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M5S, lo strappo di Conte: “Grillo vuole un’operazione di facciata, non ci sto. Decidano gli iscritti”

“Con Beppe Grillo sono emerse diversità di vedute su alcune questioni fondamentali. Non è sufficiente imbiancare una casa che necessita di una profonda ristrutturazione. Non mi sarei mai prestato a una mera operazione di facciata”. A dirlo è stato l’ex premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa convocata oggi, lunedì 28 giugno 2021, alle 17:30 presso la Sala del Tempio di Adriano in Piazza di Pietra a Roma.

S&D

Conte ha parlato ufficialmente degli scontri di questi giorni con il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle e a rivolto un appello a Grillo e agli iscritti del movimento. Ha inoltre chiarito che non ha intenzione di fondare un suo partito: “Non ho doppie agende né piano B”, ha detto.

Le parole di Conte

“Buonasera a tutti, ho convocato questa conferenza stampa perché ho improntato la mia azione politica alla trasparenza“, ha detto Conte aprendo la sua conferenza stampa. “Il 4 febbraio uscii da Palazzo Chigi e lanciai un appello perché tutte le forze politiche si adoperassero per la nascita del governo Draghi. In quell’occasione mi venne spontaneo rilasciare una dichiarazione agli amici del Movimento Cinque Stelle. Dissi: “io ci sono e ci sarò“.  Fu una frase di affetto e riconoscenza per la lealtà e la reciproca fiducia tra noi. Confesso che non avevo in mente un impegno preciso”.

“Pochi giorni dopo Beppe Grillo mi chiese di entrare nel Movimento“, ha proseguito l’ex premier. “Poi mi invitò al Forum, dove rifiutai di entrare nel M5S ritenendo che una mia investitura dall’alto a freddo fosse un’operazione priva di una base di legittimazione, quindi fosse inadeguata rispetto alle esigenze del movimento. Il M5S negli ultimi mesi ha attraversato delle difficoltà”, ha ammesso Conte. “Si avverte l’assenza di una leadership forte e solida”.

“All’Hotel Forum ho indicato alcune carenze e difficoltà che impediscono le grandi potenzialità di questa forza politica e forse spiegano la delusione degli elettori. Ho fornito una serie di indicazioni. Ci siamo lasciati col mio impegno a individuare un progetto di riforma del Movimento che ci avrebbe consentito di partire col piede giusto. Sulla base di questo ho iniziato a lavorare per questa sfida difficile ma anche stimolante. In questi 4 mesi ho studiato tanto, ho studiato gli Statuti del M5S, ho ascoltato suggerimenti di parlamentari, sindaci e singoli iscritti”.

“Da tutti loro mi è stato chiesto di mantenere valori M5S ma anche di aprire coraggiosamente al rinnovamento. “Nell’approssimarsi all’appuntamento per il lancio del nuovo corso con Beppe Grillo sono emerse diversità di vedute su alcuni aspetti fondamentali. Beppe Grillo, mi è sembrato – ma è una mia impressione – riteneva che tutto potesse essere mantenuto com’è, tranne alcuni moderati cambiamenti. Ma io ho sempre detto, sin dal primo incontro all’Hotel Forum, che non mi sarei mai prestato a un’operazione di mera facciata.

“È emerso un equivoco di fondo: io credo che non abbia senso imbiancare una casa che ha bisogno di profonde ristrutturazioni. L’ho sempre detto, non mi sarei mai prestato ad una operazione di facciata, di puro restyling. Questa mia franchezza non esprime arroganza, ma esprime affetto per il Movimento”.

“Io non posso assumere una decisione solo con il cuore se la mia testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato. Non posso prestarmi ad un’operazione in cui non credo. Ho avuto un fittissimo scambio di mail con Grillo, ho accolto un buon numero delle sue osservazioni. Le altre non possono accoglierle, perché alterano questo disegno e creano confusione di ruoli e di funzioni. Domani mattina consegnerò i documenti frutto del mio lavoro dapprima a Grillo e poi a Crimi chiedendo che siano diffusi alla comunità. Sono condizioni imprescindibili del mio impegno”.

“Beppe sa che non è una questione personale e che non ho mai chiesto – al contrario di quello che è stato scritto – le sue scuse ufficiali per i toni accesi o una battuta irriverente, anche se sgradevole. Per fortuna ho il dono dell’ironia. La leadership politica deve essere chiara e deve avere anche i pieni poteri della comunicazione. Nel Movimento si avverte la forte mancanza di una leadership solida, il movimento appare attraversato da molte ambiguità. Una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può avere una leadership dimezzata. Sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni, ma su questo aspetto non possono esservi mediazioni. Una diarchia non sarebbe funzionale. Non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non poteri essere io”.

“Spetta a Beppe Grillo decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’è era e ci sarà sempre il ruolo di Garante, ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo”.

“Alla comunità Cinque Stelle chiedo di non restare spettatrice passiva di questo processo, di partecipare a una valutazione sincera di questa proposta di Statuto e di esprimersi con un voto”, ha concluso l’ex premier. “Da parte mia non mi accontenterò di una risicata maggioranza, mi metto in discussione”.

Riguardo all’ipotesi secondo la quale Conte starebbe pensando a fondare un suo partito, l’ex premier ha dichiarato: “Chi mi conosce sa che non ho doppie agende. Se lavoro anima e corpo a un progetto lo faccio con trasparenza. Nel cassetto non ho piano B. Il futuro di Giuseppe Conte deve preoccupare solo Giuseppe Conte”.

Come siamo arrivati qui

In un momento in cui la tensione all’interno del Movimento Cinque Stelle era altissima, oggi l’ex premier ha annunciato una conferenza stampa a sorpresa: “Oggi pomeriggio alle 17.30 terrò una conferenza stampa. La potrete seguire in diretta streaming sulla mia pagina Facebook”, ha scritto sui social Conte.

Il duello tra il leader in pectore e il garante del M5S riguarda la leadership e l’assetto futuro del Movimento. Tra i due ci sono visioni differenti, ma non questioni personali, ci tiene a far sapere l’ex inquilino di Palazzo Chigi. Di certo i nodi irrisolti sono parecchi e in campo c’era anche l’ipotesi clamorosa di un addio di Conte ancor prima di essere effettivamente nominato alla guida dei Cinque Stelle.

In queste ore convulse il big del M5s, da Di Maio a Fico, sono scesi in campo per cercare di far tornare il sereno, ma l’operazione non è affatto facile. Tra i punti dello scontro, i poteri del garante, che l’ex premier vorrebbe ridimensionare; ma anche la regola del doppio mandato, che per il fondatore rimane un punto fermo da cui non spostarsi. E ancora la comunicazione e a chi spettano le scelte in politica estera.

Leggi anche: Conte deve rompere con Grillo e farsi il suo partito: così il centrosinistra avrà la terza gamba (di L. Telese)

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