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L’algoritmo di Instagram favorisce le foto di nudo, soprattutto se di donne: lo studio

Immagine di copertina
Credits: Pixabay

Studio: “Algoritmo di Instagram favorisce le foto nude, soprattutto di donne”

“Spogliati o fallirai: l’algoritmo di Instagram obbliga gli utenti a mostrare la pelle”: è questo il nome di uno studio che mette nero su bianco quello che un po’ tutti i frequentatori del popolare social network pensano da sempre, ovvero che le foto di persone nude, soprattutto donne, vengono favorite di più e mostrate su più bacheche rispetto a tutte le altre. In altre parole, più ci si spoglia su Instagram e più è facile che la propria popolarità aumenti e si inizi anche a fare qualche soldo.

S&D

L’analisi è stata realizzata da AlgorithmWatch e dall’European Data Journalism Network: è stato chiesto a 26 volontari di installare sul proprio smartphone un’estensione che apre il loro account Instagram a intervalli regolari, registrando quali post appaiono in cima al feed. E’ stato poi chiesto agli stessi volontari di seguire un gruppo di 37 account, provenienti da 12 Paesi diversi e che pubblicano post sui temi più disparati: dal cibo alla moda, dallo sport ai viaggi. In mezzo a questi post (1.737 in totale) c’erano ovviamente anche alcune foto di uomini a torso nudo e donne in bikini o abbigliamento intimo.

Una volta preparato il “campo di battaglia”, è partito l’esperimento. Se l’algoritmo non desse priorità a un contenuto a discapito di altri o se ogni feed venisse personalizzato a seconda dei gusti e dei “like” del singolo utente, i volontari che hanno partecipato allo studio avrebbero visualizzato post differenti tra loro. Ma ciò che è accaduto nella realtà è parecchio diverso: “Nelle bacheche dei volontari – si legge nell’analisi – i post con immagini seminude sono stati il 30 per cento dei contenuti pubblicati dagli account”. E non è tutto: le immagini femminili di questo tipo hanno registrato il 54 per cento in più di probabilità di comparire nella parte alta della newsfeed, mentre i post maschili il 28 per cento. Diverso il discorso per gli altri tipi di post: il cibo, ad esempio, ha il 60 per cento di possibilità in meno di apparire.

“Una minoranza di utenti Instagram – ha scritto su Twitter Nicolas Kayser-Bril, giornalista di AlgorithmWatch e autore del report insieme a Judith Duportail, Kira Schacht ed Édouard Richard – vede la piattaforma come una libera fonte di immagini soft porn. Il loro atteggiamento è probabilmente individuato dai sistemi di machine learning e amplificato, così le immagini di nudo sono promosse a tutti, in un circolo vizioso”. Il report sottolinea che, nonostante il fenomeno della reiterazione di foto di persone nude si sia verificato con tutti i volontari, una piccola minoranza di essi ha riscontrato anche una certa varietà dei post visualizzati in bacheca. In alcuni casi, dunque, avere un account fortemente personalizzato (cioè che segue un certo tipo di pagine e visualizza le storie di alcuni tipi di account) può aiutare a contenere questo fenomeno. “È probabile che l’algoritmo di Instagram favorisca la nudità in generale, ma che la personalizzazione o altri fattori limitino questo effetto per alcuni utenti”, si legge ancora nello studio.

Non si è fatta attendere ovviamente la risposta di Facebook, società proprietaria anche di Instagram: “Questo studio – hanno fatto sapere da Menlo Park – è imperfetto in vari modi e mostra un fraintendimento di come funziona Instagram. Classifichiamo i post nel tuo feed in base ai contenuti e agli account per i quali hai mostrato interesse, non a fattori arbitrari come la presenza di costumi da bagno”. I ricercatori, però, intendono andare avanti: è probabile che in futuro venga estesa la possibilità di scaricare l’estensione a più utenti, in modo tale da ampliare la platea degli account che partecipano all’esperimento e verificare chi tra Instagram e l’European Data Journalism Network sta sostenendo una tesi errata.

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