Jean Todt: “Schumacher? Chi dice che sa qualcosa non sa niente”
Jean Todt: “Schumacher? Chi dice che sa qualcosa non sa niente”
“La vita è fatta di capitoli. Nella mia ci sono stati quelli con la Peugeot, con la Ferrari, e con la Fia. E ora mi dedico alla sicurezza stradale da inviato speciale delle Nazioni Unite, bisogna combattere la “pandemia silenziosa” sulle strade. Giro il mondo alla ricerca di soluzioni. E festeggio la nuova campionessa del mondo che ho in casa: la mia compagna”. L’ex amministratore delegato e direttore generale della Ferrari Jean Todt ha rilasciato un’intervista al Corriere dalla Sera in cui ha parlato della sua vita e della moglie Michelle Yeoh, fresca vincitrice dell’Oscar come migliore attrice protagonista nel film “Everything Everywhere All at Once”.
“In tanti dentro la F1 mi rimpiangono? Sento poche persone lì dentro. Stefano Domenicali: dopo essere stato un mio collaboratore per 16 anni è diventato un amico. Mio figlio Nicolas (manager di Leclerc, ndr), sono felice di non essere più un’ombra per lui. Ero più un disturbo che un aiuto. La vita è una successione di capitoli, l’ho raccontata in documentario e poi uscirà anche un libro”.
“La notte degli Oscar? È stato come vincere un Mondiale – ha raccontato -. Arrivati a Los Angeles pensavamo di avere delle chance, ma non puoi saperlo finché non si apre la busta. Quando hanno fatto il nome, ero felicissimo. So gli sforzi di Michelle, la prima attrice asiatica poi… A lei ho detto all’orecchio: “Provo la stessa sensazione di quando ho portato Michael (Schumacher, ndr) nel 2000 a Suzuka”. Stava scrivendo la storia. Perciò dico che abbiamo una nuova campionessa del mondo in famiglia”.
Su Schumacher Jean Todt ha poi aggiunto: “Lasciamolo tranquillo, rispettiamo la volontà di privacy di Corinna e dei figli, sappiamo che quell’incidente ha avuto delle conseguenze. Chi dice che sa qualcosa, non sa niente. Vado sempre a trovarlo. Lui e la sua famiglia sono la mia famiglia”.
L’intervista è poi virata sulla Formula 1 attuale: “La Red Bull imbattibile? È molto forte, ma c’è anche l’Aston Martin: è cresciuta più di tutti da un anno all’altro”. Il salto è possibile, che cosa serve? “Tempo e buone decisioni per prendere la gente giusta e metterla al posto giusto. Non solo tecnici. È indispensabile avere i migliori in ogni area. Un’azienda si giudica dalla porta d’ingresso. Dal modo in cui un operatore risponde al telefono. Bisogna prendere i migliori e poi coordinarli creando un ambiente fertile”. Dovrebbe farlo la Ferrari? “Non sta a me giudicare. Dico solo che auguro il meglio alla Ferrari”.
Infine Jean Todt ha detto la sua su Verstappen: “Veloce, sbaglia poco. È un combattente come Michael. Ma a livello umano conosco Max troppo poco per giudicarlo. Michael quando correva poteva sembrare un po’ presuntuoso e antipatico, ma era un atteggiamento che serviva a nascondere la sua timidezza. Era umile, si metteva sempre in dubbio. Non ha mai accusato la squadra, neanche quando a Silverstone per colpa nostra si sono rotti i freni. Non faccio paragoni ma un punto in comune lui e Max lo hanno: guidano per la squadra migliore e questo aiuta”.