
Tutti i fronti aperti della “guerra diplomatica” tra i due paesi
Perché i Cinque Stelle ce l’hanno tanto con la Francia
“Crisi senza precedenti” e “dichiarazioni esagerate”: i media francesi all’attacco dell’Italia

Il richiamo di un ambasciatore è un gesto del tutto inedito tra i paesi membri dell’Unione europea.

“Le ultime ingerenze sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente”, si legge nella nota ufficiale del ministero degli Esteri transalpino.

“Per diversi mesi la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde”, aggiunge il governo francese, definendo gli attacchi “senza precedenti” dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Secondo quanto emerso, Parigi avrebbe deciso di richiamare l’ambasciatore dopo il recente incontro il vicepremier italiano, Luigi Di Maio, e alcuni rappresentanti dei gilet gialli, il movimento di protesta che da novembre manifesta contro il presidente Macron, rendendosi protagonista in alcuni casi anche di episodi di violenza.

Di Maio ha così commentato la decisione dell’Eliseo: “Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato”, ma “rivendico il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese”.

L’altro vicepremier italiano, Matteo Salvini, si è detto “pronto e disponibile” a “voltare pagina con la Francia” per “il bene del popolo” italiano e a incontrare il presidente Macron: “Non vogliamo litigare con nessuno”, ha assicurato, senza però risparmiare nuove frecciate contro Parigi.

In serata è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Difendere e preservare amicizia con Francia”, è il suo monito.

A pesare sui rapporti tra Italia e Francia sarebbero state anche alcune “incomprensioni” tra i due paesi, registratesi nelle prime ore del 7 febbraio. Prima della mossa diplomatica dell’Eliseo, fonti del Viminale avevano reso noto che “sempre più frequentemente alcuni agenti della polizia doganale francese salgono a bordo dei treni italiani, a Modane, per operazioni di controllo che tengono fermi i convogli”. “Il risultato sono forti ritardi che danneggiano i viaggiatori e le imprese”, avevano sottolineato le fonti.

In alcuni casi i convogli sarebbero partiti con le forze dell’ordine ancora a bordo, e la circostanza avrebbe fatto scattare reazioni particolarmente stizzite da parte di Parigi.

Già in passato Salvini, aveva più volte denunciato sconfinamenti della Polizia francese in territorio italiani per espellere immigrati clandestini.

Nei mesi scorsi il culmine delle tensioni si era raggiunto con il caso di Bardonecchia, quando la polizia doganale francese aveva operato un vero e proprio blitz in territorio italiano.

Da ultimo lo scontro tra Italia e Francia si era concentrato in particolare sul tema del Franco Cfa, con il M5S che aveva accusato Parigi di politica coloniale in Africa.

“Non siamo interessati alle polemiche”, rimarca Salvini in una nota. “Siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Siamo disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali”.

Salvini elenca poi “tre questioni fondamentali” di sua competenza. Ovvero: “stop con i respingimenti alle frontiere, risultano essere oltre 60 mila dal 2017 a oggi, compresi bambini e donne abbandonate nei boschi; stop con terroristi italiani, una quindicina, condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia e basta, infine, danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore”. “Noi siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo”, insiste il leader leghista.

Di Maio ha invece commentato la vicenda con un post su Facebook. “Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà”, scrive Di Maio, assicurando di essere disponibile “a incontri al più alto livello con il governo francese per trovare soluzioni”.

Di Maio sostiene che il suo incontro come capo politico del Movimento 5 Stelle con esponenti dei gilet gialli “è pienamente legittimo”. “Così come En Marche, il partito di governo francese, è alleato in Europa con il Pd, partito d’opposizione in Italia, così il Movimento 5 Stelle incontra una forza politica di opposizione al Governo francese (Ric)”.

“Sono europeista ed essere in un’Europa senza confini significa libertà anche per i rapporti politici non solo per lo spostamento delle merci e delle persone”, prosegue Di Maio. “Per me quell’incontro non rappresenta una provocazione nei confronti del governo francese attuale, ma un importante incontro con una forza politica con cui condividiamo tante rivendicazioni a partire dall’esigenza della democrazia diretta per dare maggiori poteri ai cittadini”.

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