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Home » Politica

“Decido io su questi temi”. Ecco le richieste di Grillo che hanno fatto perdere la pazienza a Conte

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Direzione politica, comunicazione e rapporti internazionali: il divorzio a Cinque Stelle consumatosi nelle scorse ore tra il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, e l’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, da mesi leader in pectore dei Pentastellati, è solo l’epilogo di lunghi negoziati basati su una serie di richieste incrociate su cui non è stato possibile trovare una mediazione.

Il muro contro muro tra il comico e l’ex premier – che nonostante la fitta rete di contatti non sono riusciti a limare le rispettive differenze – si è infranto su tre temi irrinunciabili per entrambi, rimarcati da Conte in conferenza stampa parlando del “ruolo del Garante” e della volontà di dare ai Cinque Stelle “una leadership forte e solida” e sottolineati da Grillo sulle colonne del blog con cui ha scaricato l’avvocato.

“La leadership politica deve essere chiara e deve avere anche i pieni poteri della comunicazione“, aveva detto l’ex Presidente del Consiglio. “Una diarchia non sarebbe funzionale”. “Conte – aveva ribattuto il fondatore del M5S – non ha né visione politica, né capacità manageriali (…) né capacità di innovazione“.

Fonti parlamentari e interne ai Pentastellati, come riportato da Repubblica e da Il Giornale, hanno poi esplicitato il dibattito tra i due leader, arrivati ai ferri corti proprio perché incapaci di trovare la quadra su chi debba dettare la linea, controllare la comunicazione e guidare la politica estera del Movimento Cinque Stelle.

M5S, Grillo contro Conte: la direzione politica

La diarchia citata dall’ex premier è il primo punto per cui si sono scontrati Conte e Grillo e su cui non è stato possibile arrivare a una mediazione, nonostante le aperture dell’ultim’ora del comico.

L’ex Presidente del Consiglio voleva ritagliare al fondatore il “ruolo di Garante, custode dei principi e dei valori fondamentali del Movimento, inserendone la figura “in un quadro che prevede distinzione tra le varie funzioni: tra la filiera di garanzia al cui vertice c’è il Garante, la filiera degli Organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il Leader politico e la filiera degli organi di controllo e revisione”.

Insomma, Conte pretendeva che il comico rinunciasse a esercitare una forma di controllo totale sul M5S e sulla guida politica per evitare “una leadership dimezzata”. Come riportato dal Giornale, l’ex premier voleva gestire l’ordinario senza dover compiere troppi passaggi e comunicare tutto in anticipo a Grillo, a cui non intendeva chiedere l’avallo di ogni decisione.

Tradotto, come spiega Repubblica, Conte non intendeva accettare la richiesta del fondatore di “condividere la nomina di tutti gli organi politici dei Cinque Stelle, compresa quella dei due vicepresidenti” e di avere voce in capitolo sulle “assunzioni dei dipendenti nella nuova segreteria”.

Le aperture dell’ultim’ora da parte del comico su alcuni di questi punti non sono evidentemente bastate, anche perché Grillo aveva tenuto fermo un principio: avere sempre l’ultima parola su “questioni vitali”, come le alleanze, sia a livello locale che nazionale. Punti considerati inaccettabili dall’ex Presidente del Consiglio, non intenzionato a chiedere il benestare del Garante per ogni singola scelta del nuovo Movimento.

M5S, Grillo contro Conte: la comunicazione

Il secondo punto di attrito tra il fondatore e l’ormai ex leader in pectore dei Cinque Stelle riguardava invece la comunicazione. Grillo avrebbe infatti preteso una supervisione in questo settore, chiedendo di coordinarsi con Rocco Casalino, considerato invece da Conte un proprio collaboratore, che in quanto tale avrebbe dovuto rispondere soltanto al capo politico.

Il fondatore era persino entrato direttamente nel merito delle scelte comunicative dell’ex premier e del suo portavoce, deridendo la “fotina” di Conte allo stadio Olimpico durante Italia-Galles, un intervento considerato un’ingerenza intollerabile dall’avvocato, intenzionato a salvaguardare la propria squadra, dopo esser già passato sopra alle decisioni prese in materia dal comico e che spettavano invece al leader.

Già negli scorsi mesi Grillo aveva infatti dettato la linea a parlamentari e ministri, tornando a decidere (come dieci anni fa) chi poteva e chi non poteva andare in televisione ed emanando una serie di regole e direttive da seguire per le trasmissioni tv con ospiti Pentastellati.

M5S, Grillo contro Conte: la politica estera

Ma il punto più dolente riguarda probabilmente i rapporti internazionali dei Cinque Stelle. L’idea del fondatore di agire da “rappresentante del Movimento nel mondo” non è piaciuta all’ex premier, che considerava la rappresentanza della politica estera del M5S una responsabilità imprescindibile del capo politico.

Grillo pretendeva invece di avere mano libera sulle alleanze in Europa – l’ultima siglata con l’Ukip, il partito britannico di Nigel Farage – e nel resto del mondo, con posizioni molto vicine alla Cina. Come riporta Repubblica, nelle intenzioni di Conte, il comico avrebbe potuto visitare ambasciate, incontrare leader controversi e lanciare provocazioni in politica estera ma solo da privato cittadino e non da rappresentante della posizione ufficiale del Movimento, espressa solo dal leader.

Di fatto, la rottura in seno ai Cinque Stelle si è consumata quindi sul potere reale da affidare al nuovo capo politico e da togliere al fondatore. Un punto riassunto dall’ex premier proprio in conferenza stampa: “Non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome”.

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