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Caos M5S, Conte a un passo dall’addio: “Grillo mi deve chiedere scusa pubblicamente”

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Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dal giugno 2018 al febbraio 2021. Credit: Facebook

Giuseppe Conte è a un passo dall’addio al M5S. Lo riferiscono concordi indiscrezioni di stampa, dopo le bordate scagliategli contro da Beppe Grillo nel corso di una riunione con i gruppi parlamentari. La frattura tra il garante e l’ex premier sembra ormai insanabile. Conte dovrebbe annunciare cosa intende fare entro un paio di giorni, ma il divorzio dai Cinque Stelle è al momento l’opzione più probabile. E rischia di avere importanti ripercussioni sia sugli equilibri interni della maggioranza di governo sia rispetto all’alleanza con il Pd.

S&D

Era stato lo stesso Grillo, dopo la crisi di governo di inizio anno, a designare Conte come nuovo leader del Movimento. In questi mesi l’avvocato pugliese ha dovuto affrontare il nodo del rapporto con Rousseau, che ha portato alla separazione con Davide Casaleggio, figlio del fondatore del M5S Gianroberto. Poi, i lavori si sono complicati sulla stesura del nuovo statuto.

Tra Conte e Grillo ci sono divergenze su diversi punti, dalla cancellazione del limite dei due mandati al ruolo attribuito al garante politico. Due giorni fa, in un incontro con i parlamentari pentastellati, il comico genovese ha usato parole dure verso l’ex premier (“È lui che ha bisogno di me, non il contrario”). E questo ha fatto precipitare la situazione.

Conte – riferiscono persone a lui vicine – sta pensando di dividere la sua strada da quella del M5S. Secondo il Corriere della Sera, l’ex premier potrebbe ripensarci solo se Grillo gli chiedesse scusa pubblicamente: “Se pensa di farmi una telefonata per chiedermi scusa in privato, be’, sappiate che a me non basta”, è la frase che gli viene attribuita in queste ore.

Nella giornata di ieri, venerdì 25 giugno, il leader designato dei Cinque Stelle ha ricevuto nel suo appartamento di Roma il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, la vicepresidente del Senato Paola Taverna e il senatore Ettore Licheri. E più tardi c’è stato un vertice fra i ministri pentastellati. Si cerca un punto di mediazione per ricucire lo strappo.

Intanto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – l’ex capo politico che, secondo alcuni, starebbe tramando contro Conte – interviene con un richiamo all’unità: “Mai come adesso – dice – serve compattezza all’interno del movimento. Dialoghiamo con il massimo impegno e lavoriamo per unire”.

Resta da capire cosa farà Conte se davvero deciderà di dire addio al M5S: l’ex premier potrebbe ritirarsi a vita privata, tornando a occuparsi solo di diritto, oppure rilanciare, dando vita a un nuovo partito. Qualora fondasse un nuovo soggetto politico potrebbe attrarre a sé una quota di parlamentari ed elettori dei Cinque Stelle.

D’altro canto, il divorzio sul nascere con Conte darebbe un nuovo scossone al già precario equilibrio del Movimento. Che si ritroverebbe ancora senza un leader e senza una precisa identità politica, vedendo così ulteriormente ridotta la propria capacità di influenza sul governo. E, senza Conte alla guida, anche l’alleanza con il Pd potrebbe saltare. A tutto vantaggio del centrodestra.

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