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    Covid, via il segreto di Stato sui verbali del Cts. Il Tar: “Tirate fuori quegli atti”. TPI lo chiede da mesi

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 23 Lug. 2020 alle 19:24 Aggiornato il 23 Lug. 2020 alle 19:39

    Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai giuristi della Fondazione Einaudi avverso il diniego di accesso agli atti, opposto dal Governo sui verbali del comitato tecnico scientifico, posti a base dei Dpcm emessi durante il lockdown, di cui avevano chiesto copia. Erano stati gli avvocati della Fondazione (Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo) a domandare che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rendesse disponibili i verbali del comitato tecnico scientifico. “In tali Dpcm, le misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale, imposte agli italiani – è quanto si legge in una nota -, risulterebbero motivate sulla scorta delle valutazioni operate dal Comitato Tecnico Scientifico”.

    I verbali che contengono quelle valutazioni, nonostante siano riportate in tutti i Dpcm come motivazione e giustificazione di quegli atti, non sono mai stati pubblicati dal Presidente del Consiglio dei Ministri. I tre giuristi hanno cosi’ “ritenuto necessario chiedere la copia di quei verbali, attraverso l’accesso generalizzato agli atti amministrativi, al fine di consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni per le quali, durante l’epidemia da Covid-19 sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione ma il Governo, e per esso il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, si è rifiutato di consegnare quei verbali”.

    Già mesi fa TPI aveva richiesto l’accesso ai documenti del Comitato tecnico scientifico, il cui interesse pubblico al fine di comprendere la più grave pandemia dell’ultimo secolo è sempre stato fuori discussione. Tra questi atti ci sono anche quelli relativi alla settimana che va dal 1 marzo all’8 marzo, periodo cruciale per la mancata chiusura dei due comuni della Bergamasca Alzano Lombardo e Nembro, diventati poi il peggiore focolaio d’Europa, su cui noi di TPI abbiamo pubblicato un’inchiesta in più parti. Tra quelle pagine c’è la nota dell’Istituto Superiore di Sanità in cui si chiedeva l’isolamento della Val Seriana già il 2 marzo e anche le ragioni del CTS per cui quest’ultima è stata ignorata. Nei mesi di lockdown, in diverse conferenze stampa della Protezione civile, TPI ha chiesto più volte spiegazioni sulla mancata pubblicazione di quei verbali e raccolto le versioni contrastanti del ministero della Salute e della Protezione Civile.

    L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:

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