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Home » Sport

Spagna, insulti razzisti a Vinicius del Real Madrid: 9 arresti

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I recenti episodi discriminatori avvenuti allo stadio Mestalla di Valencia riaccendono il dibattito sul razzismo in Spagna: nel mirino il calciatore del Real Madrid Vinicius, oggetto di beceri cori insultanti per il colore della sua pelle. Sette persone sono state arrestate in relazione a due diversi casi riferiti all’attaccante dei Blancos: la polizia spagnola ha fatto sapere che tre arresti a Valencia erano legati ai cori “scimmia” e altri insulti razzisti rivolti alla stella brasiliana, mentre altri quattro a Madrid sono arrivati per l’impiccagione di un ‘anichino che indossava una maglia di Vincius vicino al campo di allenamento del Real Madrid a gennaio.

Domenica scorsa, 21 maggio, l’incontro disputato a Valencia è stato interrotto per circa 10 minuti dopo che il calciatore aveva fatto presente all’arbitro il trattamento che il pubblico gli stava riservando, puntando il dito contro alcune persone nelle tribune. Il Brasile ha protestato formalmente con l’ambasciatore spagnolo, il governo avrebbe anche presentato denunce ufficiali alle autorità di Madrid e della Liga. A Rio de Janeiro dalle 18 alle 19 è stato spento il Cristo Redentore come segno di vicinanza. Il club spagnolo, proprietario del cartellino del calciatore, ha presentato una denuncia per crimini d’odio all’ufficio del procuratore generale. Il presidente Florentino Perez ha inoltre incontrato Vinicius “per dimostrargli il suo sostegno e il suo affetto, per informarlo di tutti i passi che si stanno compiendo in sua difesa e per confermare che la società andrà fino in fondo per una situazione di odio così ripugnante”.

Anche Carlo Ancelotti, allenatore del Real, si è subito schierato al fianco del suo giocatore: “La Spagna non è razzista, ma c’è razzismo. A Valencia non ha urlato tutto lo stadio, e mi scuso per averlo detto, ma c’è stato un gruppo di persone, non due o tre, come già a Maiorca e a Valladolid. Io ho pensato di ritirare la squadra a Valencia, ma Vini si sentiva di continuare. Non sono però io a dover prendere un decisione del genere ma l’arbitro”.

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