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Luca Barbareschi dà ragione a Favino e attacca Penélope Cruz: “In Ferrari sembra l’Esorcista”

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Luca Barbareschi dà ragione a Favino e attacca Penélope Cruz

Luca Barbareschi dà ragione a Pierfrancesco Favino e si scaglia contro l’attrice Penélope Cruz, protagonista del film Ferrari di Michael Mann.

Nei giorni scorsi, infatti, Favino si era chiesto come mai un personaggio italiano, Enzo Ferrari per l’appunto, fosse stato interpretato da un attore americano (Adam Driver ndr) e non da un attore nostrano.

Un questione che ha sollevato un acceso dibattito nel mondo del cinema e che trova d’accordo Luca Barbareschi, protagonista al Festival del Cinema di Venezia con il film fuori concorso The penitent – a rational man, in cui veste i panni del produttore, regista e protagonista.

“Sono d’accordo con Favino ma io lo dico da tempo. Non è neanche una questione solo di lingua, decidiamo: vogliamo fare l’eccezione culturale italiana o no? Quando ho girato J’accuse in Francia in francese i produttori ci hanno messo i soldi e poi ho fatto The Palace di Polanski in inglese e i francesi i soldi non li hanno messi” ha dichiarato Luca Barbareschi all’Adnkronos.

“Mi spiace per questa polemica innescata da Favino che stimo, è uno dei più bravi attori, è un po’ strumentale. Detto questo mi piacerebbe che ci fosse un seguito, io ho detto la stessa cosa su Il Gattopardo. Immaginate le parole di Tomasi da Lampedusa in una lingua che non è italiano, non sarebbe possibile. Ho visto come nei film anglosassoni fanno parlare gli italiani, questa imbecillità è nata con il film su Gucci” ha aggiunto al Corriere della Sera.

Poi l’attacco all’attrice spagnola: “In Ferrari Penélope Cruz parla con accento spagnolo cercando di essere emiliana. Sembra l’Esorcista. Non siamo secondi a nessuno con il nostro cinema, spero che ci siano da parte della politica grandi investimenti sul Paese e sulla narrazione del nostro Paese altrimenti dobbiamo lasciar che altri ci raccontino”.

E sulla sua presenza al Lido dichiara: “So di stare sulle palle, sono 50 anni che mi interrogo sul perché, forse perché sto sempre da una parte… quella del mio pensiero. Mi sento privilegiato e felice, sono a Venezia con due film, se mi avessero detto 50 anni fa di venirci con un film prodotto per Polanski e un altro diretto da me e scritto da David Mamet non ci avrei creduto. Qua non mi vogliono, mi imbuco alle feste, ballo con il direttore Alberto Barbera, non mi faccio rovinare il momento”.

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