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Giornata della memoria | Non solo Shoah, a Roma si ricorda anche il Porrajmos: il genocidio del popolo rom sotto il nazi-fascismo

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Una donna alla commemorazione del 2 agosto 2014, nel 70esimo anniversario dal genocidio di rom e sinti nel campo di Auschwitz II-Birkenau. Credit: BARTOSZ SIEDLIK / AFP

Si calcola che furono 500mila le persone rom e sinti vittime del genocidio nazi-fascista. Associazione 21 luglio organizza una marcia il 3 febbraio

“In attesa del riconoscimento del genocidio del popolo rom sotto il nazi-fascismo, un abbraccio unisce la Memoria della Shoah e del Porrajmos”. Con queste parole l’Associazione 21 luglio lancia la commemorazione che si terrà a Roma all’interno della settimana del 27 gennaio, la Giornata della Memoria.

S&D

Domenica 3 febbraio alle ore 11.00 si terrà infatti una passeggiata urbana nel cuore di Roma per “unire le Memorie delle due persecuzioni”. L’evento è organizzato dall’Associazione 21 luglio con il patrocinio di Progetto Memoria, un’associazione che si compone di sopravvissuti ai lager e testimoni diretti e indiretti.

La passeggiata avrà inizio a Largo 16 ottobre 1943 con la testimonianza del sopravvissuto Lello Dell’Ariccia. I partecipanti si sposteranno poi verso Piazza degli Zingari, dove lo storico Luca Bravi, accompagnato da alcune testimonianze, racconterà la vicenda del Porrajmos in Italia. Ogni singolo partecipante è invitato a portare un fiore da deporre in piazza degli Zingari.

Si calcola che furono 500mila le persone rom e sinti vittime del genocidio nazi-fascista.

> Qui tutti i dettagli su cosa è stato il Porrajmos

“Il 27 gennaio si celebra in Italia la Giornata della Memoria – riconosciuta grazie alla Legge n.211 del 20 luglio 2000 – che ricorda lo sterminio del popolo ebraico, la Shoah, ma che dimentica di commemorare anche i 500mila rom e sinti vittime del genocidio nazi-fascista”, si legge in una nota della 21 luglio.

“Una storia segnata dalla persecuzione su base etnica che, in tempi e con modalità differenti, ha colpito le comunità rom e sinte in Italia nel ventennio fascista: il Porrajoms”.

Il Porrajoms si divide in quattro periodi: il primo è inaugurato con la Circolare del Ministero degli Interni del 19 febbraio 1926 che dispone il respingimento delle carovane entrate nel territorio “anche se munite di regolare passaporto” e l’espulsione di quelle soggiornati di origine straniera.

Il secondo è compreso tra il 1938 e il 1942 e risulta segnato da una pulizia etnica organizzata presso le frontiere.

Il terzo periodo si inaugura con un provvedimento emanato l’11 settembre 1940 dal Capo della Polizia Nazionale che ordina, per i rom di nazionalità italiana “certa o presunta” il rastrellamento “nel più breve tempo possibile” e il concentramento “sotto rigorosa vigilanza in località meglio adatte in ciascuna Provincia”.

Infine, il quarto periodo comprende la “soluzione finale” verso i campi di sterminio.

Finora hanno aderito all’iniziativa Associazione Progetto Memoria, Laboratorio di Pratiche Etnografiche dell’Università di Tor Vergata, A Buon Diritto, Arci Solidarietà, Associazione Radicali Roma, Gruppo EgualMente, Partito Democratico di Roma.

“In vista di questa Giornata della Memoria, resta la grave amnesia relativa allo sterminio di queste comunità, una ferita aperta che pesa sulla coscienza dei nostri legislatori”, dice Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio. “Nelle passate legislature erano stati presentati senza successo in Parlamento disegni di legge che prevedevano di includere il riferimento allo sterminio di rom e sinti nella legge istitutiva della Giornata della Memoria. Nell’attuale corso sembra che ciò ancora non sia stato neanche preso in considerazione. Auspichiamo che deputati e senatori sensibili al tema possano al più presto promuovere iniziative affinché, il simbolico abbraccio delle Memorie, organizzato a Roma il 3 febbraio, possa divenire una realtà che aiuti a guardare al passato con meno ipocrisia e maggiore senso di responsabilità”.

Leggi anche: “Mio padre è sopravvissuto al Porrajmos”, parla il figlio di Goffredo Bezzecchi, perseguitato in Italia durante il genocidio di rom e sinti
Leggi anche: Genocidio dei rom: una statua per ricordare una strage dimenticata
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