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Home » News

Se hai la barba o sei un hipster o sei un terrorista

Immagine di copertina

La fotografa australiana Cherine Fahd ha dato vita a un progetto fotografico per evidenziare come le scelte estetiche possano interferire nello stile di vita

Può un giovane arabo, o un uomo che semplicemente ha scelto per sé un look scuro con la barba più lunga e nera, godere delle stesse scelte di stile e delle stesse libertà nel curare il proprio aspetto fisico di un suo omologo anglosassone?

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Partendo da questo quesito, Cherine Fahd, fotografa e docente presso la scuola di design e l’università delle tecnologie di Sydney, ha deciso di creare il progetto fotografico “You look like…”.

Credit: Cherine Fahd

Cherine ha deciso di dar vita al progetto partendo dalle discussioni che frequentemente si tenevano nella sua famiglia e che riguardavano il look dei suoi fratelli. A loro infatti i genitori chiedevano ripetutamente di rivederne le scelte per una versione più sobria, poiché erano seriamente preoccupati del fatto che le loro sembianze li facessero assomigliare a terroristi, con pericolo per la loro incolumità.

I fratelli di Cherine, Kristan e Matthew, hanno grandi occhi scuri, un naso prominente, muscoli tatuati e barbe distintive: un look molto diffuso nella moda cosiddetta “hipster”, ma che desta più di un sospetto quando si accostano ad altre tipologie ormai sterotipate nel mondo occidentale.

Per il suo progetto Cherine ha immortalato diversi giovani dalle sembianze arabiche ma tutti cittadini australiani per evidenziare come sia complesso seguire il proprio stile e non essere vittima di piccoli atti di razzismo.

I criteri con i quali ha selezionato i personaggi da fotografare sono stati: persone con tratti estetici che ricordavano l’etnia araba, l’avere una barba vistosa non come segno di un impegno religioso, culturale o politico, ma semplicemtne come una scelta di stile.

Cherine è giunta così a fotografare 11 uomini: 8 di origine araba, 1 italiano, 1 del sud America e 1 di origini anglo-celtiche.

Naturalmente, i primi partecipanti al progetto sono stati i suoi due fratelli, Kristan e Matthew. L’attenzione della fotografa è stata attratta soprattutto da Matthew e dalla sua barba che nella concezione dei genitori lo fa sembrare un terrorista, ma che lo fa rientrare anche nella categoria degli hipster urbani.

Credit: Cherine Fhad

Dai raffronti tra i suoi vari scatti, è emerso che lo stile di molte persone oggi fonde le scelte tipiche di un hipster con Lumberjack al piede, tratti da boscaiolo e barba ben curata all’iconografia classica ripresa dai giornali occidentali per rappresentare i jihaidisti responsabili degli attentati terroristici. 

Gli 11 uomini che compaiono nelle foto di Cherine sono sovente vittime di piccoli casi di razzismo che si estrinseca attraverso battute del tipo: “Che cosa farai saltare in aria oggi?”, oppure “l’Isis non reculta più nessuno?”. Gli otto uomini di origine araba hanno tutti raccontato di essere stati fermati in qualunque aeroporto viaggiassero per ispezioni casuali dei bagagli. 

Nove degli uomini hanno descritto la loro scelta di portare la barba semplicemente con un dettato delle ultime tendenze di moda. Altri due ragazzi non si erano resi conto che la barba fosse cresciuta tanto e trovavano esagerata la comparazione con l’etnia araba. Un altro partecipante, George, ha riferito una storia simile a quella dei fratelli di Cherine con i genitori che lo imploravano di radersi.

Tutti gli uomini compaino nelle foto con uno sfondo bianco e una maglietta nera e i ritratti evidenziano volontariamente quanto gli uomini abbiano in comune: barba e aspetto scuro. 

È interessante notare che, se si vive nel mondo arabo come avviene per uno dei fratelli di Cherine, la pelle scura, le sopracciglia folte, gli occhi scuri e la barba costituiscono canoni desiderabili. Cosa che invece in Australia è tutt’altro che approvata.

Pur essendo assodato e garantito che i tutti i soggetti ritratti siano di cittadinanza australiana, il loro aspetto estetico comporta non poche conseguenze nella loro vita quotidiana. 

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